ATP DIARY

#ATPreplica 9

takecare collective~takecare è un collettivo di ricerca multidisciplinare, un progetto curatoriale e una fanzine periodica. Nasce nel 2017 con un progetto di self-publishing: una fanzine periodica che indaga la pratica di scrittura di artisti e curatori internazionali. La fanzine raccoglie testi di vari formati (scrittura privata, script video, estratti di sceneggiature/ performance, poesie, lettere, annotazioni, […]

takecare – issue ONE – Lama Monachile – Polignano a Mare – ph.SimoIn
Issue ONE – takecare collettive – Ph. Lorella Furleo Semeraro

takecare collective
~takecare è un collettivo di ricerca multidisciplinare, un progetto curatoriale e una fanzine periodica.

Nasce nel 2017 con un progetto di self-publishing: una fanzine periodica che indaga la pratica di scrittura di artisti e curatori internazionali. La fanzine raccoglie testi di vari formati (scrittura privata, script video, estratti di sceneggiature/ performance, poesie, lettere, annotazioni, esercizi di scrittura, meme, conversazioni) scegliendo la pratica lenta e raccolta della scrittura, assecondando in tal modo un certo ritmo e spazio intimo della lettura.

Così la scrittura viene intesa come tecnologia a supporto del sé, pratica di “cura del sé”.

~takecare prende in prestito il concetto di cura del sé – antico precetto filosofico, tentando di rintracciare uno studio ermeneutico sul soggetto e una riflessione delle pratiche che ne costituiscono il suo esercizio oggi. Queste pratiche – technologies of the self (M. Foucault) – sono tutte quelle azioni che permettono agli individui di eseguire un certo numero di operazioni sul proprio corpo e sulla propria anima – dai pensieri, al comportamento, al modo di essere – e di realizzare in tal modo un processo di creazione e ridefinizione del sé. Per Foucault queste rappresentavano le forme principali della nostra obbedienza, ma soprattutto di una possibile disobbedienza.

~takecare conduce la riflessione su una dimensione medico-filosofica-sperimentale, dove l’attività di cura attiva processi di de-soggettivizzazione, emancipazione e resistenza, proponendo un approccio di ricerca che mira ad azioni-partecipate e al coinvolgimento simultaneo di diversi ambiti disciplinari e dei linguaggi dell’arte.

Language: ita/eng
Dimension (Width x Height) : 170mm x 230mm
Issues: one, two, three, four …
Texts: Lito Kattou, Lucia Leuci, Rada Kozelj, Egle Kulbokaite and Dorota Gaweda (2017); Nicole Colombo, Jacopo Miliani, Marija B. Jones, Christina Gigliotti, Roberta Vaz (2018); Brook Hsu, SAGG Napoli, Nina Cristante, Madison Bycroft, Rosa Ciano (2018); Silvia Morin, Effe Minelli, Bridget Moser, Barbora Fastrova and Johana Posova, Enrico Boccioletti (2019).
Design: takecare collective
Edition of 35 – Face: takecare collective – Insta: takecare0_
Sito: takecarecollective.tumblr.com

culo – Io sono il sole – sebastiano impellizzeri 2019
culo- io sono il sole- sebastiano impellizzeri 2019

Sebastiano Impellizzeri
culo. Io sono il sole (CAPITOLO PRIMO)
2019

TESTO TRATTO DA: Georges Bataille, L’ano solare, 1931

L’erezione e il sole scandalizzano quanto il cadavere e l’oscurità delle cantine. I vegetali si volgono tutti verso il sole e, al contrario, gli esseri umani, benché siano falloidi, come gli alberi, in contrasto con gli altri animali, ne distolgono necessariamente gli occhi. Gli occhi umani non sopportano né il sole, né il coito, né il cadavere, né l’oscurità, ma con differenti reazioni. Quando ho il viso iniettato di sangue, diventa rosso e osceno.Tradisce allo stesso tempo, con i suoi riflessi morbosi, l’erezione sanguinante e una sete impellente d’impudicizia e di dissolutezza criminale. Così io non temo di affermare che il mio viso è uno scandalo e che le mie passioni non sono espresse che dal JÉSUVE. Il globo terrestre è ricoperto di vulcani che gli servono da ano. Benché questo globo non mangi niente, esso tuttavia rigetta fuori il contenuto delle sue viscere. Questo contenuto scaturisce con fracasso e ricade scorrendo lungo le pendici del Jésuve, spargendo dappertutto la morte e il terrore. In effetti, i movimenti erotici del suolo non sono fecondi come quelli delle acque ma molto più rapidi. A volte la terra si masturba freneticamente e tutto sulla sua superficie crolla. Jésuve è così l’immagine del movimento erotico che per rottura da alle idee contenute nello spirito la forza di un’eruzione scandalosa. Quelli in cui si accumula la forza eruttiva sono necessariamente situati in basso. Gli operai comunisti appaiono ai borghesi così laidi e sporchi quanto le parti sessuali e pelose o parti basse: presto o tardi ne seguirà una eruzione scandalosa durante la quale le teste asessuate e nobili dei borghesi saranno tagliate. Disastri, le rivoluzioni e i vulcani non fanno l’amore con gli astri. Le deflagrazioni erotiche rivoluzionarie e vulcaniche sono in antagonismo col cielo. Così come gli amori violenti, si metteranno in rotta di collisione con la fecondità. Alla fecondità celeste si oppongono i disastri terrestri, immagine dell’amore senza condizioni, erezione senza sfogo e senza regole, scandalo e terrore. E’ così che l’amore esclama nella mia gola: io sono il Jésuve, immonda parodia del sole torrido e accecante. Io desidero essere sgozzato mentre stupro la ragazza a cui avrò potuto dire: tu sei la notte. Il Sole ama esclusivamente la Notte e indirizza alla terra la sua violenza luminosa, verga ignobile, ma si trova nell’incapacità di raggiungere lo sguardo o la notte benché le distese terrestri notturne si orientino di continuo verso l’immondizia del raggio solare.

L’ anello solare è l’ano intatto del suo corpo diciottenne a cui niente di così accecante può essere paragonato ad eccezione del sole, sebbene l’ano sia la notte.

Chiara Pergola

Chiara Pergola

POTERE OPERAIO (CLICHE’). Su 100 quotidiani non stampati, presi dagli scarti di avvio rotativa di un popolare quotidiano emiliano, è riprodotta in serigrafia la prima testata di Potere Operaio, uscita il 20 maggio 1967 come giornale politico degli operai di Porto Marghera[1]. Il lavoro è in continuità con la serie di operazioni condotte dall’artista a partire da libri legati alle lotte politiche del ’68 italiano (sCulture, 2007; Epifanie, 2006; Clausura, 2005). Per la produzione di questa tiratura l’artista ha utilizzato il cliché originale della testata. La storia di Potere Operaio come non è mai stata scritta.

Year: 197-2012
Format:  38,5×30,5 cm.
Material: carta di giornale da avvio di rotativa.
Structure: fogli liberi – Edition: 100 copie siglate.

Ettore Pinelli
Ettore Pinelli

Ettore Pinelli

Diario Anarchico
2019
20,8×14,4cm
1/1

Potere troppe volte
Delegato ad altre mani
Sganciato e restituitoci
Dai tuoi aeroplani
Io vengo a restituirti
Un po’ del tuo terrore
Del tuo disordine
Del tuo rumore

(da “Il bombarolo”, Fabrizio De Andrè)

Il futuro, come la crisi, è infatti oggi uno dei principali e più efficaci dispositivi del potere. Che esso venga agitato come un minaccioso spauracchio (impoverimento e catastrofi ecologiche) o come un radioso avvenire (come dallo stucchevole progressismo), si tratta in ogni caso di far passare l’idea che noi dobbiamo orientare le nostre azioni e i nostri pensieri unicamente su di esso.

(da Che cosa resta?, Giorgio Agamben)

Diario Anarchico è un quaderno dal layout essenziale, auto-prodotto e rilegato a mano, contiene una serie di immagini di archivio sulle giornate di lotta armata in Italia e all’estero, e interi paragrafi di testo scritto in corsivo, disegni testuali realizzati a normografo e applicazioni di immagini di gang violente di gorilla, come appunti di immagini sulla duplice natura aggressiva dell’animale/uomo. I testi sono ripresi da un vero manuale della nuova guerriglia urbana anarchica scaricabile in pdf sul web.

 (…) quello che scriviamo in questo testo è il risultato dei dibattiti e delle esperienze che abbiamo accumulato prendendo parte all’insurrezione anarchica permanente. Non si tratta in nessun caso di formule infallibili di pensiero e nemmeno di un manuale d’uso della violenza anarchica.


[1] Cfr. pag. 862 de “L’operaismo degli anni Sessanta. Da “Quaderni rossi” a “Classe operaia”, a cura di Giuseppe Trotta e Fabio Milana, DeriveApprodi, Roma 2008.

#ATPreplica 1 — Saverio Bonato, Calori&Maillard, Ottavia Plazza, Marco Schiavone e Studio Natale – Simone Cametti

#ATPreplica 2 — Franco Ariaudo, Banane Fanzine, Davide Bertocchi, Luca Staccioli

#ATPreplica 3 — Eleonora Luccarini e Sathyan Rizzo, Giulia Liberti, ALMARE, Die Furlani-Gobbi Sammlung

#ATPreplica 4 — Guglielmo Castelli, Fabio Ranzolin, Davide Sgambaro e Ivana Spinelli

#ATPreplica 5 — Valerio Veneruso, Thomas Berra, Matteo Gatti e Sonia D’Alto

#ATPreplica 6 — Marco Schiavone, Gianandrea Poletta, Elena Radice e Melissa Ghidini

#ATPreplica 7 — Irene Fenara, Vincenzo Simone, Anna Elena Paraboschi e Caterina Morigi