ATP DIARY

SCATTI #4 | Arianna Arcara

Continua il progetto Scatti dedicato a 20 fotografi – italiani e stranieri – che lavorano e si relazionano con il territorio milanese. Il progetto è ospitato e promosso da Marsèll Paradise Milano (Via Privata Rezia 2). Ricordiamo che a selezionare i...

Continua il progetto Scatti dedicato a 20 fotografi – italiani e stranieri – che lavorano e si relazionano con il territorio milanese. Il progetto è ospitato e promosso da Marsèll Paradise Milano (Via Privata Rezia 2). Ricordiamo che a selezionare i talenti, oltre che ad un call pubblica, ci ha pensato il team di Marsèll Paradise: Gloria Maria Cappelletti, Marco Cendron e Riccardo Conti.
Dopo Alan MaglioClaudia Difra e Sombrero Twist, è il turno di Arianna Arcara

Seguono alcune domande alla fotografa —

ATP: Quali sono le tue fonti d’ispirazione?

Arianna Arcara: Può nascere tutto da una chiacchierata con un amico, della musica che sto ascoltando, da uno stato emotivo.  A volte invece capita di vedere il lavoro di un altro artista, non necessariamente fotografo, e di trovarne ispirazione per progetti futuri.  Ho la fortuna di viaggiare molto per lavoro e questo mi da la possibilità di vivere e incontrare diversi territori, nuovi e non, e sopratutto di conoscere moltissime persone che sono una fonte inesauribile di visioni e suggestioni.

ATP: Come racconteresti la tua ricerca fotografica? 

AA: Sono co-fondatrice, insieme ad altre 5 fotografi, del collettivo Cesura e della sua casa editrice Cesura Publish. Lo studio nasce nel 2008 con l’intento di occuparsi di fotogiornalismo; ad oggi lo studio conta una decina di presenze, tra fotografi e collaboratori, e negli anni ognuno di noi ha sviluppato il proprio percorso vivendo la fotografia non esclusivamente come mezzo di rappresentazione ma anche come luogo di espressione e di indagine della cultura dell’immagine a partire dalla fotografia. Alla base del nostro operare c’è il confronto, la continua condivisione di progetti e di idee, fondamentale alla nostra crescita. Lavorare in gruppo è quindi una pratica fondante del mio lavoro. Spesso, viaggiando, sviluppo nuove idee che poi riporto a casa dove cerco un confronto con le persone che stimo. Lo scambio che ho quotidianamente con i miei colleghi è fondamentale, così come quello che ho con i soggetti o il luogo che sto fotografando. Non è un caso che tutti i miei lavori abbiamo una radice sociale, ne indagano le dinamiche e le possibilità; guardo all’ambito sociale oltre che a quello estetico, sono legata a una fotografia capace di essere ‘utile’ e non puro formalismo.

ATP: Sei più interessato a catturare l’istante o la durata intrinseca all’immagine?

AA: Non disdegno la street photography ma non fa parte del mio lavoro. Ho sempre la necessità di entrare in contatto con quello che sto fotografando.
Che sia un paesaggio o una persona necessito di prendere il mio tempo per osservare, per rapportarmi in maniera più intima e diretta con il soggetto. Nel mio lavoro sono si osservatrice ma nell’incontro mi nutro io stessa di questa pratica.

© Arianna Arcara
© Arianna Arcara

ATP: Quando lavori a un progetto espositivo, solitamente cosa segui per scegliere le immagini? Qual è il filo conduttore?

AA: La prima fase di selezione delle immagini avviene a prescindere da un eventuale progetto espositivo. Finita questa prima fase pesco da questo bacino di immagini per lavorare a una mostra. In generale non ho delle linee guida che seguo, direi che è tutto variabile in base al luogo e a quello che voglio esprimere con il mio lavoro in rapporto a quello spazio.
Fondamentale, dopo una prima selezione dei materiali raccolti, cercare il confronto dei contenuti emersi con le persone con le quali sto lavorando. Come nel caso di questa mostra, dove ho sviluppato il progetto insieme alla curatrice.

ATP:  In merito all’appuntamento da Marsèll Paradise, SCATTI, cosa racconti con la tua sequenza di immagini?

AA: Il progetto che ho esposto fa parte di un lavoro a più mani curato da Roberta Pagani sulla statale SS36. Questa strada parte da Cinisello Balsamo per poi arrivare fino alla Val Chiavenna. Io l’ho percorsa in auto e a piedi fermandomi a guardare, senza fretta. Ho cercato tracce di umanità nelle vicinanze della statale, mi sono fermata a conoscerle e le ho fotografate. Si tratta di una serie di ritratti, della SS36, che raccontano una precisa identità: la provincia, sempre più periferica rispetto ai proiettori puntati sulla città. Questo paesaggio di provincia è sexy per chi lo abita, è straniero per chi lo transita, per chi è abituato al centro, è vicino ma resta lontano, sfumando nella campagna o in quel che ne resta.
A Marsèll Paradise abbiamo esposto l’incipit del lavoro presentando alcune immagini scattate nel tratto iniziale della SS36, quello attorno all’area urbana di Cinisello Balsamo, appena fuori Milano. La volontà è di proseguire con un formato ‘residenza’.

ATP: Progetti futuri?

SS36 è un progetto ancora in corso, sicuramente mi dedicherò a questo nei prossimi mesi e ad un lavoro che sto portando avanti da un paio di anni su Cipro e sulla sua divisione.
Nel frattempo, dirigo quotidianamente la nostra casa editrice, Cesura Publish e stiamo lavorando, al momento, ad alcune nuove pubblicazioni in uscita per estate e autunno di quest’anno.

© Arianna Arcara
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