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L’edicola liberty diventa casa del contemporaneo

[nemus_slider id=”52560″] Ogni fine settimana, fino al mese di marzo l’ Edicola Radetzky assumerà il ruolo di spazio espositivo e sarà possibile seguire le evoluzioni della ristrutturazione della struttura in stile liberty che diventa teatro del proprio mutamento architettonico attraverso la ricerca artistica contemporanea. Dall’inizio dei lavori, più di venti artisti si sono confrontati con […]

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Ogni fine settimana, fino al mese di marzo l’ Edicola Radetzky assumerà il ruolo di spazio espositivo e sarà possibile seguire le evoluzioni della ristrutturazione della struttura in stile liberty che diventa teatro del proprio mutamento architettonico attraverso la ricerca artistica contemporanea. Dall’inizio dei lavori, più di venti artisti si sono confrontati con questo luogo e hanno realizzato opere che sono materialmente, ed esteticamente, legate al suo recupero. I lavori restituiscono l’identità di questo percorso attraverso i suoni, le immagini, gli strumenti, che contraddistinguono le fasi della rivalorizzazione, opere nelle quali c’è una precisa volontà di integrazione tra diversi ambiti, discipline e linguaggi.

Tutti gli artisti si sono concentrati su un dettaglio della struttura, mettendolo in luce, trasformandolo oppure   enfatizzando una nuova resa estetica per gli arnesi e i materiali protagonisti dei lavori in corso:   Mirco Canesi, per esempio, ha creato un telo per il cantiere che estende lo spazio occupato dall’edicola, Devis Ventureli ha riadattato le luci da cantiere applicando delle piume che volteggiano e le ha appese sul tetto dell’edicola, Daniele Carpi ha ridato valore agli attrezzi da carpentiere usati durante il restauro e realizzato dei grembiuli, la cassetta di legno per custodire gli strumenti è invece opera di Giuseppe Buffoli. Questo laboratorio artistico somiglia ad un vero e proprio opificio, dove le materie prime diventano apparecchi e prodotti finali, così come i cappellini di Giovanni De Francesco con un disegno che mima la guglia sul tetto dell’edicola, oppure il k-way di Yari Miele usato durante i giorni di maltempo per proteggersi dalla pioggia e non fermare il restauro, il lampadario fatto di torce e portabottiglie in plastica, interno all’edicola, è invece un’idea di Stefano Serusi e la tuta blu da lavoro con applicazioni-dedica al cantiere è opera di Samuel Menin.

GIOVANNI DE FRANCESCO - Senza titolo,   2015,   8 cappelli,   pittura su tessuto - Courtesy the Artist and Edicola Radetzky
GIOVANNI DE FRANCESCO – Senza titolo, 2015, 8 cappelli, pittura su tessuto – Courtesy the Artist and Edicola Radetzky

La riflessione degli artisti coinvolti abbraccia anche il luogo che circonda l’edicola ed ecco la pietra di salgemma di Marcello Tedesco legata alla balaustra in pietra, con la quale un po’ si confonde e amalgama, che misura lo svolgimento del restauro sciogliendosi poco a poco, oppure la transenna di Fiorella Fontana che indica i lavori in corso attirando l’attenzione sull’area recintata, o ancora la traccia audio di Luigi Massari che documenta i rumori degli arnesi sulla superficie che viene grattata, levigata, battuta e parallelamente  si unisce al ritmo della città che fa da sfondo. C’è anche chi come Lorenzo Manenti ha donato due occhi alla struttura che osservano i lavori dall’alto, chi ne ha amplificato il volume con un telo che riporta alla mente le tende da campeggio come Davide Spilari, come a dire che l’arte si accampa, pianta le tende e si accasa. I materiali di sintesi usati generalmente per manufatti d’uso quotidiano adesso sono plasmati in sculture e installazioni: si veda il termoventilatore ed argilla di Francesco Saverio Costanzo, oppure la mensola in legno con piedistallo ed inserti in ottone di Jacopo Candotti e Nicole Valenti. Il cantiere ha ispirato anche opere figurative come quelle di Adi Haxhiaj e Bruno Marrapodi, due manifesti pittorici di questo percorso, ed è anche diventato protagonista della carta stampata, in ricordo della funzione originale del luogo, nell’idea di Serena Vestrucci e Francesco Maluta.

Ogni opera, pensata e realizzata per il cantiere, intrattiene con Edicola Radetzky una relazione, proprio perché non solo viene esibita in quel luogo ma occupa o si interseca con una parte di quello spazio, interagendo con il volume e con i piani, restituendo valore alla materia e all’architettura che li ospita. Il cantiere pulsa e produce settimana dopo settimana, guidando la riconversione a ritmo costante, tessendo intrecci e collaborazioni in attesa di vedere quale sarà la nuova veste dell’edicola liberty.

Per approfondire  Intervista con i promotori

STEFANO SERUSI - Radetzky lamp 2016 portabottiglie torce fascette - Courtesy the Artist and Edicola Radetzky
STEFANO SERUSI – Radetzky lamp 2016 portabottiglie torce fascette – Courtesy the Artist and Edicola Radetzky
LUIGI MASSARI - OroLavoro,   2016,   traccia audio amplificatore,   legno,   argilla - Courtesy the Artist and Edicola Radetzky
LUIGI MASSARI – OroLavoro, 2016, traccia audio amplificatore, legno, argilla – Courtesy the Artist and Edicola Radetzky