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Il Pittore e la Modella | Assab One, Milano

[nemus_slider id=”70020″] — Fino al 24 novembre è in corso la mostra  Il Pittore e la Modella — Il rumore dello sguardo o il corpo che guarda negli spazi di Assab One a Milano. Ciascuno dei 35 artisti invitati interpreta, con...

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Fino al 24 novembre è in corso la mostra  Il Pittore e la Modella — Il rumore dello sguardo o il corpo che guarda negli spazi di Assab One a Milano. Ciascuno dei 35 artisti invitati interpreta, con il linguaggio che gli è proprio, uno dei territori più esplorati del fare artistico.
La mostra si articola su tre piani nei vasti spazi di Assab One con dipinti, disegni, fotogra e, video, installazioni, lavori acustici e performance e prevede un calendario di incontri correlati all’esposizione che saranno segnalati durante e nei giorni successivi l’inaugurazione.
Il Pittore e la Modella sviluppa l’esperienza di un gruppo di artisti italiani (Ermanno Cristini, Luca Scarabelli, Cesare Biratoni, Armida Gandini, Federica Pamio) che l’anno scorso hanno partecipato a una residenza ad Aveiro, in Portogallo, su iniziativa di un gruppo di artisti portoghesi che lavorano prevalentemente con la pittura.
CS Il Pittore e la Modella

Con: Pedro Andrade, Simona Barbera, Cesare Biratoni, Vincenzo Cabiati, Gianluca Codeghini, Ermanno Cristini, Leonel Cunha, Mario Dellavedova, Marta Dell’Angelo, Flavio de Marco, Alessio de Girolamo (collaborazione di Elisa Mossa), Mario Dellavedova, Gabriele Di Matteo, Ivana Fall, Matteo Fato, João Fonte, Pino Guidolotti, Armida Gandini, Giovanni Hänninen, Sebastiano Impellizzeri, Francesco Lauretta, Jorge Leal, Corrado Levi, Andrea Mastrovito, Concetta Modica, Angelo Mosca, Giancarlo Norese, Federica Pamio, Luca Pancrazzi, Pedro Pascoinho, Stefano Peroli, Steve Piccolo, Federico Pietrella, Luca Scarabelli, Carlos Seabra.
Testi di: Ermanno Cristini, Rosella Moratto, Simona Squadrito.

Federica Pamio, Sulla sabbia (donna tra le dune) © Eleonora Angiolini
Federica Pamio, Sulla sabbia (donna tra le dune) © Eleonora Angiolini

Il Pittore e la Modella — “Vuoi bere dell’acqua prima di iniziare”
Testo di Simona Squadrito

Affinché si crei un mondo bastano pochi elementi: una sedia, una tela, un pittore e una modella.

«Come mi devo mettere?». Era sempre questa la domanda iniziale. Un «siediti» secco era la risposta. Dopo poche battute cessi di essere amica, compagna, critica, sconosciuta. Diventi modella: un corpo in uno spazio, un oggetto complicato che parla, si muove, si annoia.
Si percepisce subito quando il piano della relazione si stravolge: il pittore cambia voce – diventa severa. Le parole cessano immediatamente d’avere una loro funzione – diventano ingombranti.
La modella capisce presto che non può più aggiungere elementi.Il pittore cambia la sua voce – smette di parlare.
Le frasi si riducono a monosillabi: sì, no; diventano grugniti. Le domande cessano d’esistere.
Il pittore cambia lo sguardo: gli occhi si fanno opachi, si stringono – la distanza aumenta.
La tela è in posizione, bianca. Al lato una tavola di legno incrostata di olio.
Il pittore vuole il suo oggetto, frontale – anche durante la preparazione.
La modella scompare, eppure è costretta a rimanere appoggiata alla sedia.
I gesti del pittore sono uguali, c’è sempre lo stesso rituale da seguire. Il tempo passa e ancora la tela rimane lì, tra loro – bianchissima.

Prima ancora che tutto abbia inizio, arriva la stanchezza: la modella si annoia.
Distratta, si guarda in giro, cambia posizione, alza gli occhi.
«Rimani così, non ti muovere», le secche parole irrompono nella stanza, gli sguardi si incrociano.

Lo sguardo del pittore è sempre più lontano. Il pittore si fa estraneo, sfugge ai sorrisi della modella.
Il pittore non vuole essere trovato.
Arriva il silenzio.
Il pittore, seduto, avvicina la sedia alla tela. La sedia sembra sempre sull’orlo di distruggersi.
Fa sempre lo stesso rumore stridulo.
Il pittore respira, guarda la modella. Il suo sguardo sembra oltrepassarla, eppure è proprio addosso a quel corpo. Il corpo della modella cessa di essere un corpo privato, un corpo-vita e si consegna al regno degli oggetti.

Il silenzio viene rotto, «Vuoi bere dell’acqua prima di iniziare?». Il pittore cambia voce – diventa dolce. La quiete prima della tempesta.
Bisognerebbe rispondere di no: «No. Non voglio l’acqua, sto bene così», e invece la modella risponde di sì. Sa perfettamente che non sarà facile, capisce perfettamente di trovarsi di fronte a una belva. «Sì, grazie».
Il pittore cambia sguardo – ritorna severo, non aveva previsto l’imprevisto.
«Resta ferma, vado io ». La sedia si sposta, il rumore è più stridulo di prima.
La modella beve, e il pittore guarda impaziente il bicchiere svuotarsi.

La tela incomincia a raccogliere i segni, eppure, in contro luce, la modella non vede ancora comparire il suo corpo oggetto.
Lo spazio è il principio.
Il corpo verrà dopo, eppure già pesa la sua futura presenza all’interno della tela.
Lo spazio è tutto, è ciò che circonda il corpo, è ciò che gli dà peso.

Tutto quello che conosco della pittura ha questo principio.
Il mio sguardo, rivolto al dietro della tela, i segni che riempiono la superficie visti in contro luce, al rovescio. La tela che si fa scura, impenetrabile. Il silenzio che fa da cassa di risonanza al pennello.
Tutto quello che so sul segno ha questo principio.
I segni sono prima di tutto dei suoni.

João Fonte, DSCF 2010, 2015 © Eleonora Angiolini
João Fonte, DSCF 2010, 2015 © Eleonora Angiolini
arlos Seabra, Naughty boy, 2016 © Eleonora Angiolini
Carlos Seabra, Naughty boy, 2016 © Eleonora Angiolini
Federico Pietrella_“Dal 22 al 29 Aprile 2002”, 2002 © Eleonora Angiolini
Federico Pietrella_“Dal 22 al 29 Aprile 2002”, 2002 © Eleonora Angiolini