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ATPreplica #2 | Multipli — Arte Fiera, Bologna

A cura di REPLICA – Archivio italiano del libro d’artista / Lisa Andreani – Simona Squadito Il secondo appuntamento di ATPreplica #Multipli – curato da Lisa Andreani e Simona Squadrito – è dedicato a L’Arengario Studio Bibliografico, Libreria Martincigh e Danilo Montanari Editore, tre espositori della sezione Multipli di Arte Fiera, che intende includere tanto le […]

A cura di REPLICA – Archivio italiano del libro d’artista / Lisa Andreani – Simona Squadito

Il secondo appuntamento di ATPreplica #Multipli – curato da Lisa Andreani e Simona Squadrito – è dedicato a L’Arengario Studio Bibliografico, Libreria Martincigh e Danilo Montanari Editore, tre espositori della sezione Multipli di Arte Fiera, che intende includere tanto le gallerie quanto le  librerie specializzate e gli editori, riuniti sotto l’idea comune di un collezionismo democratico, in sintonia con il carattere tradizionalmente inclusivo della manifestazione bolognese.  


Alighiero Boetti, I Mille fiumi più lunghi del mondo (Progetto) (Classifying the thousand longest rivers in the world), auto-edizione, Roma – Ascoli, 1977. Tipografia Sergio D’Auria – Ascoli Piceno, dimensioni  22×16 cm, legatura editoriale in tela rossa.  Courtesy L’Arengario Studio Bibliografico. 

L’arengario Studio Bibliografico

Libro d’artista realizzato da Alighiero Boetti in collaborazione con la moglie Annemarie Sauzeau contenente la schedatura dei mille fiumi più lunghi del mondo, un’operazione avviata nel 1969 con la catalogazione delle informazioni ricevute dai numerosi istituti geografici e ordinate secondo un criterio decrescente di lunghezza. Tiratura di 500 esemplari di cui 150 numerati e firmati con copertina ricamata, 300 numerati da 151 a 450 e 50 con numerazione romana. Esemplare firmato dall’artista. 

“Il libro è composto da una breve introduzione, scritta da Annemarie Sauzeau, che ne racconta lo scopo, la metodologia e le incongruenze e da 1.000 pagine senza indice, ognuna delle quali riporta tutte le informazioni raccolte intorno ai fiumi ordinati in ordine decrescente. Ordinare e classificare più informazioni possibili sulla misurazione dei fiumi nasce da una duplice esigenza. Da una parte, la tendenza scientifica all’organizzazione e alla catalogazione dei dati secondo una metodologia uniforme e omogenea e, dall’altra, la necessità di mettere in evidenza i dubbi, le contraddizioni, i problemi linguistici e di metodo che continuamente si pongono non appena si cerca di razionalizzare un insieme di dati. Per ogni fiume vengono indicate quattro informazioni: nome, sorgente, sbocco al mare e lunghezza. Tali notizie sono quasi sempre accompagnate da notazioni che indicano sia le varie denominazioni sia le diverse misurazioni dei tratti in cui ogni fiume si suddivide in base al territorio che sta attraversando. Raramente i due dati coincidono. Il libro fu inizialmente presentato a Basilea nel 1978, poi nel maggio da Paul Maenz a Colonia e in giugno a Roma presso la galleria Il Cortile.” (Giorgio Maffei)

Video-cassetta VHS edita in una tiratura di 300 copie numerate e firmate Peter Fischli e Davide Weiss, copia n. 109 firmata dagli artisti al colophon stampato sulla custodia e sull’etichetta applicata video-cassetta.
Peter Fischli e David Weiss, The Way Things Go / Der Lauf der Dinge, edito da Monika Sprüth Galerie, Köln, 1987. Stampato da Noris – Trasportverpackung – Nürnberg, dimensioni 12,1×20,5 cm, legatura: custodia cartonata editoriale. Courtesy L’Arengario Studio Bibliografico.

Il film The Way Things Go (“Il senso delle cose”), trasmesso per la prima volta a Documenta 8 nel 1987, è l’opera più celebre del duo di artisti svizzeri. Negli oltre trenta minuti del film, una serie di oggetti disposti nello spazio si risvegliano e si animano: sacchetti di plastica, pneumatici, palloncini, candele, scatole, pezzi di legno, bottiglie, teiere e altri materiali di uso quotidiano si rincorrono in una serie esilarante di reazioni a catena accuratamente messa in scena nello studio di Fischli / Weiss, un effetto domino in cui caos e ordine si sfidano all’infinito in un concatenarsi di eventi che rivela come la vita quotidiana possa nascondere qualità inaspettate e sorprendenti, piccoli miracoli e straordinari imprevisti. (L’Arengario Studio Bibliografico) 

Didascalia: Robert Barry, Leo Castelli invites you to an exhibition by Robert Barry at Yvon Lambert / Paris during the month of February 1973, edito da Leo Castelli e Yvon Lambert, New York / Parigi, 1973, dimensioni: 22,8×10 cm. Courtesy L’Arengario Studio Bibliografico.

“With his Invitation Project, conceptual art pioneer Robert Barry reflected on the growing global strategic partnerships between museums and galleries that developed in the 1960s and continued in the early 1970s. Barry asked his dealers to send an invite for each successive show at the next gallery. The project ended with Galleria Sperone sending an invitation card to the Paul Maenz gallery, thereby closing the circle”. (In & Out of Amsterdam: Travels in Conceptual Art, 1960–1976, ed. Christophe Cherix, 2009).

Cartoncino d’invito tipografico stampato in bianco e nero. Edito da Leo Castelli a New York in occasione della mostra (Parigi, Yvon Lambert, febbraio 1973) per la serie Invitation Project dell’artista.

“Attraverso gli inviti Barry crea un progetto, Invitation Piece del 1972-73. Si tratta di un sistema circolare di inviti a sue mostre, in cui ogni galleria produce un invito che rimanda alla mostra in un’altra galleria e così via. Da Paul Maenz a Colonia ad Art & Project di Amsterdam a Jack Wendler di Londra a Leo Castelli di New York a Yvon Lambert di Parigi a MTL di Bruxelles a Franco Tosekli di Milano a Gian Enzo Sperone di Torino. Come ha spiegato l’artista è questo un itinerario geografico contestualizzato alla stagione artistica da lui affrontata ogni anno da ottobre a giugno”. (Angela Madesani in  Artists’ invitations 1965 – 1985 di Bruno Tonini, Ravenna, Danilo Montanari Editore, 2019).


Vincenzo Agnetti,  dettaglio, Note sul ritratto di tutti. Multiplo firmato e numerato in 100 copie, stampato in tecnica mista, litografia e serigrafia, Milano: Jabik & Colophon editori, 1975. Courtesy Libreria Martincing 

Libreria Martincigh

In foglio grande (cm. 105 x 78), Agnetti ricompone in una immagine unica il viso di A. costruito con un raffinato fotomontaggio in bianco nero. Unisce gli occhi tratti da una fotografia di A. bambina, il naso da una foto di A. in giovane età e nel giorno del suo matrimonio, mentre la bocca e il mento sono tratti da una foto di A. in età matura.
Il risultato è un sorprendente ritratto fotografico che comprende tutte le età della vita di A. e prende origine dall’opera unica intitolata L’età media di A. 1973 – 1974.
La scritta al margine superiore unita al senso di quella al margine inferiore del foglio, riassume il concetto, “Tu sei il testimone nascosto dietro la tua immagine / La tua immagine muta a causa delle tue testimonianze”. (Libreria Martincingh)

Dick Higgins, Emmett Williams’s ear. L’orecchio di Emmett Williams. Uno pezzo per pianoforte,  tirato in 170 copie numerate e firmate,  Reggio Emilia: Edizione Pari & Dispari, 1977. 

Due grandi fogli sciolti ripiegati (cm. 34 x 27) con interventi figurativi di Higgins sul pentagramma, senza note musicali ma indicazioni per l’esecuzione. “La forma dei segni dovrebbe suggerire, letteralmente imitare ciò che essi rappresentano – stelle, costellazioni, la sfera erotica (il cuore per esempio), etc., nello stesso tempo il chiaroscuro dei simboli grafici deve essere interpretato ugualmente letteralmente (p.e. le linee verticali indicano accordi), il pezzo va eseguito su di uno strumento a tasti usando solo i tasti bianchi…”

Bruno Munari, Presenza degli antenati 1964-1970. Milano: Edizioni Danese, 1970. Courtesy Libreria Martincigh

Cartella con 7 fogli (33 x 33 cm.) stampati in serigrafia a colori e firmati a matita dall’Autore e comprende l’invito alla mostra di presentazione con un testo di Munari che scrive, “ Quando mia nonna Luigia vedeva un bambino nuovo / lo guardava ben bene e poi senza staccare lo sguardo gli diceva / il naso è di tua mamma, gli occhi sono del papà / ma lo sguardo è della zia Bernarda che sta a Verona e non viene mai a trovarmi / le orecchie sono di tuo nonno / la bocca è di ma sorella Kim / Il bambino sorrideva e mia nonna continuava / il sorriso è di uno zio che noi non avevamo mai visto / ma che aveva lasciato il paese da anni e adesso lavora (dice lui) in Australia / ma da tanto tempo non si sa più niente. / In altre parole / quando in un eterozigote / per una coppia di alleli si formano i gameti / metà di questi contengono uno dei due alleli / l’altra metà l’altro allelo. / Gli alleli cioè, per la seconda legge di Mendel, segregano alla meiosi / portandosi in gameti differenti / Dalla combinazione casuale dei gameti / poi / deriva la distribuzione fenotipica. “ (Libreria Martincigh)


Giulio Paolini, Le Chiavi del museo, con un testo dell’autore, cm 35 x 35, 9 moduli a parete litografati e una struttura di base in cartoncino fustellato e serigrafato, 32 + XVI esemplari f. e n., Ravenna: Danilo Montanari Editore, 2004.  Courtesy Danilo Montanari Editore. 

Danilo Montanari Editore 

Le chiavi del museo è un progetto nato da una mia proposta, prontamente trasformata in altro. Ovvero avevo in mente una sorta di museo portatile, idea in vero non proprio originale, ma che ritenevo essere nelle corde dell’artista. Il quale artista non mi disse che la mia idea era, come dire, un po’ troppo prevedibile, ma mi propose a sua volta un progetto molto più complesso. Messaggio ricevuto. Il lavoro si compone di una scatola che contiene oltre a un testo dell’artista (che sarà poi ripreso nel libro Quattro passi nel museo edito da Einaudi), 9 tavole con disegni e brevi testi e appunto le quattro pareti del museo, fustellate, che si incastrano a formare una struttura tridimensionale, mentre le tavole vanno a formare un quadrato a parete.
(Danilo Montanari

Giulio Paolini, L’Autore sconosciuto, con un testo dell’autore, cm 66 x 66, 120 esemplari f. e n. di cui 90 in numeri arabi e 30 in numeri romani con una litografia e collage su carta, Ravenna: Danilo Montanari Editore, 2008. Courtesy Danilo Montanari Editore.

L’autore sconosciuto è forse il più paoliniano, se mi si passa il termine, dei progetti realizzati insieme. Subito identificabile seppure con pochi elementi, con quella matita che parla. Si tratta di una tavola quadrata dentro la quale è fissato un altro quadrato incollato, ma libero in un angolo, e appunto una matita di cartone fustellato. Anche in questo caso l’opera è accompagnata da un libretto che contiene un testo dell’artista. (Danilo Montanari

Giulio Paolini, Visita privata, litografia, cm 33 x 39, 50 esemplari numerati e firmati, di cui 35 in numeri arabi e XV in numeri romani, Ravenna: Danilo Montanari Editore, 2022. Courtesy Danilo Montanari Editore.

“Visita a studio” nasce da un’idea più semplice. Anni fa la rivista Riga dedicò un numero monografico a Italo Calvino. Tra le immagini a corredo c’era un collage realizzato da Paolini che rappresentava Calvino con una bicicletta con il manubrio sprint, probabilmente una Bianchi, che reggeva la tavola di Lezione di pittura, un libro da me stampato nel 1995 per Alvaro Becattini e le sue edizioni Exit. Volevo farne un manifesto, ma Giulio ha voluto invitare oltre a Calvino, Borges, Klein e Fontana. Dopo diversi tentativi la scelta è ricaduta su una riproduzione fotografica che riproduce il collage originale dell’artista. (Danilo Montanari