ATP DIARY

Al via l’open call per ARTES | ArtVerona 2016

Ha preso avvio da oggi la open call per partecipare alla terza tappa di Artes: il format ideato da Andrea Bruciati dedicato ogni anno a una diversa disciplina. Dopo il disegno e la pittura, per l’edizione 2016 è la fotografia...

Ha preso avvio da oggi la open call per partecipare alla terza tappa di Artes: il format ideato da Andrea Bruciati dedicato ogni anno a una diversa disciplina. Dopo il disegno e la pittura, per l’edizione 2016 è la fotografia il medium prescelto. L’esito sarà una mostra allestita in occasione della 12° edizione di ArtVerona: “Xmq of pit, ready for the mosh! Progetto di composizione fotografica e mash-up” a cura di Valentina Lacinio. Il progetto si sviluppa secondo la formula, oramai rodata, della messa a confronto di maestri storici con giovani leve. L’iscrizione sarà possibile fino a domenica 3 luglio 2016 e gli artisti selezionati saranno 50.

ARTES – Presentazione

ARTES – Scheda per la candidatura

Valentina Lacinio, con il contributo di Andrea Bruciati, selezionerà 12 artisti rappresentati da gallerie presenti in fiera. Ognuno di loro esporrà un’opera ritenuta significativa per il progetto, che verrà disposta in modo coerente nello spazio dedicato, secondo un principio espositivo relativamente tradizionale. La mostra sarà aperta al pubblico contestualmente all’inaugurazione dei padiglioni, venerdì 14 Ottobre 2016.

Come spiega la stessa curatrice, il progetto prevede diverse fasi, “un count-down di contenuti, un mese prima circa e documentati anche grazie alla piattaforma di ATPdiary, che prevedono contributi di intellettuali, artisti, musicisti etc. Un’altra fase è quella più operativa che consiste nel formato standard del progetto in fiera, esito dell’open call e l’allestimento in loco. Un’altra fase è quella che si svilupperà come evento collaterale a Verona nei giorni della fiera”.

Caratterizzato da “connessione e rivelazioni”, la mostra – ma a questo punto è riduttivo chiamarla tale, visto il magmatico iter di gestazione – si presenta come l’esito di una costellazione nella quale ogni opera fotografica sarà parte di una struttura più ampia che “rievoca lo spirito del sistema rizomatico acentrico, non gerarchico e non significante, dove le opere dei Maestri daranno il via al corpo dell’esposizione, assumendo le sembianze di uno scheletro invisibile che man mano verrà assorbito.” L’ambizione di “Xmq of pit, ready for the mosh!” è quella di dare una nuova prospettiva (e freschezza) al linguaggio fotografico, partendo proprio dall’interrogazione sul proprio statuto e sulle sue forme espressive, anche in relazione all’indisciplinato utilizzo che si fa degli attuali mezzi tecnologici come smartphone e la ricaduta delle immagini nei social media. Dalla pellicola dei grandi maestri, alla digitalizzazione massimalista, il progetto farà dunque emergere sicuramente momenti di rottura, stasi e conflitto sul concetto stesso di fotografia (e immagine) contemporanea.

“Dopo 2000Maniacs e Some Velvet Drawings, ‘Xmq of pit, ready for the mosh!’ si pone come terzo capitolo metodologicamente a metà tra il primo e il secondo.” Spiega Lacinio. “Se nel progetto di Lorenza Boisi la riflessione si presentava come volutamente caotica e ossessiva, mentre Eva Comuzzi ha dato voce con grande grazia al sussurro tiepido del disegno, questo mio progetto-figlio presenta una duplice natura (bipolare) ed è dedicato all’esplorazione del medium fotografico secondo un principio di entropia, intesa come “progressivo annullamento delle articolazioni e delle gerarchie interne al sistema”. Da qui la suggestione legata alla poetica punk hardcore e in particolare al momento del mosh-pit, inteso come incontro-scontro, a tratti irrimediabilmente violento, in cui a livello allestitivo il formato della quadreria è ripensato per essere esploso, fluido, acentrico e non gerarchico. La volontà è quella di caricare il progetto di ulteriori incursioni, sia concettuali che artistiche; per questo intendo attivare delle collaborazioni con giovani artisti, curatori e teorici, che contribuiscano all’apparato concettuale del progetto con interventi ibridi. La multidisciplinarietà è un nodo fondamentale. Per questo al format interno della fiera saranno affiancati due ulteriori snodi: la serie di contributi appena citati e un evento collaterale in città co-curato dall’artista Corinne Mazzoli.”

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#?ArtVerona2016

#ArtesXmqofpit

Charles Peterson,   Mosh Pit at Endfest,   Kitsap County,   Washington,   1991
Charles Peterson, Mosh Pit at Endfest, Kitsap County, Washington, 1991
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