ATP DIARY

Curatori italiani e artisti italiani

Testo di Stefano Raimondi Caro Antonio* ho letto con molto interesse la tua analisi alla domanda formulata da ATP Diary a una trentina di curatori italiani, riguardante la richiesta di segnalare  le due migliori mostre dell’anno, una realizzata in Italia e una all’estero. Premetto, a titolo informativo e senza approfondire le motivazioni, che io sono […]

Maurizio Cattelan, Cesena 47 – A.C. Forniture Sud 12, 1991. Fotografia b.n, 120 x 190 cm. Courtesy Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
Maurizio Cattelan, Cesena 47 – A.C. Forniture Sud 12, 1991. Fotografia b.n, 120 x 190 cm. Courtesy Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino

Testo di Stefano Raimondi

Caro Antonio*

ho letto con molto interesse la tua analisi alla domanda formulata da ATP Diary a una trentina di curatori italiani, riguardante la richiesta di segnalare  le due migliori mostre dell’anno, una realizzata in Italia e una all’estero. Premetto, a titolo informativo e senza approfondire le motivazioni, che io sono tra quelli che hanno segnalato una mostra collettiva all’estero (Dreamlands al Whitney) e una “mostra” personale di un artista straniero in Italia (Christo).

Ritengo che nella tua utile analisi affermi una grande verità, ossia che in Italia ci sono degli artisti con una ricerca assolutamente valida, ma a mio avviso le modalità e i risultati dell’analisi non sono completamente condivisibili e di conseguenza è errata, sebbene molto mediatica e di facile, frustante condivisione, la dicotomia curatore vs artista che ne risulta. Quello che vorrei fare è provare a proporre un’altra analisi che spero altrettanto utile per continuare ad approfondire un discorso che è di assoluto interesse e che hai avuto il merito di sviluppare.

I motivi per cui non condivido la tua analisi sono essenzialmente tre. Il primo è che una domanda generale viene analizzata contemporaneamente secondo due categorie: italiano/straniero, italiano giovane/italiano over 60. Se consideriamo queste categorie e non altre – sono sicuro sarebbero emersi probabilmente altri dati interessanti – credo che per lo meno vadano estese a tutta la ricerca, non solo agli artisti italiani. Di che nazione sono gli altri artisti? Quanti anni hanno? Io sinceramente non ho approfondito ma sarebbe sicuramente da fare per avere un quadro corretto della situazione.

In secondo luogo mi sembra che il risultato che emerge è sorprendente per i motivi contrari a quelli che evidenzi. Il fatto che ci siano 5 segnalazioni di mostre personali di artisti “storici” italiani e 4 di artisti “giovani”  evidenzia qualcosa di particolarmente importante: i “giovani” curatori italiani hanno un occhio trasversale e temporalmente esteso verso quello che riguarda la storia dell’arte contemporanea italiana e ne riconoscono l’importanza e probabilmente intravedono una ricerca che non solo non si è esaurita ma ha modo di essere rinegoziata e approfondita.  Personalmente sono stupito di come siano “solo” 5 gli artisti storici italiani nominati e “ben” quattro quelli giovani, all’interno di questo di sondaggio che non aveva alcun vincolo temporale. Forse che i “giovani” curatori debbano limitarsi solo o principalmente ai propri coetanei?

Nonostante questo il totale di mostre personali di artisti italiani segnalate sono 9 su 37 (quasi il 25%). Ossia un quarto delle mostre personali segnalate a livello globale sono di un italiano. Ci farei la firma, e immagino anche tu e tutti gli artisti, se questo succedesse nella realtà!

Ma come sappiamo“evil is in the detail”, e così i numeri diventerebbero più interessanti se facessimo un’ ulteriore divisione, ossia quante di queste mostre personali di artisti italiani sono state fatte all’estero e quante in Italia? Bene, se ho guardato correttamente, una sola su nove delle migliori mostre personali del 2016 di un artista italiano  è stata fatta all’estero (Luca Pancrazzi a Sant Moritz) e le altre in Italia. Il che vorrebbe dire che avremmo una percentuale di quasi il 45% ( 8/18) di artisti italiani nominati tra le mostre personali più importanti del 2016 in Italia e un 5% ( 1/19) in quelle straniere. Converrai che il 45% è un numero molto significativo (anche se diviso quasi equamente tra giovani e over), mentre il 5% può aprirsi a altre importanti discussioni.

Infine il terzo motivo, altrettanto importante, è che un’analisi del genere a mio avviso non andrebbe fatta su opinioni relative a quale sia la mostra migliore dell’anno ma su dati più concreti: per esempio sarebbe interessante sapere dai musei AMACI (per avere un campionario altrettanto ampio e di riferimento, limitandoci all’arte moderna e contemporanea) quale è la percentuale di artisti italiani e stranieri rappresentati e in che rapporto è con analoghe istituzioni all’estero. Questo ci darebbe sicuramente uno scenario più chiaro e sono certo che rimarremmo stupiti nello scoprire i risultati di questa ricerca. Eccoli: dal 2003 al 2012.

Numero mostre collettive dedicate ad artisti italiani nei musei AMACI: 183
Numero mostre collettive dedicate ad artisti stranieri nei musei AMACI: 74
Numero mostre collettive miste presentate nei musei AMACI: 333

Numero mostre monografiche dedicate ad artisti italiani nei musei AMACI: 619
Numero mostre monografiche dedicate ad artisti stranieri nei musei AMACI: 321

Infine una postilla, davvero Antonio credi sinceramente che: “Non vi possono essere ragioni economiche o sistemiche nel momento in cui si decide di selezionare uno straniero invece che un italiano in un Best Of”? Sarebbe divertente dirlo ai “poveri” direttori delle fiere italiane che si sono ritrovati a rispondere alla domanda, qui si specifica per nazionalità e anagrafica: “Chi sono i 5 migliori giovani artisti italiani” e le cui risposte hanno amorevolmente scatenato le ire di tutti gli esclusi e le maldicenze da bar dei colleghi con l’ accusa infondata di non capire nulla d’arte.

Quello che voglio dire è che secondo me il dato che emerge è l’opposto di quello che sostieni, più che “artisti italiani vs curatori italiani?”, la cui domanda posta nel tuo titolo diventa concreta nel suo sviluppo, direi che, volenti o nolenti, stiamo tutti (o quasi) insieme sulla stessa barca ma invece di riconoscerlo e sostenerci a vicenda, vediamo fratture dove forse non ci sono e non ci dotiamo di strumenti altri, molto più utili e necessari per provare a migliorare la situazione. Credo sinceramente che c’è un ampio gruppo di curatori italiani che, nonostante le debolezze di cui tutti siamo a conoscenza, sostiene e supporta una valida ricerca da parte degli artisti italiani, in un contesto globale che oggi, come nel calcio, non ci vede più primissime teste di serie, ma sempre temibili outsider.

* Testo di risposta ad una riflessione sui the Best 2016 di Antonio Grulli, Curatori italiani vs artisti italiani?

THE BEST 2016

Hanno partecipato: Luca Lo Pinto, Simone Menegoi, Ilaria Gianni, Rossella Moratto, Domenico de Chirico, Emanuele Guidi, Davide Giannella, Barbara Casavecchia, Matteo Innocenti, Lorenzo Bruni, Eva Fabbris, Francesco Garutti, Francesco Urbano Ragazzi, Lorenzo Balbi, Marianna Vecellio, Stefano Raimondi, Antonio Grulli, Andrea Bruciati, Marina Dacci, Marinella Paderni, Elvira Vannini, Adriana Rispoli, Ilaria Bonacossa, Denis isaia, Piero Gaglianò, Massimo Torrigiani, Eugenio Viola, Maria Chiara Valacchi, Mariuccia Casadio, Martina Angelotti…