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Vertigine del cambiamento: esplorare la società contemporanea attraverso la videoarte | MAST Bologna

Testo di Gaia Grassi — La Fondazione MAST, che fin dalla sua nascita si dedica all’analisi di temi legati all’industria e al lavoro, si trasforma in un palcoscenico per l’arte multimediale e in continua evoluzione con la mostra Vertigo – Video Scenarios of Rapid Changes, curata da Urs Stahel. Un viaggio coinvolgente e dinamico attraverso […]

Mostra Vertigo – MAST, Bologna – Installation view
Lucy Beech, Flush, 2023 Film still © Lucy Beech. Courtesy of the artist, Kunstinstituut Melly and Max Planck Institute for the History of Science

Testo di Gaia Grassi

La Fondazione MAST, che fin dalla sua nascita si dedica all’analisi di temi legati all’industria e al lavoro, si trasforma in un palcoscenico per l’arte multimediale e in continua evoluzione con la mostra Vertigo – Video Scenarios of Rapid Changes, curata da Urs Stahel. Un viaggio coinvolgente e dinamico attraverso le mutazioni della società, che si snoda da un video all’altro in uno spaccato delle problematiche e dei sentimenti tipici della nostra contemporaneità.

Dal 10 febbraio al 30 giugno, le sale del MAST accolgono 34 opere video di artisti provenienti da ogni angolo del mondo. Il tema dei rapid changes (trasformazioni rapide) si manifesta in ambiti vitali come il lavoro, i processi produttivi, il commercio, i nuovi comportamenti, la comunicazione, l’ambiente naturale e il contratto sociale. La decisione di Stahel, esperto del medium fotografico, di abbracciare una tecnica così diversa rappresenta una sfida audace ed evidenzia la sua versatilità e la sua capacità di adattamento alle mutevoli esigenze dell’arte. Come racconta: «Oggi ci troviamo a fare i conti con parametri in continua evoluzione, cambiamenti di proporzioni così colossali in termini di portata, velocità e qualità che non siamo più in grado di comprenderli, e nemmeno riusciamo a reagire in maniera adeguata. Il più delle volte ci sentiamo storditi, insicuri e smarriti: la vertigine – intesa nel senso più ampio, come incertezza, ottenebramento, mancanza di chiarezza e capogiro – è divenuta la nuova normalità».

La mostra, ricca in materiali e in input, ci lascia, come la nostra “nuova normalità”, un senso di vertigine. Si struttura in sei sezioni tematiche, ognuna delle quali offre una prospettiva unica sul tema delle mutazioni connesse tra loro da una serie di intermezzi, che fungono da commenti agli eventi che costellano il presente. Attraverso opere di diversa durata, alcune anche di più ore, il pubblico viene coinvolto in un’esperienza multisensoriale. I video esposti infatti riflettono la diversità e la complessità del mondo contemporaneo: dai ritmi frenetici delle fabbriche cinesi di 15 hours di Wang Bing, al delicato equilibrio tra uomo e macchina in Unboxing the future di Anna Witt, ogni video offre uno sguardo personalissimo sulle sfide e le opportunità del nostro tempo. La mole del materiale proiettato in mostra sembra rievocare la massa delle informazioni e dei processi che elaboriamo ogni giorno, una quantità troppo grande per essere assorbita in una sola volta, tanto più se veicolata da un mezzo dinamico e coinvolgente come il video. Forse l’intento del curatore è anche questo: riportare il visitatore all’interno degli spazi del MAST per vivere un rapporto più confortevole tra spazio e visitatore e fruire in maniera sempre più completa e da diversi punti di vista le opere. In questo senso la mostra si configura come un’azione per ostacolare il vorace meccanismo di consumo delle informazioni e delle esperienze, che rende sempre più obsoleti i mezzi di informazione tradizionali come la lettura e la scrittura. 

Will Benedict, All Bleeding Stops Eventually, 2019 Film still © Will Benedict. Courtesy of the artist, DIS.ART and TBA21
Mostra Vertigo – MAST, Bologna – Installation view
Douwe Dijkstra, Neighbour Abdi, 2022 Film still © Douwe Dijkstra and Richard Valk. Courtesy of Zen Movie

Nel panorama della mostra, emergono opere dal forte valore artistico che vanno oltre lo sguardo freddo del documentario. Una di queste è Broken Spectre di Richard Mosse. Questa monumentale creazione, dedicata alla distruzione della foresta amazzonica dove l’artista sta lavorando da qualche anno, è una vera sorpresa. Attraverso tre schermi, l’opera offre una visione contrastante della devastazione causata dalla deforestazione su larga scala, con tecniche di ripresa particolari e perturbanti. Il suono creato dal sound artist Ben Frost si propaga lungo il terreno, avvolgendo il nostro corpo in un abbraccio sonoro. Frost ha legato un registratore agli alberi abbattuti, catturando con microfoni ad ultrasuoni le sinistre sonorità prodotte dagli insetti, che ricordano il ronzio delle motoseghe. Questa combinazione di suoni, intensa e penetrante, sollecita il nostro cervello fino al punto di saturazione, mentre le immagini proiettate su uno schermo largo 20 metri completano un’esperienza sensoriale coinvolgente.

La varietà degli artisti coinvolti, provenienti da generazioni e contesti culturali diversi, arricchisce ulteriormente l’esperienza della mostra. Ai nuovi tempi moderni di Cao Fei in Asia One, alla cruda realtà delle strade di Skid Row di Los Angeles in The only reason… di Julika Rudelius, ogni opera offre una prospettiva culturale e sociale unica e stimolante sulla società odierna

Unici Italiani in mostra sono Eva & Franco Mattes con The Bots–Italian Market, Turkish Market e Spanish Market. Sono lavori che sollevano importanti questioni riguardanti la moderazione dei contenuti online e il ruolo delle grandi piattaforme tecnologiche nella gestione della libertà di espressione. Utilizzando il formato dei tutorial di make-up online, i Mattes mettono in evidenza la dissonanza tra l’apparentemente innocuo immaginario dei tutorial e i temi politici sensibili che vengono affrontati sotto forma di suggerimenti di trucco. Il commento critico su come ingenti quantità di contenuti pericolosi o delicati siano gestiti da singoli moderatori, spesso senza chiara comprensione delle aziende per cui lavorano, è particolarmente rilevante. Questo solleva preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla responsabilità delle grandi piattaforme tecnologiche, che spesso si affidano a contratti con mediatori esterni, mantenendo così un certo grado di anonimato e riducendo la loro responsabilità legale.

In un’epoca in cui la velocità del cambiamento è diventata una costante, Vertigo – Video Scenarios of Rapid Changes ci porta in un viaggio stimolante attraverso le sfide della società moderna, utilizzando non solo la videoarte ma anche la struttura della mostra e lo spazio fisico della Fondazione come medium per esplorare le complesse dinamiche del nostro tempo. In un’epoca caratterizzata da cambiamenti rapidi e sfide globali, queste opere ci invitano alla riflessione e allo stesso tempo ci spingono a esplorare attivamente le implicazioni dei mutamenti che ci circondano. Vertigo non è solo una mostra di videoarte, ma un’opportunità per interrogare criticamente il nostro ruolo in un mondo in continua trasformazione.

Simon Dybbroe Møller, What Do People Do All Day – Building a New Road, 2020-2022 Film still © Simon Dybbroe Møller. Courtesy of the artist and Francesca Minini, Milan
Richard Mosse, Broken Spectre, 2022 Film still © Richard Mosse. Broken Spectre was co-commissioned by the National Gallery of Victoria, VIA Art Fund, the Westridge Foundation, and the Serpentine Galleries. Additional support was provided by Collection SVPL and Jack Shainman Gallery. Director/Producer: Richard Mosse, Cinematographer/Editor: Trevor Tweeten, Composer/Sound Design: Ben Frost
Kaya & Blank, Intermodal, 2023 Film still © Kaya & Blank, by SIAE 2024. Courtesy of the artists
Dominique Koch, Sowing the Seeds for the Future, 2020 Film still © Dominique Koch. Courtesy of the artist. Sound design and music by Tobias Koch. Featuring conversations with Andreas Weber, Mahmoud Solh, Mariana Yazbek and Ali Shehadeh
Mostra Vertigo – MAST, Bologna – Installation view