Testo di Cecilia Larese De Santo —
Due mostre si guardano da una lato all’altro del campo, in un contrappunto curatoriale che vibra tra il dopoguerra e il presente, tra le pagine delle riviste e lo sguardo giovane della pittura.
Nello spazio della galleria Mare Karina, Bruno Alfieri. Editoria e riviste per l’arte e l’architettura contemporanea, a cura di Chiara Carrera e Mario Lupano, si dispiega come un archivio pulsante. Il materiale storico presente in mostra non rimane un cimelio ma assume la disposizione di un’opera visiva totalizzante, una biografia di una figura storica tra le più influenti nella scena culturale italiana del dopoguerra: Bruno Alfieri fu editore, critico e curatore ma soprattutto fu un instancabile promotore di riviste e pubblicazioni che hanno segnato la storia dell’arte e dell’architettura. Le riviste presenti non sono solo oggetti da consultare ma testimonianze attive di un pensiero: tra le pagine di Lotus, Zodiac, Pagina, Metro, e tra le lettere, disegni e cataloghi dimenticati, ritroviamo dei sogni editoriali che sanno ancora parlare.
Ad aprire la mostra, come una chiave che dischiude tutto, il piccolo catalogo della collezione Guggenheim curato per la Biennale del 1948. Da lì, si snoda una narrazione fatta di corrispondenze epistolari e incontri, con al centro l’intenso dialogo con Giuseppe Marchiori, critico e complice, con cui Alfieri costruì un pensiero condiviso sull’arte come atto pubblico e privato. Il loro carteggio, esposto per la prima volta, è una partitura intima del dibattito artistico italiano e di un rapporto lungo oltre trent’anni.
Nella Venezia del secondo dopoguerra dove grandi esposizioni, figure di spicco e artisti dialogavano senza gerarchie tra i vari caffè, Alfieri vide un laboratorio, un campo magnetico di possibilità.



Queste possibilità si ripresentano dall’altra parte del campo, tra i tavoli imbanditi e le pareti conviviali della Trattoria da Jonny.
(di) Fronte non è solo una mostra: è un gesto, una sguardo al passato come potenziale modalità per il futuro. Qui, una generazione di giovani artisti espone i propri lavori come frammenti di un dialogo con la città che li ospita e che ascolta. Il titolo, (di) Fronte, è un gioco di specchi: un rimando al Fronte Nuovo delle Arti, nato nel 1946 tra le sale del ristorante all’Angelo – a pochi passi da Piazza San Marco – per iniziativa di Marchiori e sotto la protezione silenziosa di Bruno Alfieri.
Contesto questo dove si videro nascere opere come i trittici commissionati a Vedova, Santomaso e Pizzinato, uno dei quali presente nella collezione del MoMa di New York. Allora, i ristoratori erano mecenati, i piatti si scambiavano con le tele, le trattorie diventavano così luoghi di produzione e fruizione culturale. Oggi, questa mostra raccoglie quell’eredità senza nostalgia ma con consapevolezza: l’arte può ancora farsi vita quotidiana, può ancora abitare spazi conviviali senza perdere la sua ricerca e raffinatezza.
Gli artisti coinvolti sono tutti legati a Venezia per radici, formazione o scelta. Alternandosi tra pittura e disegno, sono lavori che riflettono una pratica radicata nel contesto urbano e culturale lagunare. La volontà di Marta Barina, curatrice della mostra, è quella di presentare delle opere che dialoghino con temi differenti e che non siano vincolate da un unico stile pittorico, ma che riportino uno spirito condiviso e ancora attivo a Venezia. La mostra non si limita a replicare un modello nostalgico, ma lo rinnova, affermando con forza la vitalità dell’arte contemporanea veneziana e la possibilità, ancora oggi, di creare spazi di condivisione inediti tra artisti, pubblico e luoghi della vita quotidiana.
In questo doppio dispositivo espositivo, Mare Karina non propone un semplice omaggio, ma una poetica del fare. Venezia non è più solo scenario, ma diventa complice di un mondo editoriale e curatoriale unico. Così, tra gli archivi di Bruno Alfieri e la vivacità degli artisti contemporanei, prende forma una città che non ha mai smesso di essere laboratorio di condivisione.
Artisti: Artists: Alessandro Miotti, Alice Moschetta, Camilla Giannotti, Daniele Antoniazzi, Francesco Casati, Francesco Zanatta, Gianpaolo Murtas, Giuseppe Di Liberto, Jlenia Renier, Jure Kastelic, Maddalena Pamio, Marila Scartozzi, Michele Cesaratto, Pierluigi Scandiuzzi.
Cover: Alice Moschetta, Nicole, Olio su tela, 11×20, 2025



