Hanno ‘scavato’, studiato e viaggiato per dar vita ad un contenitore ‘senza scadenza’ o meglio, a lunga conservazione visto che l’intenzione è proprio di rendere il magazine una sorta di ‘libro d’artista’ (prima edizione: tiratura 2500 copie). In questo numero – impacchettato dentro una scatola di cartone serigrafata con un’esplosione di Vascellari – c’è anche un vinile sempre realizzato dall’artista con la performance sonora di tal Tiberio che simula lo scoppio delle bombe con la propria voce (tra le altre tracce).
Arte ma anche e sopratutto moda. unFLOP riscopre una grande stilista come Mariuccia Mandelli alias Krizia: fashion designer che negli anni ’80 ha creato abiti scultorei e forieri di tante bizzarre idee, oggi spacciate per ‘novità’ (penso ai continui ritorni dell’animalier…). Servizi di moda imprevedibili, connotati da un alta dose di consapevolezza sul tuttovisto-tuttodigerito; Sesso e politica; unisex > ‘non sono nè donna nè uomo, sono e basta’; palestre polacche come set; chador, ventaglio e sombrero, tutti stagione p/e reinterpretati da Elèna Nemkova ecc. ecc.
“Ogni numero invitiamo un artista a realizzare il package e un vinile, fatto in esclusiva per noi. Il termine rivista per unFLOP paper sembra un po’ limitante, trattandosi di un progetto editoriale complesso e ambizioso. Non è un magazine d’informazione ma di approfondimento. Osserviamo l’arte con gli occhi della moda e viceversa osserviamo la moda con gli occhi dell’arte. E’ una bella sfida. La risposta positiva al primo numero ci sta dando ragione.”
“Il prezzo non si può considerare ‘popolare’. Perchè spendere 35 euro per unFLOP paper? Se pensi che insieme alla rivista, avrai un’edizione limitata di un package e di un vinile realizzati in esclusiva da un artista, il prezzo è più che popolare. Chi compra unFLOP paper, compra anche un progetto d’arte.”
Dimenticavo l’ultimo ‘non’, molto importante. Le ‘penne’ di questo primo numero non sono anonimi scribacchini alle prime armi, nè tanto meno gente improvvisata che sproloquia sul + o -. Rogers Salas (El Pais), Ana Finel Honigman (critica d’arte e di moda, Berlino), Emmanuelle Lequeux (Le Monde), Lorenza Pignatti (D, La Repubblica) ecc. ecc.