Testo di Ilaria Dal Lago —
Quando si vedono due lune nel cielo o ci si trova dentro un film post-apocalittico, o in un sogno particolarmente visionario, oppure in un’opera d’arte.
La mostra Sotto Lune Gemelle/Under Twin Moons alla galleria di Norma Mangione di Torino parte dal presupposto che la pittura possa creare un mondo in cui possono esistere due lune, sdoppiando un elemento unico e irripetibile e costruendo una narrazione parallela alla realtà.
Inaugurata il 10 dicembre in occasione del Turin Art Week-End promosso dall’associazione TAG – Torino Art Galleries, la mostra è una collettiva che si concentra sulla pittura di cinque artisti molto diversi tra loro – Michael Bauer, Raynes Birkbeck, Stefanie Popp, Bernd Ribbeck e Salvo – con opere mai esposte prima nello spazio.
La scelta di non presentare un comunicato stampa che introduca in qualche modo allo spettatore la mostra sembra sottolineare la volontà sottesa a questa collettiva: far parlare le opere e ascoltarle, immergendosi a pieno nelle scelte figurative degli artisti.
Quello che si può fare, guidati dalla gallerista Norma Mangione, è cercare dei fili conduttori e delle corrispondenze che mettano in dialogo le opere tra loro. Il paesaggio di Bauer in Green cloud, golden moon and sleeper (2020) e la natura morta di Salvo, ad esempio, hanno in loro degli elementi – il cerchio e la frutta – che richiamano le lune protagoniste del titolo della mostra. La precisione dei disegni e il caos del colore nelle opere di Ribbeck, i fili in Steltz (Valentino) (2019) di Popp e il dialogo a quattro mani creato nelle opere King of England (2020) e Batman, Pet-Dino and Russian Girlfriend (2020) realizzate da Birkbeck e Bauer rimandano a concetti come la tensione tra opposti e le dicotomie.
La mostra, che si lascia alle spalle una lunga chiusura delle gallerie, punta all’essenziale. Mette al centro la pittura e, in un certo senso, anche lo spettatore, lasciato libero di esplorare i mondi creati dagli artisti. Le protagoniste sono le opere, i loro colori e le percezioni che arrivano direttamente agli occhi di chi le guarda.
Il titolo della mostra, ripreso da un’opera di Stefanie Popp non esposta, e l’idea delle due lune gemelle sembrano evocare il meccanismo dei flip book, i libri con tante immagini che cambiano gradualmente tra loro e che, se sfogliati velocemente, ne simulano il movimento e l’animazione. Guardate lentamente, quelle immagini riproducono la stessa forma affiancata senza mai sovrapporsi, come se il tempo fosse congelato e loro rimanessero sempre uguali. Le lune gemelle che convivono negli spazi della galleria alludono alla doppia realtà che questo momento ci ha portato a vivere: due realtà che non si incastrano e fanno fatica a scorrere, come bloccate in un eterno presente. Ecco che una mostra come Sotto Lune Gemelle arriva a concederci il tempo di fermarci a osservare quello che c’è intorno, nell’attesa di vedere scorrere le due realtà più velocemente, e poterne riconoscere, come nelle pagine in movimento di un flip book, una sola, in movimento.