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Uncommitted Barnacle | Madison Bycroft racconta la sua mostra personale a Centrale Fies

Dal 9 giugno al 3 luglio Centrale Fies presenta la prima mostra personale di Madison Bycroft (classe 1987) a cura di Barbara Boninsegna, Simone Frangi e con la curatela esecutiva di Maria Chemello Uncommitted Barnacle, trasformando gli spazi della Galleria Trasformatori della Centrale in un percorso espositivo che prenderà vita grazie alle sue performance il […]

Work in progress – Madison Bycroft at Centrale Fies – Photo credits Roberta Segata
Madison Bycroft at Centrale Fies – Photo credits Roberta Segata

Dal 9 giugno al 3 luglio Centrale Fies presenta la prima mostra personale di Madison Bycroft (classe 1987) a cura di Barbara Boninsegna, Simone Frangi e con la curatela esecutiva di Maria Chemello Uncommitted Barnacle, trasformando gli spazi della Galleria Trasformatori della Centrale in un percorso espositivo che prenderà vita grazie alle sue performance il 9 e l’11 giugno inaugurando le cinque giornate di LIVE WORKS SUMMIT (9 – 13 giugno). Accanto a Bycroft, Josèfa Ntjam e Joar Nango creano un percorso espositivo inedito nella Sala Comando di Centrale Fies.

La mostra site-specific di Madison Bycroft a Centrale Fies nasce stravolgendo l’architettura della Galleria Trasformatori. Bycroft crea una versione alterata e disorientante di uno spazio di 180 mq, sala iconica della Centrale, nella quale trovano combinazione inediti elementi architettonici, opere già facenti parte della sua produzione e oggetti pensati, de-costruiti e ricostruiti ad hoc, inaugurando una nuova e inafferrabile natura ed esperienza di immersione e attraversamento della Galleria.

Segue un testo dell’artista —

Sogno di tornare a Centrale Fies da quando ho partecipato a LIVE WORKS nel 2017. Quindi mi ha reso molto felice ricevere un invito a sviluppare una nuova performance e una mostra per l’estate del 2021.

Il lavoro uncommitted barnacle sarà temporaneamente collegato alla Galleria Transformatori – un interessante spazio con sei nicchie. Quando sono statə invitatə, stavo leggendo il libro di Virginia Woolf The Waves, che è una storia raccontata sotto forma di sei soliloqui, dai sei personaggi centrali: Bernard, Susan, Rhoda, Neville, Jinny e Louis. I personaggi sono sia loro stessi che gli altri cinque insieme: le loro voci si mescolano e sono a volte difficili da separare. Mi ha fatto immaginare le nicchie di Centrale Fies come gole o spazi da cui potevano emergere voci diverse e fondersi l’una con l’altra.

Work in progress – Madison Bycroft at Centrale Fies – Photo credits Roberta Segata
Work in progress – Madison Bycroft at Centrale Fies with Elisa Pezza – Photo credits Roberta Segata

Le sei voci possono essere le mie stesse voci, oppure venti che soffiano da una direzione e passano sopra una cavità, fischiettano le proprie articolazioni. Se sei diversi elementi si combinassero tra loro, qualcosa di essi sarebbe destabilizzato, in modo che la loro direzione sarebbe deviata o sovvertita o si dissolverebbe o seguirebbe una curva. E ho pensato al disorientamento causato da una tempesta, o da un rumore, o dall’essere sballottatə da un’onda estremamente ampia.

All’inizio del processo ho progettato diverse architetture per lo spazio. Si trattava di ostacoli o strutture che avrebbero orientato il mio corpo e la mia direzione. Volevo che ci fossero superfici dure che fungessero da limiti con cui convivere o contro cui spingere. Gli uncommitted barnacles [Cirripedi non impegnati ndt] potrebbero rinunciare alla presa sulle loro architetture, staccarsi da superfici e strutture confortevoli e arrendersi alla marea.

Durante la mia residenza di maggio a Centrale Fies ho trascorso molto tempo a scrivere e a sviluppare la sceneggiatura. Nell’ultimo anno ho ricercato il galleggiamento come metodologia di pensiero, disorientamento e piacere. Mi piace che l’attività mi permetta attivamente di essere passiva – di essere portata via da un’onda. L’idea di Romain Rolland di “sentimento oceanico” è presente per me senza limiti. L’orientamento dipende dal tempo, dal mio stato digestivo e dal resto della vita intorno a me. Non è orientato agli obiettivi, non è impostato al raggiungimento o alla realizzazione. Ho cercato di inserire elementi di questo nella sceneggiatura, nella narrazione – aperta e opaca.

Durante la residenza, ho fatto le prove con le strutture e costruito alcuni piccoli elementi scultorei. Ho provato a ballare e ho inviato video di movimenti goffi ad amic3. Ho iniziato a cucire e costruire anche i costumi – sono piuttosto astratti e, spero, diano ai personaggi – (The Side Guy, Back, Doug, Front One, Above-it e AWOL) spazio per cambiare idea, deviare o esitare.

Work in progress – Madison Bycroft at Centrale Fies with Elisa Pezza – Photo credits Roberta Segata
Work in progress – Madison Bycroft at Centrale Fies with Maria Chemello, executive curator – Photo credits Roberta Segata