Un Americano a Roma*

3 Giugno 2012
 Giovanni Kronenberg, La leggerezza dell’arrossire, 2002 – 2007
  Jochen Lempert,   Untitled, 2009
Carlo Gabriele Tribbioli, Ancora agitazioni nel sepolcro del Nacigno, 2007
 
Alessandro Piangiamore, Scirocco e Ponenetino, 2011 – Installazione sonora di Matteo Nasini, Untitled Pass Through, 2012
Luisa Gardini, Senza titolo, Senza titolo e Senza titolo (1965, 1965, 1968)
 Nicola Pecoraro, Untitled, 2011
 Richard Gasper, Uff, 2011
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Nei giorni della fiera Roma Contemporary la Nomas Foundation ha presentato la mostra ” Smeared with the gold of the opulent sun”, a cura di Chris Sharp. Il curatore americano propone la sua visione sulla città di Roma, attraverso il lavoro di otto artisti che vi risiedono o vi hanno risieduto, anche solo per lavoro. La mostra è elegante e raffinata in molte delle sue scelte, sicuramente ben curata e fuori da logiche ovvie e prevedibili, aspetto che è ben giustificato dalla puntuale ricerca compiuta dall’attento curatore. Il concetto che ha scelto per unire le opere degli artisti è quello della mancanza, dell’assenza o scomparsa di un ipotetico personaggio che ha vissuto in un’altrettanto ipotetica città (non necessariamente Roma), dove ha registrato avvenimenti, aspettato l’amore, osservato fenomeni, raccolto oggetti. Le opere infatti, sembrano rappresentare – chi con molta, altri con meno intensità  – queste azioni.
Apre idealmente la mostra il bonsai di Giovanni Kronenberg (già visto allo Studio Guenzani anni fa ma ora installato decisamente meglio), nella cui corteccia l’artista  incide un cuore con le lettere G  P. “Tributo alla fragilità della memoria e al nutrimento di cui essa ha bisogno per funzionare e sopravvivere, ” spiega il curatore.  Segue la scultura/costume di Carlo Gabriele Tribbioli derivante da una precedente performance, in cui l’artista ha indossato questo costume in piombo, elemento che in un lontano passato serviva per scacciare gli umore ‘saturnini’. Installate sul pavimento le due sculture di Alessandro Piangiamore. Selezionate dal più grande progetto ‘Tutto il vento che c’è’, le due piccole sculture, Ponentino e Scirocco, sono due blocchi di terra forgiate dai due venti.
In mostra i delicati “manufatti” di Luisa Gardini, forse in parte smorzate da un piedistallo troppo ingombrante. Purtroppo , nel caos dell’opening, non ho potuto sentire l’installazione sonora di Matteo Nasini, che nel vociferare andava completamente persa. L’artista ha simulato il rumore del vento con degli strumenti da lui costruiti. Questa è forse l’unica pecca strutturale della mostra. Alle pareti l e opere di Nicola Pecoraro che ha fotografato dettagli di paesaggio urbano per intervenire poi sulle immagini con emulsionanti. Jochen Lempert  espone una singola fotografia in bianco e nero scattata in Via della Pace mentre abitava a Villa Massimo nel 2009 che mostra uno ‘scultoreo’ alveare costruito sul cornicione o capitello di un edificio storico.
Chiude la mostra una strana scultura posata sul pavimento di Richard Gasper.  L’oggetto è formato da una lastra di argilla cotta e perforata, conservata in un blocco di resina trasparente. “Questo oggetto stranamente elusivo, pittorico e scultoreo insieme e i cui tratti spiazzanti e fascinosi ricordano sia la carne umana sia qualcosa di commestibile, potrebbe essere interpretato come una sorta di reperto scientifico, o il frammento di un tutto più grande e indefinibile. Uff occupa quello spazio di relativa imperscrutabilità che è quella che caratterizza la mostra nel suo complesso.” Spiega Sharp.

* ‘Un americano a Roma’ è un film del 1954 diretto da Stefano Vanzina, con un esilarante e indimenticabile Alberto Sordi 🙂  

 Chris Sharp, Luisa Gardini, Matteo Nasini, Alessandro Piangiamore
Giovanni Kronenberg, Carlo Gabriele Tribbioli, Cecilia Canziani, Ilaria Gianni, Nicola Pecoraro
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