Testo e intervista di Olga Cantini —
Pensato nel 2020 e iniziato nella primavera del 2021, Ultravioletto è il progetto che sostiene i giovani artisti italiani nella produzione delle loro opere d’arte, ideato dalla curatrice e project developer indipendente Sonia Belfiore. Gli artisti, con una residenza di breve durata, sono ospitati all’interno di imprese italiane dove produrranno due opere d’arte contemporanea usufruendo dei materiali e del know how dell’azienda: un’opera rimane in azienda, l’altra all’artista. Arte ed impresa, entrambe capaci di leggere il presente anticipando il futuro, collaborano energicamente in uno scambio di conoscenze, mentre l’unicità ed il talento di ognuno vengono valorizzati. Ultravioletto permette all’artista di sperimentare i materiali aziendali senza costi, mentre l’impresa si racconta in maniera del tutto unica attraverso un’opera.
La prima residenza è avvenuta con l’artista Federico Cantale (Legnano, 1996) presso la VENETIAN GOLD, San Giorgio di Nogaro (UD), azienda che si occupa dell’estrazione, lavorazione, progettazione e posa di lastre di pietra naturale. Cantale è un’artista prevalentemente scultoreo che dà vita a forme familiari e al contempo perturbanti. In questa impresa, una squadra di artigiani specializzati si è dedicata all’estrazione e alla lavorazione di pietra naturale e l’artista ha realizzato Felina, un sensuale gatto nero con il singolare granito Fantastic Black che l’artista mira a valorizzare.
Giulia Poppi (Modena, 1992) è stata l’artista ospite in Plastopiave, Conegliano (TV), azienda leader nel settore dei contenitori in plastica. Poppi, con il suo background di opere in grado di stimolare sensazioni tattili attraverso i materiali sintetici e i giochi di luce, ha realizzato l’opera Sffsssshh con granuli plastici, ottenendo una superficie vibrante di bagliore che rimanda a forme naturali ed organiche.
La terza residenza, appena terminata, ha visto l’artista Nicole Colombo (Monza, 1991)in collaborazione con Nord Resine, Susegana (TV). Da più di trent’anni l’impresa si concentra nell’offerta di prodotti avanzati di sistemi impermeabilizzanti, industriali e decorativi a base di resinosa, mentre la pratica di Nicole Colombo dà vita a nuove possibili narrazioni attraverso personaggi fittizi, avatar e oggetti che l’artista rimuove dal loro contesto per farli coabitare in un altro con elementi sensuali e aggressivi, provocando nello spettatore sensazioni contrastanti. L’opera realizzata con la Nord Resine è Lilith, un’installazione in fibra di carbonio e resina che si presenta come una ciocca di capelli avviluppata nello spazio con carica elastica. Nella mitologia mesopotamica Lilith è un demone femminile associato ai fenomeni naturali e nell’Ottocento diventa simbolo di libertà per le donne. Oggi Nicole Colombo rappresenta Lilith con l’elemento organico del carbonio, mettendolo in relazione alle peculiarità del personaggio.
Olga Cantini: Perché e in che momento nasce il tuo progetto Ultravioletto?
Sonia Belfiore: Stavo pianificando di dar vita ad un progetto di produzione da ormai qualche anno; nel mio percorso lavorativo collaboro a stretto contatto con artisti, soprattutto emergenti o mid-career italiani, e la difficoltà nel produrre opere nel nostro paese è sempre stato un argomento ricorrente. Durante la pandemia questa criticità è emersa in maniera ancora più evidente e così mi sono chiesta come poter contribuire in piccola parte per incentivare la realizzazione di nuovi lavori; lavori che spesso non vengono realizzati perché la produzione spesso non è sostenibile dalla singola persona. La risposta che mi sono data è stata quella di partire dal nostro territorio, dal Made in Italy, un territorio che vanta moltissime eccellenze imprenditoriali, con alle spalle storie, materiali e prodotti incredibili. Il progetto è partito attivamente nella primavera del 2021 e mette in dialogo questi due protagonisti al fine di creare un percorso virtuoso e arricchente per entrambi.
OC: Nel tuo progetto, in che modo l’artista e l’azienda entrano in contatto? Dal punto di vista curatoriale, come metti in dialogo i due interlocutori?
SB: Artista ed azienda si scelgono reciprocamente affinché la collaborazione sia quanto più organica e coerente per entrambi gli interlocutori. Le aziende che partecipano al progetto sono lungimiranti, attente e ricche di storia da raccontare mentre gli artisti coinvolti sono, ad oggi, tutti under 35 italiani selezionati sulla base della loro ricerca e del loro percorso. Ammiro e seguo da anni il percorso di Federico Cantale, Giulia Poppi e Nicole Colombo, ero al corrente di loro progetti nel cassetto non ancora realizzati o di materiali che avrebbero voluto conoscere e sperimentale. Sulla base di questo e delle linee distintive dell’azienda propongo rispettivamente ad entrambi i protagonisti delle strade e creo un momento d’incontro nel quale si possano conoscere in fase preliminare. Nel mio percorso lavorativo faccio moltoscouting, e sono continuamente alla ricerca di artisti con cui collaborare in futuro.
OC: Gli artisti che hanno partecipato al progetto si mettono alla prova sperimentando materiali e processi nuovi, come hanno vissuto il momento della creazione dell’opera in azienda?
SB: I 3 artisti ad oggi coinvolti, Federico Cantale, Giulia Poppi e Nicole Colombo non avevano mai lavorato prima con i rispettivi materiali: pietra naturale, granuli di plastica e fibra di carbonio. Inoltre nessuno di loro aveva mai lavorato all’interno di spazi aziendali. Credo che lavorare con materiali nuovi inneschi molta curiosità ma anche una buona dose di imprevedibilità. È un po’ un atto di fiducia, una comune volontà di mettersi in gioco e sperimentare insieme. Tanto l’artista quanto l’azienda. L’artista rilegge il materiale, lo interpreta e lo manipola in modi nuovi rispetto a quello dei collaboratori che vi si interfacciano ogni giorno per scopi produttivi.
Federico Cantale ha lavorato mettendo al centro la lavorazione in lastre di pietra naturale di VENETIAN GOLD, scegliendo un materiale che lavora esclusivamente l’azienda, un granito Fantastik Black. Alla creazione dell’opera hanno contribuito attivamente anche i collaboratori aziendali, utilizzando delle lavorazioni interne all’azienda. Felina, un magnetico gatto nero, è coerente con la progettazione meticolosa ed esplosiva che caratterizza la ricerca dell’artista ed esalta al contempo l’unicità dell’azienda. Giulia Poppi invece ha selezionato una tipologia di granuli trasparenti in PETG che l’azienda lavora in fase iniziale per creare i suoi contenitori lavorandoli in maniera del tutto nuova. L’artista è riuscita a manipolare il materiale sino a renderlo resistente ma leggero, prezioso e cangiante, esaltandone la bellezza. Il processo di realizzazione è stato lungo e laborioso in quanto dimensione e allestimento dell’opera, Sffsssshh, sono stati realizzati ad hoc per gli spazi aziendali. Anche in quest’esperienza il dialogo e l’interesse dell’azienda e dei suoi collaboratori è stato di grande stimolo per l’artista, felice che l’opera potesse essere fruita da tutti.
OC: In una nostra telefonata mi hai definito la residenza di Nicole Colombo come “molto sperimentale”, perché?
SB: L’opera di Nicole è la più grande realizzata all’interno del progetto ed è stata progettata come lavoro da esterno, il che implica delle ulteriori riflessioni. Oltre a questi due aspetti l’artista ha indagato e portato al limite le potenzialità del materiale, non solo quelle concettuali ma anche quelle fisiche. In dialogo con Nord Resine, azienda attiva da oltre 30 anni che produce sistemi impermeabilizzanti, industriali e decorativi per l’edilizia, Nicole ha progettato e proposto un’opera che si autosostiene, grazie ad una sapiente lavorazione formale, interamente fatta di fibra di carbonio. Insieme in una sfida e in una continua scoperta Nicole e Nord Resine hanno realizzato giorno dopo giorno un’opera in continua evoluzione che ha seguito le caratteristiche e le reazioni tipiche del materiale. Lilith è una ciocca di capelli che nasce dal terreno, si districa avviluppandosi su se stessa e si libra veloce ed elegante nello spazio.
OC: Oltre alla collaborazione tra l’impresa e l’artista, c’è anche un lato partecipativo? Che forma prende la spettatorialità nel tuo progetto?
SB: L’opera che rimane in azienda dialoga con i suoi spazi entrando nella vita quotidiana e lavorativa dei suoi collaboratori. La fruizione dell’opera da parte di collaboratori, clienti e fornitori è una parte fondamentale del progetto. Credo che portare l’arte al di fuori degli spazi a cui solitamente è preposta possa creare delle contaminazioni interessanti e virtuose.
Un altro aspetto importante è la presenza dell’artista all’interno degli spazi di lavoro dell’azienda per una o due settimane, questo innesca una reale curiosità e partecipazione da parte di entrambi gli interlocutori. Durante la residenza vengono infatti scambiati punti di vista sul processo di produzione, sulle capacità del materiale e dei processi nonché riflessioni e interpretazioni sull’opera. Se l’azienda mette a disposizione il suo know how, l’artista rilegge il materiale e i processi in una chiave nuova capace di scaturire nuove intuizioni per l’azienda.
Durante tutte le residenze le aziende hanno contribuito attivamente, nell’ultima residenza ad esempio tra Nord Resine e Nicole Colombo giornalmente è stato fatto un confronto tra artista e collaboratori per capire che materiali provare e come procedere.
OC: Un buon progetto è quello che genera altri progetti, ci sono altre programmazioni per il 2022?
SB: Si! Ad oggi sono in programma altre residenze, alcune con materiali molto diversi da quelli attivati ad oggi ed alcune con le stesse aziende che, entusiaste del progetto, vogliono sostenere la produzione artistica e continuare a raccontarsi in modo speciale attraverso la sensibilità e la ricerca di altri artisti.