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Fino al 18 Aprile, nella vetrina di Operativa Arte Contemporanea di Roma, sarà possibile vedere (e acquistare) la nuova collezione di TM®?€ firmata da Enrico Boccioletti e Roberto Fassone, cinque nuovi capi che recano i brand Parrenault, Nike Kelley, Ai Huawei, Super Mario Airò e Yves Klein.
Abbiamo fatto alcune domande a Simona Squadrito, che si è occupata della curatela del progetto.
ATP: Per prima cosa, vorrei chiederti come si legge e si pronuncia il nome del progetto.
Simona Squadrito: Il progetto TM®?€ si pronuncia “True”.
ATP: In che modo è nata l’idea di TM®?€?
SS: Il progetto TM®?€ è nato nel 2014. All’epoca, Enrico e Roberto si trovavano in residenza a Viafarini. Una sera, durante una cena, i due artisti decidono di realizzare un progetto in coppia, ed è così che ai due viene in mente l’idea di produrre una serie di magliette da vendere fuori dalle gallerie, un po’ come succede ai banchetti installati all’uscita dei concerti. La suggestione di partenza sono state le magliette con i loghi 80’s heavy metal di Felix Gonzales Torres. Raccontando in seguito l’idea a Luca Resta, è venuto fuori ironicamente “Louis Vitone”, e da qui Enrico e Roberto hanno iniziato ad accostare e fondere tra loro i nomi dei famosi brand internazionali a quelli degli artisti e dei curatori contemporanei più noti. È così che è nata la prima collezione, tagliata da Vanessa Birkenstock, con i loghi di: Giony, Bonami, Mertz, Louis Vitone.
ATP: Data la particolarità del progetto, come avete concepito il display negli spazi di Una Vetrina della galleria Operativa Arte Contemporanea?
SS: Pensando a un possibile intervento per Una Vetrina, mi è subito venuto in mente il lavoro di Roberto Fassone ed Enrico Boccioletti, la prima serie di capi TM®?€. Ho pensato di utilizzare equivocamente lo spazio come una vetrina vera e propria. L’idea è piaciuta subito agli artisti e per l’occasione hanno prodotto cinque nuovi loghi – Parrenault, Yves Klein, Ai Huawei, Nike Kelly, Super Mario Airò -, per 5 nuovi capi: una felpa, una maglia sotto giacca, una maglietta sportiva in tessuto sintetico, un magliettone e un capo per bambini. Il display doveva assomigliare il più possibile a quello di una vetrina. Sono stati i curatori Gianni e Giuseppe Garrera, insieme al gallerista Carlo Pratis, a installare il tutto. In questo caso gli artisti si sono comportati come fanno tutti i produttori di capi, che ricevono un ordine e inviano il tutto al negoziante, che decide autonomamente di allestire la vetrina del proprio negozio. In vetrina c’è anche un masterpiece, un capo della vecchia collezione: la canotta Louis Vitone. Ci sono inoltre due oggetti destabilizzanti, l’inizio di un nuovo lavoro.
ATP: Giocando su delle assonanze con nomi di noti marchi commerciali, TM®?€ mette in relazione questi ultimi con nomi di artisti e curatori. In un certo senso, il nome degli artisti e dei curatori sono diventati un po’ come dei brand, e come questi attestano la qualità di un “prodotto”. Nel testo che presenta il progetto scrivi: “procede nel territorio del divertissement, configurandosi anche come un distacco ironico dalla realtà, un esercizio di leggerezza”. Credi che il progetto possa avere anche implicazioni più profonde?
SS: Certamente. Ciò che è ironico, parodico, è estremamente profondo. In questo progetto l’elemento giocoso convive con altri elementi più seri. Vi è la messa in atto di quello che nelle teorie della letteratura carnevalizzata proposta dal filosofo Michail Bachtin viene chiamato lo “scoronamento dell’eroe”. Bachtin, in uno dei suoi più celebri testi, Estetica e Romanzo, scrive: «Tutto ciò che è autenticamente grande deve comprendere in sé un elemento di riso. In caso contrario, diventa minaccioso, terribile o retorico; in ogni caso, limitato. Il riso rimuove gli sbarramenti e libera il cammino […]. Il riso e la libertà. Il riso e l’uguaglianza. Il riso avvicina e familiarizza. Non si può decretare il riso, la festività. La festa c’è fin dall’origine o è senza origine». In questo progetto gli opposti sono intelligentemente uniti tra di loro e l’alto – in questo caso l’arte – convive con il basso, ovvero il marketing. La parodia messa in atto sta appunto nell’imitazione di loghi famosi, da tutti facilmente riconoscibili, dove vengono in modo evidente riprodotti elementi del modello “testuale” ma con uno stravolgimento, seppur sottile, portandoci a dei ragionamenti assurdi. Nello stesso tempo TM®?€ lascia allo spettatore la decisione di trovare delle risposte agli equivoci che questo progetto genera: è solamente un gioco o un’irriverente lettura della realtà? L’arte è concepita dagli artisti in questione come pura merce?