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Arte contemporanea e cinema: tra prime internazionali e grandi maestri torna Lo Schermo dell’Arte 2022

Testo di Arianna Canalicchio — Al via la quindicesima edizione di Lo Schermo dell’Arte, il festival diretto da Silvia Lucchesi che dal 16 al 20 novembre animerà Firenze con più di 30 appuntamenti tra proiezioni, talk e incontri con artisti....

Rosa Barba Plastic Limits – For the Projection of Other Architectures, 2021 35 mm film, color, optical sound. Film still © Rosa Barba / VG Bild-Kunst, Bonn 2022
Philippe Parreno, La quinta del sordo (2021, 40’) Still dal film Courtesy dell’artista

Testo di Arianna Canalicchio

Al via la quindicesima edizione di Lo Schermo dell’Arte, il festival diretto da Silvia Lucchesi che dal 16 al 20 novembre animerà Firenze con più di 30 appuntamenti tra proiezioni, talk e incontri con artisti. Dislocato tra il Cinema La Compagnia, CANGO Cantieri Goldonetta, l’Accademia di Belle Arti e Palazzo Strozzi, il festival torna a proporre una panoramica delle recenti produzioni internazionali di film d’artista e documentari sull’arte contemporanea. 
Quest’anno il Focus sarà su Rosa Barba, artista siciliana classe 1972, che inaugura il programma con l’installazione Inside the Outset: Evoking a Space of Passage visibile dal 15 novembre presso CANGO. Barba, vincitrice di numerosi riconoscimenti internazionali, porta avanti un lavoro di ricerca che attraverso il mezzo cinematografico e l’installazione si propone di analizzare le mutevoli relazioni tra il paesaggio e l’uomo. La rassegna a lei dedicata si svolgerà tra il 16 e il 17 novembre con la proiezione di cinque film e il talk in cui la troveremo in dialogo con Roberta Tenconi, curatrice Pirelli Hangar Bicocca. 

Ad aprire la settimana di proiezioni, Insurrection, l’esordio cinematografico dell’artista statunitense Andres Serrano  che ricostruisce attraverso riprese dal vivo e materiale d’archivio, l’attacco a Capitol Hill del 2021. Lo Schermo dell’Arte come ogni anno cerca di proporre tra film e documentari, le novità e le ultime produzioni internazioni, ma non mancheranno gli omaggi ai grandi maestri, dall’incontro avvenuto a trent’anni dalla fine della loro collaborazione, tra Marina Abramović e Ulay, al nuovo documentario di Pierre-Paul Puljiz sulla vita di Jean-Michel Basquiat. La regista iraniana Mitra Farahani con A vendredi, Robinson offre invece l’ultima apparizione sul grande schermo del regista Jean-Luc Godard, mentre La quinta del sordo di Philippe Parreno è un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte che porta lo spettatore a immergersi nell’universo di Francisco Goya.

Yaara Bou Melhem, Unseen Skies (Stati Uniti, Australia, 2021, 98’) Still dal film
Harold Crooks e Judd Tully, The Melt Goes On Forever: The Art and Times of David Hammons (Stati Uniti, 2022, 100’) Blizzard Ball animation still, 2022 Credit Tynesha Foreman

I temi affrontati dal festival spaziano da questioni sociali a riferimenti politici, declinati con differenti sguardi sul mondo; particolarmente sentito è il problema del confine, che troviamo in Foragers. Al-Yad Al-Khadra, dell’artista americana di origine palestinese Jumana Manna, un lavoro nel quale rivela apertamente le contraddizioni del conflitto tra le autorità israeliane e il popolo palestinese.

Lawrence Abu Hamdan in 45th Parallel ci conduce fisicamente in un luogo attraversato dalla frontiera: l’Haskell Free Library and Opera House, esattamente a metà tra Stati Uniti e Canada. La linea e il confine dividono anche l’artista francese Pauline Curnier Jardincon e le detenute della Casa di Reclusione Femminile della Giudecca, con le quali ha dato vita al lavoro Adoration. 
A fare da contraltare ai grandi problemi sociali, di cui si fa portavoce anche Gerard Ortín Castellví che in Agrilogistics affronta il tema dello sfruttamento della natura, troviamo chi utilizza la macchina da presa per parlare in maniera intima e molto personale di questioni private: è un percorso di redenzione quello raccontato da Alysa Nahmias in Art & Krimes by Krimes mentre Eric Baudelaire con A Flower in the Mouth mette in scena un dialogo sul tempo e la morte. A chiudere il festival sarà invece William Kentridge con il documentario Self-Portrait As A Coffee Pot girato durante il lookdown. 
Il programma di questa edizione si propone di indagare le tendenze più attuali nel campo di cinema e arti visive,non soltanto attraverso le proiezioni in sala, ma anche grazie a due Talk: venerdì 18 novembre Barbara Grespi e Andrea Pinotti del progetto di ricerca An-icon dell’Università degli Studi di Milano e Paola Valentini dell’Università degli studi di Firenze parleranno delle forme di sperimentazione emergenti fra arte e cinema e la potenzialità delle extended reality. Il 19 novembre saranno invece al centro del dibattito le nuove possibilità in ambito curatoriale tra spazi fisici e spazi digitali, in un incontro tra Sophie Cavoulacos, curatrice del Department of Film/MoMA, Andrea Lissoni direttore artistico della Haus der Kunst Monaco, e Valentine Umansky, curatrice International Art /Tate Modern.

Torna in fine VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images la call internazionale curata da Leonardo Bigazzi e dedicata ad artisti under 35. Gli otto artisti selezionati (Jérémie Danon, Aziz Hazara, Paul Heintz, Simon Liu, Randa Maroufi, Gerard Ortín Castellví, Maryam Tafakory e Yuyan Wang) avranno l’opportunità di rimanere in residenza presso Lo Schermo dell’Arte per tutta la durata del festival e di lavorare e confrontarsi con curatori e direttori di istituzioni museali.

Gerard Ortín Castellví, Agrilogistics (Spagna, Regno Unito, 2022, 21’) Still dal film
Jérémie Danon, Open Eye, 2020/2021 Still Courtesy the artist
Aziz Hazara, Eyes in the Sky, 2019 Still Courtesy the artist