Palazzo Strozzi, in collaborazione con Collezione Maramotti, presenta Time for Women! per festeggiare il ventennale del Max Mara Art Prize for Women, tra i più importanti riconoscimenti dedicati ad artiste che si identificano nel genere femminile. La mostra, visibile fino al 31 agosto 2025 negli ambienti della Strozzina a Firenze, accoglie opere di: Margaret Salmon (1975, New York), Hannah Rickards (1979, Regno Unito), Andrea Büttner (1972, Germania), Laure Prouvost (1978, Francia), Corin Sworn (1975, Regno Unito), Emma Hart (1974, Regno Unito), Helen Cammock (1970, Regno Unito), Emma Talbot (1969, Regno Unito), Dominique White (1993, Regno Unito).
Il premio, nato nel 2005 dalla collaborazione tra Max Mara e Whitechapel Gallery, e giunto ora alla nona edizione, è rivolto ad artiste emergenti che operano nel Regno Unito e che vengono invitate a partecipare ad una residenza di sei mesi in Italia, durante la quale dedicarsi alla produzione di un nuovo progetto. Il lavoro, esposto da Whitechapel Gallery a Londra e in seguito alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia, entra poi a far parte della collezione permanente di quest’ultima.
I nove progetti, interessante spaccato su due decenni di innovazione e sperimentazione artistica, sono presentati per la prima volta tutti insieme, dando vita ad un percorso che attraversa temi come la maternità, la memoria, il corpo, l’attualità e la politica. Palazzo Strozzi, in concomitanza con la mostra al piano nobile dedicata a Tracey Emin, amplia il focus sull’universo femminile attraverso produzioni artistiche che spaziano dal video alla pittura, dall’installazione alla scultura.
Ispirata a Le tre età della donna di Gustav Klimt, l’installazione The Age/ L’Età di Emma Talbot, ottava vincitrice del premio, reinterpreta la figura dell’anziana signora del dipinto trasformandola in un’eroina contemporanea che affronta le dodici fatiche del mito attraverso pratiche di cura ispirate ai principi della permacultura. Talbot sovverte lo stereotipo dell’invecchiamento e si interroga su temi cruciali come la crisi climatica, creando ad una narrazione tridimensionale composta da animazioni, pannelli di seta dipinti e una scultura della protagonista a grandezza naturale realizzata con tessuti morbidi e imbottiture.



Sempre donne, ma quelle conosciute personalmente dall’artista durante la residenza in Italia, sono invece le protagoniste dell’installazione di Helen Cammock. Che si può fare riprende il titolo di un lamento preoperistico della compositrice Barbara Strozzi (1619-1677) e dà voce ad un gruppo eterogeneo di attiviste, rifugiate, suore, migranti e donne che hanno combattuto la dittatura fascista, intrecciando le loro storie a momenti musicali e filmati girati in Italia.
Al centro del lavoro di Margaret Salmon è invece la “ninna nanna fiorentina”, un’antica ninna nanna toscana cantata da tre giovani madri alle prese con i propri figli: un suono ipnotico che accompagna lo spettatore in una dimensione intima e domestica dal sapore neorealista. Con un trittico di video girati in pellicola 16 mm, Salmon osserva con grande delicatezza la quotidianità di queste donne, mettendo in discussione l’iconografia idealizzata della maternità e soffermandosi sui piccoli dettagli che le distinguono.
L’installazione di Corin Sworn si ispira alla commedia dell’arte, forma teatrale nata in Italia nel XVI secolo e basata sull’improvvisazione e l’uso di maschere. Silent Sticks è infatti una vera e propria scenografia composta da oggetti teatrali, video, costumi di scena – realizzati a mano in collaborazione con Max Mara – ed elementi sonori. Un gioco teatrale che mette in scena i continui scambi di identità dei personaggi, scardinando la rigidità dei ruoli.
A metà tra reale e fantastico sono invece le grandi teste in ceramica dell’installazione di Emma Hart. Realizzate a Faenza in collaborazione con il museo Carlo Zauli, le opere sono smaltate con colori accesi che si ispirano alla tradizione italiana delle maioliche. Laure Prouvost e Hannah Rickards, rispettivamente vincitrici della quarta e della seconda edizione, sono presenti in mostra con opere video. Prouvost si ispira all’estetica e ai piaceri sensoriali dell’Italia con un omaggio al Grand Tour. Seguendo il ritmo del respiro di una grande bocca, ci accompagna in un viaggio attraverso visioni tanto idilliache quanto sensuali di ruscelli, animali, frutta matura e momenti di convivialità.



Rickards con il film su due schermi No, there was no red, racconta il raro fenomeno atmosferico dell’inversione termica, condizione che permette di vedere immagini riflesse su una superficie, anche quando la fonte di queste è lontana. Il racconto si articola attraverso le testimonianze di chi ha assistito al fenomeno, dando vita a un’interessante riflessione sulla soggettività delle percezioni umane.
Andrea Büttner con The Poverty of Riches indaga sul tema della povertà volontaria, trasformando lo spazio espositivo in un luogo di contemplazione. L’opera cita gli affreschi di Giotto visti ad Assisi e opere della Collezione Maramotti, accanto a questi riferimenti più classici troviamo invece una serie di tele colorate realizzate usando pezzi di divise che riflettono sugli usi simbolici dei tessuti nell’arte religiosa italiana.
La più recente vincitrice del Max Mara Art Prize fo Women è infine Dominique White, presente in mostra con una delle quattro opere scultoree del progetto Deadweight. Il titolo si rifà al termine nautico “deadweight tonnage”(tonnellaggio di portata lorda), che indica il carico complessivo di una nave per determinare la sua capacità di galleggiamento. L’opera sfida la nozione classica di stabilità con una costruzione complessa e precaria, forgiata con ferro arrugginito e resti organici, si piega con eleganza dando vita ad un regno oceanico fluido e ribelle, lontano da ogni influenza capitalista.
La mostra è dunque un affascinante percorso attraverso linguaggi e sensibilità differenti, che offre una visione privilegiata sull’arte dei nostri giorni: uno sguardo al femminile che restituisce l’Italia nella sua quotidianità, tra storie, artigianato, natura, attualità e religione.
Time for women!
Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze
17 aprile – 31 agosto 2025


