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The Kabakovs and the Avant-Gardes

[nemus_slider id=”59725″] — Fino al 08 gennaio 2017 lo Spazio -1 di Lugano ospita una mostra dedicata a Ilya & Emilia Kabakov, in cui sette opere della coppia di artisti sono in dialogo con ventisei dipinti e disegni delle avanguardie storiche del primo Novecento provenienti dalla Collezione Olgiati. Lo Spazio -1 è nato nel giugno del […]

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Fino al 08 gennaio 2017 lo Spazio -1 di Lugano ospita una mostra dedicata a Ilya & Emilia Kabakov, in cui sette opere della coppia di artisti sono in dialogo con ventisei dipinti e disegni delle avanguardie storiche del primo Novecento provenienti dalla Collezione Olgiati.

Lo Spazio -1 è nato nel giugno del 2012 ed è esclusivamente dedicato a una collezione tutt’altro che statica, in continua crescita negli anni. I collezionisti ticinesi hanno trovato qui la possibilità di esporre parte delle proprie opere, in particolare quelle di grande formato, difficili da ospitare in spazi privati. In breve hanno portato anche il desiderio di allestire/ospitare mostre temporanee, purché aventi un legame con la collezione. Quest’anno la mostra è dedicata ai coniugi Kabakov, artisti russi residenti in America da decenni, ai vertici dell’arte concettuale nel loro paese natale così come a livello internazionale.
La mostra ha origine dallo stretto rapporto creatosi tra gli Olgiati e i Kabakov nel 2008: in occasione di un incontro tra le due coppie, a Lugano, i due artisti poterono visitare la casa dei collezionisti e conoscere, opera dopo opera, la collezione della quale si innamorarono. Il taglio storiografico, la passione comune per l’arte concettuale e per le avanguardie storiche diedero il via al presente progetto.

Gli Olgiati nascono come collezionisti dalla particolare attenzione al futurismo italiano e al costruttivismo russo: caratteristiche visibili nell’articolazione dell’esposizione, nei piccoli capolavori futuristi italiani ed europei, oltre che nei vari artisti russi selezionati dai Kabakov.

Da un punto di vista strettamente curatoriale non si tratta di una classica mostra, in quanto le scelte su opere e allestimento sono state fatte dagli artisti stessi. Ilya Kabakov ha creato un nuovo allestimento temporaneo ad hoc, caratterizzato da un fitto sistema di pannellature collocate diagonalmente nella parte centrale dell’area espositiva: ne risulta perciò una griglia, abitata al centro da una struttura che richiama la croce suprematista di Malevic, e tramite cui da ogni punto è possibile ammirare le opere dei Kabakov disposte sul perimetro dello spazio.
Il lavoro dei due artisti è sempre dominato dall’ambiguità: da un lato la riflessione sulla società russa e sul rapporto ambivalente del sistema sovietico, con una forte connotazione sociale, e dall’altro un lavoro mirato sul linguaggio dell’arte. In una perfetta sintesi tra queste due dimensioni emergono degli artisti che fanno uso di un approccio sociologico verso i problemi della realtà quotidiana, riuscendo contemporaneamente a non occuparsi soltanto dell’arte per l’arte.
Chiaro esempio è A Game of Chess, un’opera scura, di chiusura, ma illuminata da una piccola immagine sul basso che brilla grazie allo stile pittorico impressionista francese. Il lavoro rappresenta quella situazione ambivalente di luce e buio, del momento dell’arte contestualizzata nel mondo reale che la opprimeva.
Un continuo amore/odio con la dimensione culturale d’origine dei due artisti, che traspare anche in The Toilet in The Corner, una classica porta di un bagno, chiusa, dalla quale esce della musica: Ilya viveva infatti in appartamenti collettivi nella Russia comunista, dove il concetto di privacy era considerato un lusso. La toilette rappresenta perciò un luogo di libertà, dove si può cantare, pensare, dove l’occhio del KGB non arriva: l’artista lo dichiara luogo che gli permette di esistere e pensare ai propri lavori.

Nella Russia comunista i Kabakov hanno vissuto un rapporto particolare con le avanguardie, difficile, quasi indiretto poiché entrava nella loro dimensione culturale solo attraverso i collezionisti. L’amore e il confronto con l’avanguardia, ritrovato nella collezione Olgiati, viene celebrato così in questa mostra.

Ilya & Emilia Kabakov The Kabakovs and the Avant-Gardes Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati,   Lugano Vista dell’allestimento Photo courtesy Agostino Osio,   Milano
Ilya & Emilia Kabakov The Kabakovs and the Avant-Gardes Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, Lugano Vista dell’allestimento Photo courtesy Agostino Osio, Milano

Seguono le parole di Emilia Kabakov alla conferenza di apertura della mostra.

“Desidero scusarmi per l’assenza di mio marito che purtroppo non sta benissimo di salute e non è in grado di viaggiare ma sta bene abbastanza per poter lavorare nel suo studio. Per oltre ventisei anni abbiamo viaggiato insieme, mentre ora è da quasi due anni che viaggio da sola.
È un po’ triste che solo la metà di questa coppia sia presente, e mi scuso se non sarò in grado di rappresentare entrambi.
Ormai è da qualche hanno che conosciamo i signori Olgiati, attraverso il nostro comune amico gallerista Niccolò Sprovieri, e si sono subito rivelati per noi i collezionisti dei nostri sogni, diversi da quelli che ti chiedono un prezzo e basta: Ilya dice che l’arte è come un fiume della cultura, è un fiume per la vita e noi abbiamo bisogno dell’arte per vivere.
Per molti anni abbiamo sperato di incontrare un collezionista che fosse consapevole del passato, perché per noi l’arte è una storia continua: non c’è una storia dell’arte antica e una dell’arte contemporanea.
I signori Olgiati hanno rappresentato esattamente questo per noi, una capacità di vedere il nostro lavoro all’interno di un processo storico.
L’interpretazione del lavoro dei Kabakov, quella più in uso, è pensarlo come un commento al regime sovietico, ma in realtà non si è mai trattato di un lavoro concentrato sulla vita sovietica: si tratta di un lavoro di immaginazione e fantasia di come la vita sovietica poteva essere allora.
Per cui per noi è stata una grande sorpresa conoscere la collezione dei signori Olgiati e vedere questi lavori del futurismo e costruttivismo. Non sono lavori importanti dal punto di vista del formato, ma sono lavori che rilasciano una grande energia per quanto riguarda l’idea di utopia.
La missione dell’arte è quella di rompere le divisioni, le barriere. Sono opere che cercano di costruire una nuova visione della vita, una nuova visione dell’uomo.
Magari non sono i “migliori” artisti del mondo, ma l’energia che loro hanno portato con queste opere è stata sufficiente per portare il loro lavoro di secolo in secolo fino ad oggi e anche in futuro. Noi apparteniamo a un’altra generazione, noi veniamo da quel mondo che loro hanno cercato di costruire.
Noi eravamo impregnati di negatività rispetto a quel mondo dell’utopia che questa generazione di artisti dell’avanguardia ha contribuito a creare.
Per molto tempo abbiamo lavorato cercando di restituire la dimensione del mondo sovietico dentro cui la nostra generazione è stata costretta a vivere. E per favore non fraintendetemi, non che tutto fosse sbagliato..non sto parlando di politica, sto raccontando quell’epoca. Ma tutto quello che si può comprendere lo si capisce attraverso la comparazione: infatti se guardiamo come la gente vive oggi, in questo paragone ci rendiamo conto in realtà di come le persone vivessero bene durante il regime sovietico. E ci rendiamo conto di come le persone abbiano necessità di credere in un’utopia, di averla sempre davanti e focalizzarsi su di essa, e del fatto che continueremo a provarci.”

Artisti in mostra: Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero, Alexandra Exter, Natalija Gon?arova, Vassilij Kandinskij, Michail Larionov, Fernand Léger, Kazimir Malevi?, Filippo Tommaso Marinetti, Michail Matjusin, Michail Menkov, Ljubov Popova, Enrico Prampolini, Aleksandr Rod?enko, Olga Rozanova, Luigi Russolo, Kurt Schwitters, Gino Severini, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Varvara Stepanova

Ilya Kabakov A Game of Chess,   1973 2003 Olio su tela 160 x 250 cm Collezione Olgiati,   Lugano Photo Ilya and Emilia Kabakov Studio,   Long Island
Ilya Kabakov A Game of Chess, 1973 2003 Olio su tela 160 x 250 cm Collezione Olgiati, Lugano Photo Ilya and Emilia Kabakov Studio, Long Island
Ilya Kabakov A Game of Chess,   1973 2003 Olio su tela 160 x 250 cm Collezione Olgiati,   Lugano Photo Ilya and Emilia Kabakov Studio,   Long Island
Ilya Kabakov A Game of Chess, 1973 2003 Olio su tela 160 x 250 cm Collezione Olgiati, Lugano Photo Ilya and Emilia Kabakov Studio, Long Island