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The First Morning Fest of Unreasonable Acts

Report di Claudia Santeroni / I parte Nella prestigiosa cornice di Palazzo Bentivoglio a Bologna si è tenuto “The First Morning Fest of Unreasonable Acts”, un’intensa giornata dedicata alla parola, parlata, scritta, recitata, disegnata, stampata. Curato da Antonio Grulli e...

Andrea Eva Gyori credits Alessandro Trapezio
Andrea Eva Gyori credits Alessandro Trapezio

Report di Claudia Santeroni / I parte

Nella prestigiosa cornice di Palazzo Bentivoglio a Bologna si è tenuto “The First Morning Fest of Unreasonable Acts”, un’intensa giornata dedicata alla parola, parlata, scritta, recitata, disegnata, stampata.
Curato da Antonio Grulli e Keren Cytter, l’evento ha visto la partecipazione di una nutrita rosa di artisti, tra i quali, Luna Miguel, Marianna Simnett e Hanne Lippard, che si sono esibite nel corso della mattina.
The First Morning Fest of Unreasonable Acts” ha avuto inizio con una ricca colazione offerta agli ospiti, allestita nel giardino del palazzo: particolare che potrebbe apparire irrilevante, se non fosse che per un evento esclusivo, ovvero organizzato su invito e sulla base di una passione/attenzione/propensione comune ai curatori e agli artisti invitati, la convivialità resta un aspetto decisivo. Se ogni gesto fatto insieme ad altri si carica di un valore non più solo funzionale, ma anche comunicativo, la scelta del convivio inaugurale diventa veicolo di significati amichevoli, propiziando una sincera coesione.
E’ seguito infatti un confronto sulla poesia tra Davide Ferri e lo stesso Grulli, un discorso colloquiale costellato di rispettivi ricordi reciproci e di riflessioni sul rapporto attuale coi versi. Va sottolineato, così come era evidenziato anche nella lettera d’invito, che il fruire insieme l’arte, organizzarla in condivisione, si scontra ineluttabilmente con la necessaria solitudine che accompagna qualunque atto creativo.

Hanne Lippard credits Alessandro Trapezio
Hanne Lippard credits Alessandro Trapezio

Toccante è stato per me vedere Luna Miguel recitare una sua poesia: non capisco lo spagnolo, quindi della sua declamazione ho potuto cogliere pochi stralci, tra cui alcuni nomi e forse un disegno complessivo, ma ho soprattutto potuto amare la musicalità della lingua, che diventa senza comprensione puro suono, e la recitazione viscerale, la gestualità profonda e appassionata.
Questo trasporto corporeo è traslato anche nel video “The Needle and the Larynx” di Marianna Simnett, asettico e claustrofobico contemporaneamente, sensazione questa ultima forse accentuata dalle dimensioni della stanza sotterranea in cui è stato scelto di proiettarlo: l’attesa della perforazione crea una crescente e irriducibile tensione.
Dopo una conversazione tra Sofia e Umberto Silva, padre e figlia in ricordo di Valentino Zeichen, conclude la mattinata Hanne Lippard, artista norvegese di stanza a Berlino il cui strumento elettivo è la sua stessa voce: Hanne ha recitato nel salone interno del Palazzo, in quel momento permeato di luce. Anche in questo caso, per per chi non avesse colto appieno il senso del testo recitato in inglese, avrebbe certo avuto la possibilità di farsi stregare dall’incanto sonoro e scenico del contesto, la voce e la presenza di Hanne come opera tra le opere, nell’accezione più aperta dell’immediato svanire del “recitare cantando”.

Sofia Silva - Umberto Silva credits Alessandro Trapezio
Sofia Silva – Umberto Silva credits Alessandro Trapezio

Report di Guendalina Piselli / II parte

E’ la piacevole sensazione di essere accompagnati in un viaggio ad accomunare gli interventi artistici della seconda parte di “The First Morning Fest of Unreasonable Act”.
Ad aprire la strada è Andrea Eva Györi che con una presentazione performativa dei suoi disegni accompagna il pubblico, per la maggioranza presente fin dalla mattina, in un’esplorazione interna del proprio corpo. Invitati a chiudere gli occhi e ad immedesimarsi in un’unica situazione – essere invitati a mangiare un gelato da una persona per la quale si prova attrazione – gli spettatori sperimentano la sensazione di rapportarsi al mondo circostante con il proprio corpo, i suoi movimenti e i suoi stati. Uno stratagemma grazie al quale Györi ha la capacità di creare un ambiente amichevole, piacevole, quasi intimo, nel quale il percorso di scoperta della corporeità, in particolare femminile, sembra perdere qualsiasi accezione sessuale. Percepire la propria fisicità e conoscerne i meccanismi diventa dunque il punto di partenza per relazionarsi con le forze del mondo e con l’altro. In assenza di un elemento corporeo, nel caso specifico del seno, è compito della mente e delle sue capacità di costruzione immaginare un’alternativa che risponda alla trasformazione fisica. Ed ecco allora che aeroplani e arcobaleni attraversano i corpi disegnati dalla Györi con lo scopo di riequilibrare le forze terrestri, prima fra tutte la forza di gravità.

Momus, concerto, credits Alessandro Trapezio
Momus, concerto, credits Alessandro Trapezio

La sensazione di trovarsi in un ambiente familiare è rafforzata dalla conversazione tra Chiara Camoni e Cecilia Canziani che per la sua semplicità coinvolge lo spettatore in un viaggio alla scoperta dell’intimo rapporto tra curatrice e artista messo qui in luce proprio grazie alla relazione di entrambe con la parola scritta. A lasciare il pubblico in balia della parola senza alcuna indicazione è invece l’opera di Darja Bajagić, un video dal montaggio netto che catapulta nel mondo della sottocultura gotica mettendone in evidenza i suoi aspetti meno evidenti, meno conosciuti e più fragili. La forte presenza estetica delle ragazze intervistate viene così spazzata via dalla loro parola, dal loro racconto di esperienze tristi, di momenti felici e di narrazione del quotidiano.

La dimensione personale torna nella conversazione tra Luca Bertolo e Flavio Favelli sul tema più tradizionalmente istituzionale del ruolo politico dell’arte e dell’artista. In un dialogo che Favelli definisce “performance” per la sua naturalezza, i due artisti portano a Palazzo Bentivoglio il racconto di esperienze personali e professionali che offrono al pubblico della giornata una panoramica sulla loro pratica artistica e di vita tra riferimenti filosofici, storici e quotidiani.

Marianna Simnett legge Anna-Sophie Berger credits Alessandro Trapezio
Marianna Simnett legge Anna-Sophie Berger credits Alessandro Trapezio

Si sposta nella dimensione puramente narrativa e stilistica invece la parola di Anna – Sophie Berger (letta in questa occasione da Marianna Simnett) che da vita a due personaggi carichi di significati simbolici: Joker e Spider. Lettere, dialoghi e narrazione aprono le porte al pubblico che ha qui la sensazione di inserirsi, senza alcuna capacità di sottrarsi, in un rapporto intimo e complesso tra due essere viventi dei quali non si conosce altro che i pensieri, le riflessioni e i sentimenti.

A concludere l’intensa giornata e il viaggio è il concerto di Momus che traghetta gli ascoltatori, con piacevolezza e ilarità, in una dimensione in cui popolare e aulico, materiale e spirituale si uniscono in un’unica traccia.

Hanno partecipato: Darja Bajagić / Jacopo Benassi / Anna-Sophie Berger / Luca Bertolo / Chiara Camoni / Keren Cytter / Flavio Favelli / Davide Ferri /  Andrea Eva Györi / Benjamin Hirte / Sophie Jung / Hanne Lippard / Luna Miguel / Momus / Sofia Silva / Umberto Silva / Marianna Simnett 

Marianna Simnett legge Anna-Sophie Berger credits Alessandro Trapezio
Marianna Simnett legge Anna-Sophie Berger credits Alessandro Trapezio