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The best exhibitions 2023 | Davide Ferri

Davide Ferri


La mostra di Nicolas De Staël al Musée d’Art Moderne di Parigi ancora in corso, per poche settimane: occasione unica per vedere il lavoro di un artista grandissimo e dalla parabola breve (una quindicina d’anni, non di più), febbrile e sensuale (strana figura quella di De Staël: russo di nascita, ma convulsamente mediterraneo per tutta la vita). La mostra è bellissima. E man mano che la visita procede, man mano che ti avvicini all’anno inesorabile della morte, non fai che stupirti della quantità di capolavori che proprio in quel periodo l’artista ha prodotto, quando i toni informali – segnati dal suo modo di stendere il colore a spessi strati e tocchi, di spatola più che di pennello – cedono il passo a una figurazione apparentemente più immediata. 
Tra tutti i lavori finali ce n’è uno che ha reso la mia visita indimenticabile. Si intitola Le Saladier (1954) e rappresenta un oggetto semplice: perfettamente al centro dell’immagine una insalatiera (dozzinale, di plastica, da casa vacanze), posata su un ripiano bianco e contro uno sfondo nerissimo, che pare accendersi febbrilmente solo dove De Staël dipinge, a colpi di verde/giallo/bianco, le foglie di insalata che essa contiene.
Che cosa sono quelle foglie, così magnetiche? Paesaggio più che natura morta, un paesaggio vasto in uno spazio ristretto; un luminoso residuo di vitalità che ha come teatro l’ordinario.

Davide Ferri