ATP DIARY

The best exhibitions 2023 | Damiano Gullì

Gianni CaravaggioPer analogiamGam Torino Procedendo in un continuo gioco di analogie e rimandi, attraverso un allestimento poetico e rigoroso, la mostra, a cura di Elena Volpato, restituisce con grande efficacia pratica e poetica di Gianni Caravaggio e il suo costante confrontarsi con, e porre in questione, forma, materia, visione, percezione, essere e apparire, dimensione fisica […]

Gianni Caravaggio – Per analogiam – Allestimento GAM Torino – Photo Luca Vianello e Silvia Mangosio
Gianni Caravaggio – Per analogiam – Allestimento GAM Torino – Photo Luca Vianello e Silvia Mangosio

Gianni Caravaggio
Per analogiam
Gam Torino

Procedendo in un continuo gioco di analogie e rimandi, attraverso un allestimento poetico e rigoroso, la mostra, a cura di Elena Volpato, restituisce con grande efficacia pratica e poetica di Gianni Caravaggio e il suo costante confrontarsi con, e porre in questione, forma, materia, visione, percezione, essere e apparire, dimensione fisica e metafisica.


Gianni Caravaggio – Per analogiam
a cura di Elena Volpato

La GAM è felice di presentare la mostra antologica di Gianni Caravaggio, entrato a far parte della collezione del museo sin dal 2001. L’esposizione si compone di un nucleo di opere realizzate nell’arco di quasi trent’anni di lavoro, dal 1995 ad oggi. Cinque nuove opere sono state prodotte per l’occasione.
Una di queste, una foglia di marmo nero, intitolata Quando nessuno mi vede, è stata collocata nel giardino del museo, all’ombra di un cespuglio. All’interno le fa eco una scultura di marmo verde, speculare alla prima, intitolata Alla luce del sole. Altre opere si rispondono l’un l’altra nel percorso, tracciando relazioni e rispecchiamenti.
Dall’intera mostra emerge il potere evocativo delle opere e delle immagini che, nel presentare se stesse, rimandano sempre anche a ulteriori immagini e ad ulteriori significati. Il pensiero che riconosce tali rimandi è il pensiero per analogiam, dove ogni forma è anche metafora e dove in ogni granello di materia si può riconoscere inscritto l’emblema del tutto. Il pensiero per analogia trova nel finito la memoria dell’infinito e nella più piccola realtà la presenza di quanto ci sovrasta: i visitatori troveranno tra le opere un panno posato a terra, una coperta nera ricamata di stelle bianche, disposte in un preciso ordine. Il loro disegno ripeterà la posizione delle costellazioni sopra Torino il 31 ottobre alle sei della sera, giorno e orario di inizio dell’inaugurazione. I visitatori si troveranno così inclusi in un perfetto rispecchiamento tra il microcosmo del ricamo e il cielo sopra il museo.
La mostra dedicata all’opera di Gianni Caravaggio è la terza di un ciclo rivolto al lavoro di artisti italiani, di volta in volta accostato ad alcune riflessioni di poetica. La prima esposizione del 2021 trattò il pensiero dalla contraddizione in una collettiva di cinque artisti. La seconda ha considerato il pensiero metamorfico, nella mostra Hic sunt dracones del 2022, in un dialogo tra un’artista e un collettivo. In questa personale si evidenzia il pensiero per analogia.
“In tutte queste esposizioni il piano della riflessione è stato suggerito dal tessuto espressivo delle opere esposte. Si è evitato di presentare delle collettive di molti artisti per far sì che il tema non si sovrapponesse come una griglia interpretativa sovradeterminata, ma fosse la voce individuale delle opere a precisare i percorsi del pensiero. – scrive Elena Volpato – Contraddizione, metamorfosi e analogia sono tre territori dell’indefinito che la filosofia, sin dalla sua nascita, ha cercato di espungere come forme aberranti, contrarie alla logica, alla razionalità e al pensiero scientifico deduttivo, relegandole allo spazio del mito, dell’immaginazione simbolica e prescientifica. Rappresentano però, non solo alcuni dei processi più naturali con cui la mente umana dà senso all’esperienza del mondo, ma sono il terreno stesso di nascita dell’espressione poetica e artistica. In questo senso, i percorsi sviluppati nelle tre esposizioni non sono né “temi” né “contenuti”. Sono il nucleo essenziale della natura di quanto chiamiamo arte, la cui autenticità sta nelle forme di eccedenza del senso, in un oltre del significato che supera il piano della realtà letterale. L’opera d’arte vive in quello spazio dell’espressione che è ineffabile eppure necessario ed è lì che ogni lettura o tentativo di interpretazione dovrà provare ad incontrarla.”

(Comunicato stampa)

Simone Leigh Installation view – Institute of Contemporary Ar Boston
Simone Leigh Installation view – Institute of Contemporary Ar Boston

Simone Leigh
ICA Boston

Identità, alterità, genere sono al centro del complesso e polifonico lavoro di Simone Leigh, prima artista nera a rappresentare gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia del 2022. Dalla mostra emerge con potenza il processo di “creolizzazione della forma”, come l’artista stessa definisce la fusione di linguaggi e riferimenti – dal femminismo alla storia dell’arte africana, dalla teoria postcoloniale all’etnografia alla cultura materiale –, che è una caratteristica centrale della sua pratica. 


Simone Leigh

Apr 6 – Sep 4, 2023
Bridgitt and Bruce Evans and Karen and Brian Conway Galleries #SimoneLeigh

Simone Leigh (b. 1967, Chicago) represented the United States at the 2022 Venice Biennale, one of the largest and most important contemporary art exhibitions in the world. Selections from Leigh’s landmark Venice presentation are making their U.S. premiere in Boston, joined by key works from throughout her career, providing a holistic understanding of the artist’s production in ceramic, bronze, and video.
For over two decades, Leigh has embraced a polyphonic artistic vocabulary that elaborates on Black feminist thought, an intellectual tradition which values and centers the experiences of Black women. Informed by a rigorous attention to a wide swath of historical periods, geographies, and artistic traditions of Africa and the African diaspora, Leigh often combines the female body with domestic vessels or architectural elements to point to unacknowledged acts of labor and care, particularly among and for Black women.
Clay forms the basis of most of Leigh’s artworks, including her bronze sculptures, which are first modeled in clay. The artist pushes the medium’s possibilities through scale and method, challenging conventional, hierarchical fine arts histories, which can still attach to ceramics associations around women’s labor, decoration, domestic crafts, and utility. This exhibition traces the artist’s unique visual language through signature motifs, including cowrie shells, braiding, rosettes, face vessels, and eyeless faces. Through Leigh’s re-performing of these forms in varying materials and scales, new structures of thought and meanings emerge, each consistently centering the experiences and intellectual labor of Black femmes.
Accompanied by a major monograph, this exhibition offers visitors a timely opportunity to experience the complex and profoundly moving work of this groundbreaking artist.
(press release)

Simone Leigh Installation view – Institute of Contemporary Ar Boston