OCCIDENTE ESOTICO — Luca Pancrazzi
Galerie Andrea Caratsch — Sant Moritz
Dal 12 Dicembre 2015 sino al 16 Aprile 2016 la Galleria Andrea Caratsch mostra le nuove opere di Luca Pancrazzi dal titolo Occidente Esotico. Due anni di ricognizioni sulle mon- tagne e valli dell’Engadina.
Occidente Esotico
L’occidente siamo noi.
I con ni dell’occidente sono stati nel tempo mutevoli e mutanti e sappiamo che coincidono con un’idea poli- tica ed egocentrica di questo pianeta.
L’idea stessa di occidente si e? formata in occidente al tempo in cui il pensiero comune preferiva credere che la terra fosse al centro di un sistema stellare. Questa idea radicata ed egocentrica si e? comunque trasformata nel tempo insieme ai mutamenti storici, toccando di conseguenza l’uomo nella sua interiorita?.
Era chiamato occidentale l’oceano che adesso si chiama Atlantico.
E se occidentali sono le terre dove tramonta il sole, mentre al levante il sole sorge, dovremmo pensare che questa idea abbia preso forma esattamente alla meta? sica tra i due opposti laterali, e coloro che hanno nomi- nato questa geogra a per la prima volta devono aver avuto la pretesa di sentirsi al centro del mondo.
La determinazione di dare un nome a tutto cio? che sta ad est e darne un altro a tutto cio? che sta ad ovest e? stata la conseguenza di un’autorita? culturale e politica pretesa e condivisa con la forza.
Questa idea e? stata imposta e si e? allargata sino a che l’onda di ritorno ha allagato la nostra identita? trasfor- mando la consapevolezza geo-socio-politica.
Questa idea globale ha battezzato le coordinate planetarie denominandoci come luogo dove il sole tramonta, in contrapposizione alle terre dove il sole si leva.
Questo si sarebbe potuto determinare a partire da qualsiasi punto sico sulla terra, ma gli eventi e la struttura stessa della storia hanno fatto si? che i popoli che abitavano questa consapevolezza fossero anche determinati ad imporla.
Esotico e? un aggettivazione occidentale.
E? a partire da qui che si e? potuto dare un nome a questo sentimento languido ed estraniante, citando luoghi e qualita? lontane, misteriose e vaghe tanto da a ascinare in qualsiasi epoca. Anche il viaggio in questi luoghi dove sorge il sole ha aumentato le leggende ed il narrare le cose lontane e? stato un esercizio per l’anima.
Ultimamente nel tempo di una sola generazione si e? visto il dissolversi di questo esercizio all’abbandono che l’anima praticava, tutto il fascino si e? dileguato come la nebbia da Milano, grazie ai monitoraggi satellitari in tempo reale di tutto il pianeta che non ha piu? ombre e misteri per chiunque abbia un computer o voglia di viaggiare.
Il sole sorge ancora ma le ombre lunghe dei corpi a quel levante non evocano altro che coordinate numeriche lungo gli assi meridiani.
Occidente esotico ed esotismo occidentale sono il tramonto dell’idea di esotico che conoscevamo, la sua con- sunzione, come un limone spremuto, il sole dell’oriente non riscalda piu? i nostri cuori romantici.
Niente adesso e? piu? esotico dell’occidente stesso.
Questo nuovo senso di perdita e? la giusta conseguenza di un occidente che ha cancellato per necessita? evolu- tive tutte le ombre e le sfumature di un immaginario evocativo e sensuale.
Nonostante questo fosse mosso prevalentemente da un’idea di superiorita? geopolitica la sua persistenza nella fantasia collettiva aveva colorato le passioni e riscaldato la letteratura di quella languida decadenza che solo un occidente occidentale poteva cercare.
Oggi dopo la perdita di questo sentimento dobbiamo trovare calore vedendolo espresso negli occhi e nelle speranze di chi ha il sogno dell’occidente collegandolo a speranze di riscatto economico e sociale.
E? negli occhi di chi guarda, che e? riposta la fede in cio? che vede, anche se noi, esotici occidentali, avremmo ancora bisogno che un sentimento di tepore e di sensuale decadenza pervadesse i nostri cuori.
Cosi? ancora una volta questo senso di esotico nasce da uno spaesamento e viene riposto nelle cose osservate tutta la carica di questo sentimento trasformato.
Le cose osservate e poi ritratte hanno in se? la forza di essere di nuovo evocative e superiori alla realta? fotogra- fata ai raggi x.
L’esotismo sta dentro l’uomo occidentale e a quello orientale e la pittura delle montagne dell’Engadina per- mette a questo miraggio esotico di arrivare ad essere di nuovo toccato con l’anima.
Luca Pancrazzi
La Passione secondo Carol Rama
a cura di Teresa Grandas e Paul B. Preciado
Fino al 5 febbraio 2017
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino presenta la grande retrospettiva internazionale dedicata a Carol Rama (Torino, 1918-2015) ideata dal Museu d’Art Contemporani de Barcelona (MACBA) e dal Muse?e d’Art moderne de la Ville de Paris (MAMVP), organizzata dal MACBA e co-prodotta con PARIS MUSE?ES / MAMVP, EMMA – Espoo Museum of Modern Art, Irish Museum of Modern Art, Dublino (IMMA) e GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino.
I “vantaggi di essere una donna artista”, secondo il gruppo artistico femminista Guerrilla Girls, consistono nel “sapere che la tua carriera potrebbe esplodere quando hai ottant’anni. Essere sicura che qualsiasi tipo di arte tu faccia sara? definita ‘femminile’”.
Queste predizioni si sono compiute nel caso di Carol Rama. Ignorata a lungo dalla storia dell’arte ufficiale per la sfida da lei lanciata e per la rappresentazione dissidente della sessualita? femminile, la sua opera fu riconosciuta a livello internazionale solo nel 2003, quando ricevette il Leone d’Oro della Biennale di Venezia. Carol Rama e? un’artista indispensabile per comprendere i mutamenti della rappresentazione pittorica nel XX secolo, e il lavoro di artiste quali Cindy Sherman, Kara Walker, Sue Williams, Kiki Smith o Elly Strik.