Più che singole mostre, per il 2016 vorrei segnalare alcune sequenze di mostre personali, che hanno trasformato le sedi espositive in tappe di un percorso più articolato, dove a coreografare i contenuti è soprattutto l’artista, in collaborazione con i curatori. Circolarità, durata e variazione ripetuta nell’arco del tempo anziché consumo iperaccellerato. (Barbara Casavecchia)
Marc Camille Chaimowitz
‘We should resist the tyranny of linear time for one which is much more elusive, labyrinthian, gracious and once understood, perhaps even kindly. Once we recognise that it can fold in on itself – wherein, for example, recent events can seem distant and more distant ones seem closer – we then have a greater fluidity of means.’
Marc Camille Chaimowicz
Now and Then, Indipendenza, Roma (26 maggio – 10 settembre 2016), a cura di Eva Svennung
An Autumn Lexicon, Serpentine Galleries, Londra (29 sett – 20 novembre 2016), a cura di Melissa Blanchflower
Maybe Metafisica, Triennale, Milano (14 ottobre 2016 – 8 gennaio 2017), a cura di Eva Fabbris.
Anne Imhof
Angst I, Kunsthalle Basel, Basilea (9-19 giugno 2016), a cura di Elena Filipovic
Angst II, Hamburger Bahnhof, Berlino (14-29 settembre 2016), a cura di Anna-Catharina Gebbers e Udo Kittelmann
Angst III, La Biennale de Montréal, Montréal (19 ottobre – 11 dicembre), a cura di Philippe Pirotte
Philippe Parreno
Anywhen, Tate, Londra (4 Ottobre 2016 – 2 Aprile 2017), a cura di Andrea Lissoni con Vassilis Oikonomopoulos
IF THIS THEN ELSE, Gladstone Gallery, New York (5 marzo – 16 aprile 2016)
Hypothesis, Hangar Bicocca, Milano (22 ottobre 2015 – 14 febbraio 2016), a cura di Andrea Lissoni