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La Tirannia della comunicazione | Il Terzo Reich di Romeo Castellucci alla Triennale Milano Teatro

COSAOSSO LEGGE FUMO I colpi dapprima sono secchi e leggibili, poi l’ammasso di vocaboli, le parole, diventano solo colpi. Il senso rimane, ma non di tutte, solo di alcune. Ricordo funghi, pozzanghere, globo, maschio, televisione, trasmissione, dio, macchina. In realtà ne ricordo tante, ma rimane il dubbio che il ricordo sia legato al mondo non al Terzo […]

Terzo Reich di Romeo Castellucci – Triennale Milano Teatro 2021
Terzo Reich di Romeo Castellucci – Triennale Milano Teatro 2021

COSA
OSSO 
LEGGE 
FUMO

I colpi dapprima sono secchi e leggibili, poi l’ammasso di vocaboli, le parole, diventano solo colpi. Il senso rimane, ma non di tutte, solo di alcune. Ricordo funghi, pozzanghere, globo, maschio, televisione, trasmissione, dio, macchina. In realtà ne ricordo tante, ma rimane il dubbio che il ricordo sia legato al mondo non al Terzo Reich. 
Fin qui si capisce veramente poco dell’ultima installazione di Romeo Castellucci presentata al Grand Invité di Triennale Milano per il quadriennio 2021-2024.  Con quest’opera Castellucci inaugura ufficialmente la sua presenza a FOG con Terzo Reich: un’ installazione, costruita con il contributo di Scott Gibbons e della coreografia di Gloria Dorliguzzo.

Sul palco avvolto nel buio, una candela e una colonna vertebrale. 
Dopo un breve brano dove una presenza nera si muove sul palco, prima accendendo la candela, poi spezzando in due la colonna vertebrale, inizia il Terzo Reich: una battaglia combattuta a forza di sostantivi del vocabolario italiano proiettati, uno a uno, sul fondo del teatro. Tutti gli oggetti del reale, sono simbolicamente portati sul palcoscenico, proiettati come fossero idee, direttamente sulla nostra coscienza. 
Tutto è avvolto nel buio, ad emergere solo la rappresentazione spettrale dei nomi, bianco su nero. L’inizio è lento, COSA, OSSO, LEGGE, FUMO…  poi tutto diventa veloce e sfuggente. 
La velocità di sequenza è commisurata alla nostra capacità retinica e mnestica di trattenere una parola che appare nello sfolgorio di un ventesimo di secondo.  Per quasi un ora viviamo come predatori: vogliamo trattenere, capire, significare. Ma alla fine, come un respiro, la “comunicazione” la vince sulla nostra capacità di percepirla. Il convulso e liminale susseguirsi delle parole, a volte ci da una tregua, fa sì che alcune di esse rimangano impresse nella nostra mente.

La quantità la vince sul significato, la tirannia della parola scritta la vince sul suo valore: l’innumerevole sconfigge la nostra capacità di distinguere dunque capire. Il linguaggio manifesta la sua indole dittatoriale lasciandoci in balia del caso e del caos.
Tutti i significati diventano macchie, grafiche, segni svuotati di senso / sensum, participio passato di sentire. Alla fine, stremati, non sentiamo più niente. 
Il Terzo Reich è la rappresentazione dell’assolutismo  della comunicazione: togliendoci la capacità di distinguere le parole, levando il vuoto tra di esse, non c’è pausa, pace, scampo. Senza sosta, tutte le parole diventano una linea senza fine di lettere, senza né senso né rimedio. 
Castellucci ci mette davanti ad una situazione senza rimedio. Possiamo uscire quando vogliamo. E’ sottolineato nel testo di sala: “Ogni spettatore può uscire in qualsiasi momento”. Con il senno di poi, sembra quasi un invito a mollare. Nella battaglia non avremo la meglio, usciremo frastornati e vinti. Sconfitti da un linguaggio che anziché essere uno strumento utile – provvisto di ‘vita propria’ – diventa un dispositivo celibe.
In quel frastuono  che ha contraddistinto il ritmo della proiezione delle parole, leggiamo le pulsazione frenetiche di un immaginario corpo: colpi, battiti, sospiri, aritmie sonore, colpi, sussulti. Il suono robusto e muscolare composto da Scott Gibbons, sembra sostituirsi al suono significante delle parole, come a ribadire che non siamo più possessori del linguaggio, ma è lui che ci domina. Ecco allora che le ultime parole che chiudono la ‘battaglia’, in quello che è il loro significato, suonano come una premonizione. 

ABISSO
VITTIMA 
FRUTTA 
ORIZZONTE

Terzo Reich di Romeo Castellucci @ Societas
Romeo Castellucci – Foto di YURIY CHICHKOV

Triennale Milano Teatro Romeo Castellucci Italia Il Terzo Reich installazione: Romeo Castellucci / suoni: Scott Gibbons / coreografia e interpretazione del prologo: Gloria Dorliguzzo / produzione: Societas
Durata 50 minuti


FOG / Triennale Milano Teatro

Dall’11 maggio al 21 luglio 2021 ritorna FOG Triennale Milano Performing Arts, il festival di Triennale Milano dedicato alle più interessanti e coinvolgenti espressioni di teatro, danza e musica.
La quarta edizione del festival vedrà coinvolti 33 artisti da 7 paesi del mondo (Stati Uniti, Olanda, Spagna, Belgio, Francia, Svizzera, Italia) in un cartellone di 24 appuntamenti, tra i quali 11 produzioni e coproduzioni targate FOG, 3 prime assolute, 5 prime nazionali, 3 concerti e 6 dj set per un totale di 61 repliche complessive.
Alcuni tra i più acclamati protagonisti della scena internazionale daranno vita, insieme a molte tra le novità più interessanti della performing art italiana, a una proposta densa e articolata, un caleidoscopio di linguaggi e formati che segna il ritorno di un progetto unico per la città di Milano, un segnale importante di rilancio nel quadro di una situazione pandemica ancora in corso in tutto il mondo.

Programma —