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T293, Roma | Erica Mahinay: la tecnica al servizio dell’emozione

Testo di Gaia Grassi — Fino al 27 ottobre T293 ospita le opere di Erica Mahinay: artista di Los Angeles che espone una nuova produzione di quadri, confrontandosi per la prima volta con il grande formato. Attraversando gli spazi della galleria ci immergiamo in un gioco di contrasti tra colori ed espansioni cromatiche. Il tema dell’opera è […]

Erica Mahinay – Moving From and For – Installation view – Courtesy T293, Roma – Foto Daniele Molajoli

Testo di Gaia Grassi

Fino al 27 ottobre T293 ospita le opere di Erica Mahinay: artista di Los Angeles che espone una nuova produzione di quadri, confrontandosi per la prima volta con il grande formato. Attraversando gli spazi della galleria ci immergiamo in un gioco di contrasti tra colori ed espansioni cromatiche. Il tema dell’opera è il colore, la relazione tra esso e la tela e come l’artista sia in grado di imprimerlo, anche fisicamente, sul supporto materico.
I quadri sembrano a prima vista omogenei tra loro, ma in realtà l’unico leitmotiv è il fondo color terra, da cui l’artista parte per costruire il suo mondo. Non senza un grande trasporto emozionale, Mahinay stratifica la materia pittorica attraverso segni lasciati con le mani, contrapponendo al gesto effimero del corpo quello imperituro dell’opera d’arte. A completare quest’azione “carnale” contribuisce l’utilizzo del pigmento cosparso direttamente sulla tela, con una gestualità quasi violenta di stesura del colore. D’altronde la pittrice americana porta sulle sue spalle il peso di una grande tradizione artistica: quella dell’Action Painting e più in generale dell’Espressionismo Astratto.
Nell’insieme i quadri evocano, attraverso queste stratificazioni cromatiche, sensazioni delicate, tecnicamente paragonabili a quelle degli acquerelli. Avvicinandoci, diventa evidente il segno della mano e la matericità della pittura ad olio, trasformando queste sensazioni fragili in emozioni forti.

Erica Mahinay – Moving From and For – Installation view – Courtesy T293, Roma – Foto Daniele Molajoli

L’artista dimostra una grande capacità tecnica: muovendoci all’interno dello spazio la percezione delle opere muta insieme al punto di vista, rendendo l’attraversamento delle sale della galleria un’esperienza sensoriale.
Pur venendo da una metropoli frenetica – o forse proprio per questo – l’artista si riserva molto tempo per meditare sui lavori, generando un processo lungo e lento, fatto di ripensamenti e riflessioni.
Guarda la tela, aggiunge, toglie, guarda di nuovo, modifica e così via, in una danza metodica alla ricerca della composizione perfetta. Un’azione apparentemente opposta alla sua espressività così istintiva.
In aggiunta, per questa serie di lavori, Mahinay ha deciso di sfidare se stessa affrontando un formato più grande di quanto normalmente abituata, tanto da impiegare più di tre mesi per completare un quadro. Questa cura emerge in tutte le sue opere, ogni impronta di colore sembra al posto giusto, ragionata e sentita.
L’attenzione che l’artista rivolge ai suoi quadri è paragonabile a quella della tradizione pittorica delle Belle Arti: dalla preparazione del fondo, alla stratificazione del colore, dal lungo ragionamento sulla composizione, all’uso del pigmento.
L’utilizzo delle dita è un’azione incredibilmente viscerale e interiore, quasi inconscia e che difficilmente può essere supportata da un processo riflessivo. Ma è proprio questa la potenza delle opere, la capacità di sintetizzare questi due estremi ottenendo un risultato del tutto originale.

Erica Mahinay Rumoring 2023 oil on linen 284.5 × 365.7 cm – Courtesy T293, Roma – Foto Daniele Molajoli
Erica Mahinay – Moving From and For – Installation view – Courtesy T293, Roma – Foto Daniele Molajoli
Erica Mahinay – Moving From and For – Installation view – Courtesy T293, Roma – Foto Daniele Molajoli