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I frammenti di esistenze di T. J. Wilcox alla Galleria Raffaella Cortese

Testo di Giulia Piatti — È visitabile fino al 2 settembre 2023 Trace of Life, personale di T. J. Wilcox (New York, 1965) presso gli spazi della Galleria Raffaella Cortese. Wilcox è noto per i suoi lavori multidisciplinari, e, anche in questa mostra organizzata su due sale della galleria, spazia tra medium differenti e presenta […]

T. J. Wilcox – Still da video, Trace of Life, 2022, video, 13′ 9
T. J. Wilcox – Trace of Life (2022) – Installation view – Photo Lorenzo Palmieri – Courtey Galleria Raffaella Cortese.

Testo di Giulia Piatti

È visitabile fino al 2 settembre 2023 Trace of Life, personale di T. J. Wilcox (New York, 1965) presso gli spazi della Galleria Raffaella Cortese. Wilcox è noto per i suoi lavori multidisciplinari, e, anche in questa mostra organizzata su due sale della galleria, spazia tra medium differenti e presenta un lavoro video e una serie di disegni recenti tratti da quest’ultimo.

In via Stradella 4, è proiettato il film Trace of Life (2022). Il lavoro si presenta come un assemblaggio di diverse tecniche cinematografiche: l’accelerazione di riprese con il time-lapse, il film in Super 8, riprese dal vivo, immagini d’archivio e fotografie, così come la sovrapposizione del testo alle immagini, stilema tipico dell’artista statunitense che genera una narrazione coerente e unificante tra i tre atti del video stesso. In questo lavoro W. sembra giocare con il tempo – anzi i tempi – e le temporalità; ci parla di vite in transito, di viaggiatori erranti, della creazione di segni e di una casualità predefinita che pare dettar legge nelle vite di tutti, esseri umani e non. Mischiando organico e inorganico, storie individuali e collettive, luoghi e tracce apparentemente distanti è in grado di generare una narrazione sorprendentemente coesa e delicata. I tre atti che scandiscono il tempo del video approfondiscono eventi avvenuti da milioni di anni fa fino al passato recente. Il primo è dedicato agli erratici glaciali, enormi massi che si trovano sulla costa di Long Island. Questi massi, per le loro imponenti dimensioni, sembrano simboli di stabilità in mezzo alle onde e agli elementi naturali che colpiscono la costa, ma si rivelano invece viaggiatori erranti e solitari, trasportati grazie al movimento dei ghiacciai. Il secondo atto di Trace of Life è invece un’esplorazione della vita di Edie Sedgwick (1943-1971), attrice e modella americana, salita alla ribalta come personaggio famoso e musa di Warhol, morta tragicamente per overdose. All’interno dell’atto finale, Wilcox ci porta presso Fire Island, nell’Atlantico. 

T. J. Wilcox – Trace of Life (2022) – Installation view – Photo Lorenzo Palmieri – Courtey Galleria Raffaella Cortese.
T. J. Wilcox – Trace of Life (2022) – Installation view – Photo Lorenzo Palmieri – Courtey Galleria Raffaella Cortese.

Qui, attraverso un’esplorazione dei sentieri che si snodano attraverso quest’isola, approfondisce le nozioni di “mark-making”. Un tempo santuario della comunità queer e simbolo di spensieratezza prima dell’epidemia di AIDS, Fire Island conserva ancora le sue passerelle di legno, uniche vie per muoversi nell’isola. L’obiettivo di Wilcox si concentra su di esse, mostrando l’accumulo di impronte che le hanno segnate, marcandole a sua volta con i propri passi. Attraverso queste tracce intangibili, ci parla del passato, dove l’eco di coloro che sono venuti prima permane nella memoria dei loro passi.

È proprio dal film Trace of Life ed in particolare dalle riprese dedicate a Sedgwick, che nascono i disegni esposti nel secondo spazio della galleria, in via Stradella 7. In un’immagine iconica di Vogue, la Sedgwick posa davanti a un grande disegno di un cavallo schizzato direttamente su una parete della sua casa. Questa fotografia è il punto di partenza di una serie di disegni intitolati Edie (2023). In queste opere, Wilcox ritaglia e rielabora l’immagine. Ricoprendo la sua figura con una foglia d’argento, Sedgwick si trasforma in una figura evanescente della memoria. Questi lavori, di dimensioni variabili e incorniciati a parete, sono ripetuti in serie e risultano meno pregnanti e pungenti rispetto al video che li precede, limitandosi ad una formalizzazione esteticamente gradevole ma poco espressiva.
Al termine della mostra, la mente continua a tornare al film: Wilcox ha saputo giocare con l’alternanza tra sistemi semplici e complessi ed è riuscito a parlare della transizione, della complessità, del tempo e del caso, tessendo sapientemente elementi distanti in una trama coerente e densa di significato.  

In contemporanea con la mostra di T. J. Wilcox, la galleria Raffaella Cortese, in Via Stradella 1 , ospita la mostra di Anna Maria Maiolino, Ações Matéricas (fino al 2 settembre)

T. J. Wilcox, vedute della mostra, Galleria Raffaella Cortese, via A. Stradella 4 e 7, Milano. Foto Lorenzo Palmieri
T. J. Wilcox, vedute della mostra, Galleria Raffaella Cortese, via A. Stradella 4 e 7, Milano. Foto Lorenzo Palmieri
T. J. Wilcox, vedute della mostra, Galleria Raffaella Cortese, via A. Stradella 4 e 7, Milano. Foto Lorenzo Palmieri