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STRETCHING THE BODY alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Testo di Barbara Ruperti — La pittura non è mai stata così contemporanea! Dodici artiste di generazioni e provenienze geografiche differenti riflettono sul valore del corpo e danno forma a immagini nuove, simbolo di  un’intima rivoluzione: Giulia Andreani (Italia, 1985),...

Stretching the body – Installation view – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
Ambera Wellmann_Sunset Sees Succubus

Testo di Barbara Ruperti —

La pittura non è mai stata così contemporanea! Dodici artiste di generazioni e provenienze geografiche differenti riflettono sul valore del corpo e danno forma a immagini nuove, simbolo di  un’intima rivoluzione: Giulia Andreani (Italia, 1985), Louise Bonnet (Svizzera, 1970), Jaclyn Conley (Canada) Celeste Dupuy-Spencer (Stati Uniti, 1979), Jana Euler (Germania, 1982), Mernet Larsen (Stati Uniti, 1940), Wangari Mathenge (Kenya,1973), Jill Mulleady (Uruguay, 1980), Christina Quarles (Stati Uniti, 1985), Avery Singer (Stati Uniti, 1987), Anj Smith (Inghilterra, 1978), Ambera Wellmann (Canada, 1982), Rose Wylie (Inghilterra, 1934).
La voce narrante della storia sembra essere cambiata. Se prima il timbro grave, maschile prevaleva su tutti gli altri, ora una pluralità di toni differenti inizia ad emergere dal basso.
Fremono e scuotono il terreno sotto i nostri piedi facendoci abbandonare la postura rigida e composta che abbiamo assunto nel corso dei secoli. Siamo costretti a sciogliere ogni muscolo e a sgranchire il nostro corpo per capire quale nuova posizione intendiamo ora assumere. 

Questo fenomeno sismico ha scosso il mondo della cultura e insieme ad esso anche le membra intorpidite della storia dell’arte, dando luogo ad immaginari plurali e differenti.
Passeggiando tra le mura della Fondazione sfilano nella nostra memoria tutti i dipinti più famosi del passato, da “Funerale a Ornans” di Gustave Courbet a “L’entrata di Cristo a Bruxelles” di James Ensor. Opere che hanno innovato l’arte ora diventano un punto di partenza per una riflessione collettiva che investe l’essere umano e la sua percezione di sé.
Prendendo le distanze dal canone della tradizione pittorica occidentale, le artiste in mostra, mettono in gioco temi quali la razza, l’identità di genere, le relazioni di potere, la memoria e la conoscenza che passano attraverso l’esperienza corporea. Che sia allungato o deformato, astratto o geometricamente costruito, il corpo emerge come uno spazio conteso di conflitto tra definizioni e appartenenza, in cui i limiti tra soggetto e oggetto sono continuamente messi in discussione

Nella prima sala della Fondazione Sandretto le artiste abbozzano l’immaginario estetico di un femminismo fresco e rinnovato. Servendosi della pratica dell’autocoscienza reclamano il diritto di vivere una sessualità libera e il potere di ridefinire i contorni del corpo femminile, raffigurandolo e manipolandolo secondo la propria sensibilità.
La condizione della donna, l’oblio di alcune figure all’interno della storia e la funzione politica delle immagini sono alcuni dei temi al centro della ricerca di Giulia Andreani (Italia, 1985); Wangari Mathenge (Kenia, 1973) indaga il temi della costruzione dell’identità, riappropriandosi della rappresentazione della condizione afrodiscendente contemporanea, frequentemente collegata al concetto di migrazione e diaspora. I dipinti di Jill Mulleady (Uruguay, 1980) mescolano i registri della bellezza e dell’orrore, della quiete e della violenza, attraverso scene fantasmatiche, cariche di riferimenti allegorici e popolate da figure e corpi resi in toni macabri. 

Sono molte e diverse le opere esposte, spunti preziosi che valgono assolutamente una visita in Fondazione.
Seguono lungo il percorso le due mostre Martine Syms: Neural Swam, a cura di Irene Calderoni e Amanda Sroka, e Safe House, a cura di Irene Calderoni e Bernardo Follini.

Stretching the Body
Fino al  27 febbraio 2022
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino

Stretching the body – Installation view – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
Louise Bonnet, Pissing Gordon
Anj Smith
Jana Euler