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Mostra Fotografica di Stefano Graziani al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro

Pochi giorni ancora per vedere la mostra di Stefani Graziani al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, a cura di Alessandro Dandini de Sylva. La mostra, visitabile fino al 13 marzo, ha un titolo indicativo e, per molti versi, enigmatico: “Mostra Fotografica”.La raccolta presentata in mostra include opere dell’artista provenienti da diverse linee di ricerca, […]

Stefano Graziani – Mostra fotografica – Installation view – Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro

Pochi giorni ancora per vedere la mostra di Stefani Graziani al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, a cura di Alessandro Dandini de Sylva. La mostra, visitabile fino al 13 marzo, ha un titolo indicativo e, per molti versi, enigmatico: “Mostra Fotografica”.
La raccolta presentata in mostra include opere dell’artista provenienti da diverse linee di ricerca, alcune degli anni passati (l’architettura e le collezioni museali), altre più recenti (i funghi e gli atleti in allenamento) e particolarmente interessante è il nesso, a volte sottile altre volte più articolato e complesso, che lega le immagini tra loro, in un continuo gioco di evocazioni e corrispondenze. 
Tra le particolarità di “Mostra Fotografica”, l’intervento architettonico pensato appositamente per questo progetto dallo studio baukuh
In occasione della mostra sarà presentata il 4 marzo al Centro Arti Visive Pescheria una nuova pubblicazione dedicata a Stefano Graziani, a cura di Alessandro Dandini de Sylva ed edita da Quodlibet.

Seguono alcune domande al fotografo e al curatore.

Elena Bordignon: Con “Mostra Fotografica” di Stefano Graziani, giungiamo al terzo capitolo di un progetto che ha visto la fotografia come protagonista al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro. C’è un filo rosso che potremmo tracciare tra le prime due mostre – “Qualsiasità” del 2017, dialogo tra Guido Guidi e i suoi allievi (Ballardini, Fabbri, Frantini, Galvani, Neri, Nostri) e “Le forme del tempo” del 2019, confronto per immagini tra Fabio Barile e Domingo Milella – e quest’ultimo progetto?

Alessandro Dandini de Sylva: Il programma che sto curando per il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro è una serie di dialoghi sotto forma di mostra. I tre capitoli realizzati finora sono stati tutti pensati per attivare un discorso sul linguaggio fotografico attraverso il confronto o la giustapposizione di diverse pratiche e ricerche. Gli esiti espositivi di questi dialoghi, nonostante la costante dello spazio (due sale imponenti: il Loggiato, con una parete lineare di oltre trentacinque metri visibile anche dall’esterno, e la Chiesa del Suffragio, con la sua peculiare pianta dodecagonale), sono stati i più disparati. Anche il numero delle fotografie esposte dà l’idea dei diversi approcci adottati: il primo circa cento immagini, il secondo oltre duecento, il terzo solo quindici.

EB: Già dal titolo della mostra di Graziani “Mostra Fotografica” – si intuiscono le premesse del fotografo. Graziani ha dichiarato: “Il titolo ‘Mostra fotografica’ non vuole generare alcuna prefigurazione riguardo i contenuti della mostra, oltre all’evidenza che si tratti di fotografie. Questo nuovo lavoro intercetta alcune direzioni e idee del passato includendole in una serie che apre prospettive per i progetti futuri.” Da questa dichiarazione si evince che il tema della mostra è la stessa fotografia, le sue logiche e meccanismi. Qual’è il tuo punto di vista su questa scelta tematica?

ADdS: Il progetto espositivo di Stefano Graziani per la Pescheria è un dialogo tra immagini e giustappone diversi lavori con l’intento di esplorare la fotografia nella sua funzione di documento. Le immagini esposte ci mostrano i libri della collezione privata di Gordon Matta-Clark conservati al Canadian Centre for Architecture di Montreal; il collegio universitario progettato da Giancarlo De Carlo per l’Università di Urbino; un gruppo di Sedie Leggere e Superleggere di Gio Ponti in un magazzino dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma; una natura morta con pappagalli e frutta in uno studio di architettura a Mumbai; fuochi d’artificio; una raccolta di funghi giapponesi; reperti del Museo Chileno de Arte Precolombino disegnato da Smiljan Radić a Santiago del Cile; atleti in allenamento al Landskrona Idrottshall di Arne Jacobsen; conservatrici durante l’allestimento della mostra “Raffaello 1520-1483” al Palazzo delle Esposizioni a Roma; e i depositi dei Musei Civici di Pesaro a Palazzo Mosca. 

Stefano Graziani – Mostra Fotografica – Trainings and Cleanings, Landskrona Idrottshall, Arne Jacobsen Architect, Landskrona 2019
Stefano Graziani – Mostra Fotografica – Palazzo Mazzolari Mosca, Pesaro 2021.
Stefano Graziani – Mostra fotografica – Installation view – Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro

EB: In mostra sono esposte diverse serie di fotografie, la maggior parte inedite o mai esposte prime. Nella scelta delle varie immagini, che ragionamenti avete seguito? C’è un nesso tra le varie serie?

Stefano Graziani: Vorrei rispondere in maniera molto asciutta, espandendo l’idea del titolo, il nesso tra i lavori in mostra è il fotografico, la specificità e la capacità della fotografia di metterci di fronte a delle domande. Una narrazione complessiva è esclusa perché ogni fotografia ne include una e si basa sul visibile, su ciò che vediamo, il contenuto delle singole fotografie. Le informazioni su luogo, tempo e contenuto delle varie fotografie sono descritte in maniera più precisa possibile nelle didascalie.

EB: Per molti versi questa mostra racconta la complessa e calibrata ricerca fotografica di Graziani. Le serie esposte sono frutto di osservazioni, viaggi e incontri. Cosa ti interessa del suo sguardo fotografico e quali ritieni essere le sue potenzialità?

ADdS: Osservare le fotografie di Stefano Graziani è un avventura del pensiero e dello sguardo. Il discorso fotografico tra le immagini in mostra solleva la questione dei limiti e dei cliché all’interno del mondo della rappresentazione. La sua ricerca sui filoni fotografici, sulle architetture e sulle collezioni, sulle possibilità di reinterpretazione di oggetti e luoghi apparentemente lontani, crea spazi ampi, indefiniti e non narrativi per la lettura delle immagini e per la ricerca individuale di un senso.

EB: Avete coinvolto lo studio baukuh per un intervento architettonico pensato appositamente per la mostra. Mi racconti come è stato studiato il percorso espositivo? Quali sono le sue peculiarità?

SG: Da molto anni collaboro con lo studio baukuh, abbiamo condiviso diversi progetti come la rivista San Rocco, un libro sulla Casa della Memoria a Milano, (a+mbookstore) e numerosi progetti che forse si realizzeranno. In questa occasione assieme ad Alessandro Dandini de Sylva abbiamo pensato che coinvolgere baukuh sarebbe stato il modo migliore per risolvere lo spazio del Loggiato della Pescheria per questo specifico progetto.
Nel loggiato, come descrive lo studio baukuh, una cortina realizzata con un semplice telo da ponteggio bianco che segue un percorso spezzato suddivide lo spazio in una lunga galleria ed un’anticamera. Nell’anticamera campeggia la scritta “Stefano Graziani”. Nella galleria colonnata il telo prosegue lungo la parete vetrata filtrando la luce e producendo un’atmosfera lattiginosa. L’intervento architettonico progettato dallo studio di architettura baukuh costruisce la scena per un altro gruppo di lavori di Graziani: gli atleti che si allenano al Landskrona Idrottshall di Arne Jacobsen, le conservatrici durante l’allestimento della mostra “Raffaello 1520-1483” al Palazzo delle Esposizioni a Roma e i depositi dei Musei Civici di Pesaro a Palazzo Mosca, fotografati appositamente dall’artista con l’intento di attivare un dialogo con il patrimonio artistico della città. Sul telo si staglia a caratteri cubitali la scritta “Mostra fotografica”.

EB: Il 4 marzo sarà presentato in Pescheria il libro edito da Quodlibet che raccoglie i lavori in mostra. Che taglio avete dato a questo libro? Possiamo considerarlo il catalogo della mostra?

SG:Preferisco pensare si tratti di un libro che riunisce tutte le fotografie in mostra e ne aggiunge una nuova. Il progetto è pubblicato da Quodlibet e porta lo stesso titolo della mostra, Mostra fotografica. Il progetto grafico è di Filippo Nostri che ha una grande esperienza nella progettazione di libri di fotografia. La pubblicazione conta poco più di 16 pagine, un’unità minima di libro che mi interessa molto.
Come questo ho pubblicato Carnac or Les Alignements. The whale. At Night nel 2016 e Documents from Gordon Matta Clark’s personal library nel 2020 .

Stefano Graziani – Mostra Fotografica – Bernhard Leitner, The Architecture of Ludwig Wittgenstein: A Documentation, Halifax: Press of the Nova Scotia College of Art and Design, 1973, Montreal 2020. (Documents from Gordon Matta Clark Personal Library, Published by the Canadian Centre for Architecture, cca.qc.ca/singles).
Stefano Graziani – Mostra Fotografica – Natura morta con pappagalli, studio Mumbai, Mumbai 2018
Stefano Graziani – Mostra Fotografica – Fuochi d’artificio, Cavallino Treporti 2016.
Stefano Graziani – Mostra Fotografica – Sedia Leggera (Cassina, sedia 646, 1952) e Superleggera (Cassina, sedia 699, 1957), Gio Ponti, Istituto di cultura italiana Lerici, Stoccolma 2019.
Stefano Graziani – Mostra Fotografica – Funghi Giapponesi, Tokyo 2017.