
Un dialogo tra secoli, ma sarebbe più corretto dire, un dialogo tra stili, sensibilità, umori diversi. “Step by step – Uno sguardo sulla collezione di un mercante d’arte” è una mostra che ci porta lontano nel tempo, dove labilità tecnica, la bellezza, l’importanza storica, si confrontano mediante opere d’arte di valore assoluto. Basti citare Gian Lorenzo Bernini, Pontormo, Guido Reni, Bartolomeo Vivarini, Andrea e Giovanni della Robbia, nomi che raccontano, solo citandoli, la perfezioni rinascimentale, l’arte della ‘maniera’, i virtuosismi del barocco… per giungere al tormentano e velocissimo ‘900, con Lucio Fontana, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Gerhard Richter, Bruno Munari , Martin Kippenberger, George Condo … fino ai contemporanei Jenny Saville e Wade Guyton.
Villa Sauber – Nouveau Musée National de Monaco, ospita fino al 29 settemebre 2019, un omaggio a un’importante collezione monegasca e al suo propretario Fabrizio Moretti. Mediante la sezione di 39 opere e all’attento lavoro curatoriale di Cristiano Raimondi, la mostra esplora la ‘cosmogonia’ privata del collezionista, i cui interessi abbracciano oltre sei secoli di Storia dell’Arte.
Dalla prima all’ultima stanza, il percorso espositivo tesse relazioni, analogie, dialoghi serrati o rottute stilistiche tra opere che sembrano osservarsi l’un l’altra. Maestosa la prima sala che accoglie una ceramica dipinta e smaltata di Lucio Fontana 1950-55, una “Madonna con bambino” che sembra osservata da un quadro dallo stesso soggetto del Pontormo.



Domina lo spazio una toccante scultura in legno di metà ‘600 dell’artista Pedro de Mena y Medrano: “La Vergine della solitudine”, dall’espressione affranta e raccolta. Il realismo è accentuato dall’utilizzo di ciglia naturali, denti ossei e lacrime di vetro.
Poco lontano due superbi ritratti: Ritratto di gentiluomo con berretto di Jan Lievens del 1629-30 c. e Ritratto di giovane (Domenico Bernini senior) di Gian Lorenzo Bernini, del 1629-1630 c.. Coevi, i due dipinti esprimono intensità espressive diametralmente opposte: sfuggente, quasi impressionista il Bernini, più dettaglio, definito e cupo il ritratto eseguito da Lievens.
Di raffronti, questa studiatissima mostra, ne offre molti, anche e soprattutto quando ci avviciniamo allo stretto contemporaneo. Nelle sale superiori “Step by Step” mette in dialogo artisti come Albert Oehlen, Jenny Saville, Richard Prince e… Fontana con un eccezionale Concetto spaziale “Attese” del 1961. Particolarmente riuscita la stanza che accoglie le opere di David Smith, Rudolf Stingel, Wade Guyton e Bruno Munari. Assonanze cromatiche, formali e concettuali si delineano tra le opere, in particolare tra l’inedita xenografia di Munari del ’69 e la stampa a getto d’inchiostro su tela di Guyton del 2008.
Sempre in merito a opere inedite, notevole è la scelta di esporre una “Leda e il cigno” del 1520 di Giovanni della Robbia accanto a un ritratto poco conosciuto del 1977 di Luca Tuymans o un’altrettanto inedito self-portrait del 1979 di Martin Kippenberger.



Spiega il curatore Cristiano Raimondi
“Ho conosciuto Fabrizio Moretti qualche anno fa e ho avuto la possibilità di entrare nella sua sfera privata e quindi anche nella sua casa: in questo modo mi sono reso conto che era un coetaneo con cui condividevo la passione vera e intensa per l’arte che domina la nostra esistenza.
Ogni due anni il Nouveau Musée National de Monaco presenta una mostra su una collezione privata come le opere di Gilbert & George della collezione Martino, quelle di Poïpoï della collezione Merino, la collezione Gerard Beaufour e quando ho scoperto che Fabrizio, oltre ad una collezione incredibile di fondi oro, aveva anche una collezione di dipinti che attraversava i secoli dal gotico al barocco e in più una collezione di arte più contemporanea che moderna, gli ho proposto un progetto espositivo negli spazi di Villa Sauber.
Dopo una selezione accurata delle opere, ho definito l’obiettivo e cioè di delineare delle storie intorno alle singole opere all’interno della storia più ampia delle sue collezioni.
L’acquisto di molte delle opere è legato ad un riferimento autobiografico oltre che all’individuazione di una serie di lavori che, inaspettatamente, funzionano sia dal punto di vista formale che concettuale: hanno così creato un dialogo tra loro messo in luce individuando dei collegamenti che percorrono il tempo e lo spazio.
Lo sforzo dell’aggregazione delle opere è stata fatta nel rispetto della cronologia guardando i dipinti e i soggetti per costruire, in alcune casi, un discorso visivo di relazioni tra di esse: ad esempio Mela Muter con Spinello Aretino e una Madonna con Bambino di Fontana con quella di Pontormo. I Maestri del passato sono esposti separatamente dagli artisti contemporanei tranne nei due casi citati sopra e nel caso di Della Robbia con George Condo e Martin Kippenberger
È stata una grande gioia avere la possibilità di allestire opere rare come, tra le altre, quelle di Pontormo o Bernini per delineare la personalità complessa e sofisticata di questo giovane e intenso collezionista.”



Fabrizio Moretti, laureato in Lettere presso l’Università di Firenze e figlio del noto antiquario toscano Alfredo, ha aperto ventiduenne la Galleria Moretti, specializzandosi in Old Masters. Nel corso del tempo si è dimostrato un appassionato di tutte le espressioni ed epoche artistiche, ottenendo finanche il titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres. Sin dagli inizi della sua carriera colleziona opere realizzate dai protagonisti dell’arte occidentale, senza distinzioni di epoca, genere o medium. Durante il suo percorso professionale ha avuto l’opportunità di poter collaborare con alcuni tra i più importanti musei, case d’asta, collezionisti del panorama mondiale, fedele alla tradizione dei grandi mercanti italiani come Stefano Bardini e Alessandro Contini Bonacossi, ma da sempre predisposto verso una visione internazionale, sul solco di personalità come Joseph Duveen o Richard Feigen. La collezione è basata sulla forza di queste esperienze con alcuni spunti a tratti visionari che paiono seguire l’ispirazione di figure quali Daniel-Henry Kahnweiler ed Ernst Beyeler. (da CS)



