ATP DIARY

Stati estremi di impossibilità & Sonàrie. Giardino d’attesa | Gagliano del Capo (Lecce)

In occasione di LANDS END Contemporary Art Festival 2017, il festival “spontaneo” disteso in diversi spazi di Gagliano del Capo, in Salento, l’associazione di produzione culturale e artistica del paese Ramdom – fondata nel 2011 dal curatore Paolo Mele e...

Veduta dell’installazione, Antonio De Luca, Sonàrie. Giardino d’attesa, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis Lastation, Ramdom, Gagliano del Capo, Lecce, foto Sergio De Riccardis
Veduta dell’installazione, Antonio De Luca, Sonàrie. Giardino d’attesa, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis. Lastation, Ramdom, Gagliano del Capo, Lecce, foto Sergio De Riccardis

In occasione di LANDS END Contemporary Art Festival 2017, il festival “spontaneo” disteso in diversi spazi di Gagliano del Capo, in Salento, l’associazione di produzione culturale e artistica del paese Ramdom – fondata nel 2011 dal curatore Paolo Mele e dall’artista Luca Coclite per promuovere mostre, installazioni d’arte pubblica, residenze e workshop – presenta la mostra Stati estremi di impossibilità e l’installazione d’arte pubblica permanente Sonàrie. Giardino d’attesa, di Antonio De Luca.

La prima, visitabile dal 29 luglio al 27 agosto, è curata da Heba Amin e Francesca Girelli ed include i lavori di Andrew Friend, Giorgio Garippa & Oliver Palmer, Brett Swenson, Matthew C. Wilson, cinque artisti coinvolti nelle ultime due edizioni della residenza internazionale DEFAULT di Ramdom.
Il percorso espositivo porta avanti la ricerca sulle Terre Estreme lanciata da Random nel 2014: “che invita gli artisti a riflettere su immaginari geografici legati allo spazio locale e su ciò che è storicamente identificato come De Finibus Terrae, Lands End o limite del mondo”.
La residenza DEFAULT e la mostra finale si svolgono a Lastation (Piazzale Stazione 2, 1° piano Stazione Ferroviaria Gagliano – Leuca), ultima stazione ferroviaria attiva nel sud-est d’Italia, e in una casa senza numero civico di Piazza Immacolata.
Partendo dalle percezioni convenzionali del territorio, gli artisti in mostra provocano, criticano e spostano l’idea di geografia, ritenendola un ampio contenitore di vaste psico-topografie. Vengono considerati gli artifici e le intrinseche incongruenze che si nascondono nella demarcazione di confini, frontiere ed estremità geografiche.
Le opere esposte si interrogano su confini marittimi in costante cambiamento, orologi geologici che creano diverse stratificazioni temporali, transazioni internazionali di prodotti e persone, apparati di conoscenza paralleli che si sovrappongono grazie a sistemi di comunicazione tra specie diverse. “Stati estremi di impossibilità” adotta l’estremità come stato mentale per confrontarsi con una contemporaneità caratterizzata da identità nazionali fluide e frontiere che non sono più statiche. La ricerca di DEFAULT e i lavori che ne sono scaturiti enfatizzano stati di impossibilità che vengono plasmati dalle caratteristiche proprie delle terre estreme”.

Invece, alle spalle di Lastation, a ridosso dei binari ferroviari, è stata inaugurata l’opera d’arte permanente di Antonio De Luca. “L’invito è di vivere un’esperienza, una chiamata allo stare, ad abitare i luoghi attraverso l’ascolto. Un luogo dell’attesa segnato e tracciato dal suono, dove è il corpo in ascolto a disegnare la sua estensione e attraversarne il confine invisibile. È la dilatazione dello spazio sonoro, che cuce il dentro e il fuori, Il paesaggio sonoro e il tempo silenzioso dell’attesa: qui l’ascolto è fare un vuoto e abitarlo. Nidi e dispositivi sonori catturano il vento producendo un flusso in divenire di sequenze sonore. L’installazione riprende, esteticamente e concettualmente, l’elemento tradizionale della luminaria – precedentemente reinterpretata per Ramdom da Carlos Casas all’interno di “Indagine sulle Terre Estreme 2015” con l’opera “Luminarie” collocata nel piazzale antistante la Stazione Ferroviaria Gagliano – Leuca e Lastation -, ma a prevalere non è la luce, bensì il suono. Se le luminarie si accendono solamente con la corrente elettrica, le Sonàrie celebrano in modi e direzioni più che mai imprevedibili il vento, elemento naturale caratteristico e sempre presente nel Salento”.

Veduta della mostra "Stati estremi di impossibilità", Andrew Friend - Crossing Two Seas, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta della mostra “Stati estremi di impossibilità”, Andrew Friend – Crossing Two Seas, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta della mostra "Stati estremi di impossibilità", Andrew Friend - Crossing Two Seas, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Veduta della mostra “Stati estremi di impossibilità”, Andrew Friend – Crossing Two Seas, Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis
Lastation, 2017, courtesy Ramdom, foto Sergio De Riccardis