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Intervista con Silvia Costa e Claudio Rocchetti | XONG collection | Xing, Bologna

E’ stato presentato da pochi giorni da Raum a Bologna, Keyhole Mouth, il nuovo LP di Silvia Costa e di Claudio Rocchetti. Dopo la tappa bolognese, i due artisti presenteranno il disco a Venezia da bruno e a Vittorio Veneto da Codalunga.

Keyhole Mouth è il nuovo LP realizzato dalla performer e regista Silvia Costa e il musicista Claudio Rocchetti per  XONG collection, la collana di dischi d’artista di Xing. L’uscita è su vinile bianco, in edizione limitata e numerata di 150 copie, assieme ad una tiratura di 20 collector’s edition ciascuna delle quali è accompagnata da una serratura (keyhole) di manifattura europea e nordamericana (dal XVII secolo ad oggi) con applicazione di una miniatura originale di Silvia Costa a penna su tela.

Circondata da oggetti e materiali di diversa origine trovati per caso, disposti intorno a lei come dei set, degli inneschi per narrazioni estemporanee e fuggitive, Silvia Costa ha agito in essi, nella solitudine e nel pudore di stanze chiuse a chiave, creando una serie di gesti che nessuno ha visto e di cui resta soltanto una memoria uditiva. Stralci di parole appena udibili, pensieri annotati su una pagina mentale, già dimenticata e confusa, si mescolano con le scie sonore di azioni, spostamenti, passi, in una relazione materica ed affettiva con gli oggetti più comuni.Un accendino, un sasso, un giornale. Una sedia, delle scarpe, delle forbici.Nature morte o enigmi da decifrare. L’elaborazione che Claudio Rocchetti ha in seguito fatto di questi suoni fragili e selvatici ha dato origine ad una musica concreta, segnata da strategie di composizione che si basano sull’uso di suoni vocali, oggettuali, gridati, respirati, picchiati, strusciati e registrati. Frequenze e polvere di un altro mondo, che bisogna ascoltare senza farsi sentire, da spiare con l’orecchio invece che con l’occhio, dal buco della serratura, senza disturbare. Questo Keyhole è la fessura, la bocca o buco da cui proviene il suono. É come una regione dello spazio-tempo isolata dal resto dell’universo che attira verso un centro buio e oscuro, dove poco si vede, molto si immagina nell’ascolto.

Dopo la presentazione nei giorni scorsi a Raum, lo spazio di Xing a Bologna, e Studio Brigantino a Milano, con una sound performance inedita che  ripercorreva il processo performativo che ha portato alla creazione del disco, i due artisti presenteranno il disco a Venezia da bruno art bookshop con una listening session & talk, giovedi 5 giugno  in occasione della partecipazione di Silvia Costa alla Biennale Teatro, e più avanti con un live a Codalunga, lo spazio di Nico Vascellari a Vittorio Veneto.

Silvia Costa e Claudio Rocchetti – Melt in walls – record launch Keyhole Mouth (Xong) – Raum – 28.03.2025 – ph. Luca Ghedini, courtesy Xing
Silvia Costa e Claudio Rocchetti – Melt in walls – record launch Keyhole Mouth (Xong) – Raum – 28.03.2025 – ph. Luca Ghedini, courtesy Xing
Silvia Costa e Claudio Rocchetti – Melt in walls – record launch Keyhole Mouth (Xong) – Raum – 28.03.2025 – ph. Luca Ghedini, courtesy Xing

Come è nato il progetto di questo vinile d’artista?

Quando mi è stato proposto di pensare ad un progetto per Xong, ho subito pensato che come per un lavoro performativo, avevo bisogno di condividere il progetto con un musicista, con qualcuno che conoscesse già la mia ricerca sul gesto e sul corpo, e che fosse in grado di amplificare il mio lavoro che in questo caso si sarebbe reso invisibile. Tutto il mio lavoro è basato sul guardare e sul mostrare visivamente qualcosa. L’invisibilità del gesto performativo è quello che ha ispirato l’idea per Keyhole Mouth. Sapere che nessuno avrebbe potuto vedere il mio agire. Ci sarebbe potuto essere solo uno spiare sonoro, un esserci ma dalla stanza affianco, guardando da lontano, vedendo con l’udito, dal buco della serratura. Da qui è nata anche l’ispirazione per il titolo. 

Avevate già lavorato assieme. Come anche gli altri artisti della collezione, anche voi avete un rapporto storico con Xing…

Si, con Claudio avevamo lavorato su Amelia Rosselli e creato la performance Midnight Snack. E’ un evento che resta impresso come memorabile nel mio percorso. Passai tre giorni a Raum per costruirmi la mia casa, fatta di mobili di cartone e carta velina. Abbiamo potuto aprire le porte a mezzanotte e un flusso di persone senza fine ha iniziato a invadere lo spazio. Era perfetto per il lavoro che voleva affrontare l’incubo notturno, il sottile limite tra reale e irreale. Anche in quel caso l’invadere uno spazio intimo, il pensiero della Rosselli di essere continuamente seguita e spiata, era una tematica che ha attraversato il lavoro. 

Con Xing lavoro fin dall’inizio del mio percorso artistico e la collaborazione ha preso forme diverse e imprevedibili. Ho cucinato (Tabula), sono stata performer per altri ( Untitled, Xavier LeRoy), ho collaborato con altri artisti (La Nuova Alleanza, con Patrick Tuttofuoco, Scholomance per Nico Vascellari), creato lavori site specific (La Mano nel Sacco per Pinacoteca). La forza di questo rapporto sta nell’essere sostenuta in processi multiformi, ad alto rischio, di fallimento o di splendida riuscita.  Nel poter sondare formati inusuali ed andare agli estremi della propria ricerca. Il disco credo si inserisca perfettamente in questo filone.

Come avete lavorato nel processo creativo e come avete affrontato ‘lo spazio del disco’?

Una volta trovata l’idea abbiamo lavorato separatamente come era successo anche per Midnight Snack. A dicembre 2023 mi trovavo in Florida, a Gainesville, e grazie a Davis Hart, co-founder dello studio di registrazione PULP, ho potuto passare delle ore in studio circondata da oggetti comuni che avevo disposto intorno a me con un ordine, come dei set, che prevedevo avrebbero scandito il mio gesto, il ritmo delle mie azioni. Ho cercato non fosse un catalogo di suoni, ma che gli oggetti potessero essere veri strumenti, come dei props in uno spettacolo- Infatti dopo una prima ricerca, improvvisata, piano piano ho iniziato a scrivere 4 set, precisi, ripetibili. Con Davis li abbiamo registrati e mandati a Claudio che ha poi aggiunto strati, atmosfere, echi e riverberi. Ha fatto risuonare le stanze immaginarie dove mi trovavo. 

Silvia Costa e Claudio Rocchetti – Melt in walls – record launch Keyhole Mouth (Xong) – Raum – 28.03.2025 – ph. Luca Ghedini, courtesy Xing
Silvia Costa e Claudio Rocchetti – Melt in walls – record launch Keyhole Mouth (Xong) – Raum – 28.03.2025 – ph. Luca Ghedini, courtesy Xing
Silvia Costa e Claudio Rocchetti – Melt in walls – record launch Keyhole Mouth (Xong) – Raum – 28.03.2025 – ph. Luca Ghedini, courtesy Xing

Tra gesto, voce e fantasmi, forse il trait d’union tra le vostre poetiche è la memoria uditiva? 

Durante la creazione del disco avevo il desiderio di creare il suono di un ricordo impreciso, ma familiare. Qualcosa che potesse portare l’ascoltatore ad una memoria personale, un souvenir. Qualcosa di incorniciato da una nebula scura. Non so se ci siamo riusciti, ma mi piace pensare che stiamo toccando delle sfere sconosciute. Qualcosa che non è descrivibile perché appartiene a sensazioni, sottili. Forse solo immaginazioni. Gli oggetti che ho scelto per i set non sono necessariamente sonori di per sé, ma sono comuni, oggetti vicini al nostro quotidiano. O sono materiali, quindi non importa la funzione, ma importa di cosa sono fatti. 

All’ascolto, le diverse tracce appaiono come nature morte o enigmi da decifrare…

Lavorare sull’assenza della visione è lavorare su una mancanza che il suono non riempie, ma evoca, e se si vuole, chiede di ricostruire mentalmente, nell’immaginazione. Non è data soluzione, ma solo piccoli appigli, uno stralcio di melodia, una parola. Un oggetto che cade. Uno scoppio. Piccole narrazioni di un attimo sospeso, solitario, estremamente mentale. La traccia di un corpo che sta agendo in una stanza è presente, ma siccome non lo vedi, la tua curiosità si amplifica, cerchi immaginare il suo fare. Come quando senti i passi di qualcuno al piano di sopra. A me infastidiscono sempre molto, sembra non si fermino mai e cerchi di capire cosa stia facendo questa persona, perché si sposta. Cosa fa a destra, a sinistra. Cerchi di decifrare il suo fare. Per darti una ragione. Per ascoltare un po’ meno. 

Come le altre uscite di Xong, anche questa avrà una collector’s edition. Di cos’è composta?

Volevo qualcosa di coerente con il disco e che allo stesso tempo potesse integrare la mia pratica di disegni notturni che porto avanti da molti anni. Mentre ero in America ho trovato in un vecchio warehouse delle serrature antiche, dalle forme fantasiose, decorate, bizzarre. Sono degli oggetti davvero belli, ricercati, se pensi alla noia delle forme delle serrature delle nostre porte oggigiorno, come se fosse data una grande importanza a questo foro, piccolo accesso verso un esterno e allo stesso tempo sistema di chiusura e protezione all’interno. Ne ho acquistate alcune, altre le ho poi trovate a Bologna grazie all’aiuto di Silvia Fanti, e ho iniziato a disegnare l’interno di queste serrature, a creare dei micro-disegni a penna su cotone, a volte seminascosti. Ha richiesto moltissima concentrazione disegnare così in piccolo, creare dei piccoli misteri, fermarsi su più dettagli possibile. Sono usciti degli oggetti, uno diverso dall’altro, che spero possano essere come dei piccoli amuleti, posati su un tavolo o inchiodati al muro di una casa. 

In cosa consiste la sound performance con cui presentate il disco?

Con Claudio abbiamo deciso di non riprodurre alle tracce del disco tali e quali, ma di prenderne solo alcune come piste per la composizione del live. Come se volessimo condividere con lo spettatore il nostro processo e non il risultato sonoro ottenuto. Nello spazio sono installati in due set gli oggetti che usai. Sono esposti come se fossero dei veri e propri strumenti. Il suono acustico di questi oggetti si mescola al suono del disco e alle incursioni sonore di Claudio. I piani di ascolto si moltiplicano, si allontanano, si avvicinano, si ripetono, come linee temporali di un prima (la registrazione del disco) di un dopo (il suo stabilizzarsi su un vinile) e di un adesso, che avviene davanti al pubblico presente con noi in uno spazio.

Cover: Silvia Costa e Claudio Rocchetti – Melt in walls – record launch Keyhole Mouth (Xong) – Raum – 28.03.2025 – ph. Luca Ghedini, courtesy Xing

LP Costa – Rocchetti – Keyhole Mouth – (Xong collection XX17, Xing) by Soundohm
Silvia Costa – opere collector’s edition – Keyhole Mouth (LP Xong collection XX17, Xing 2025)
Cover (front) Costa/Rocchetti, Keyhole Mouth, (Xing)