ATP DIARY

Satura: Louis Fratino e il suo rapporto con l’Italia in mostra al Centro Pecci 

Paesaggi, nature morte e nudi, dopo il grande successo ottenuto con la Biennale di Venezia curata da Adriano Pedrosa, Louis Fratino torna in Italia al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, con la mostra "Satura".

La personale di Louis Fratino (1993, Annapolis)  a cura di Stefano Collicelli Cagol, direttore del Centro Pecci, è visibile fino al 2 febbraio 2025 e, dopo la mostra Colorescenze, torna a proporre un giovane artista il cui lavoro è segnato da un profondo rapporto con l’Italia e la Toscana. Satura, prima mostra di Fratino in un’istituzione artistica, richiama nel titolo all’espressione latina “Satura Lanx”, un piatto da portata riempito con diverse pietanze e pensato per essere servito agli Dei. Da questo termine deriva il genere letterario della satura appunto, con versi spesso scherzosi e volgari accompagnati da musica, danza e canto. In italiano la parola ha assunto il significato di “essere pieni” alludendo già dal titolo alla ricchezza di colori, luce ma anche citazioni che caratterizzano il lavoro di Fratino. La mostra ripercorre dunque con un nucleo di più di sessanta lavori tra dipinti, disegni, sculture, litografie e alcuni quaderni di schizzi, la sua evoluzione artistica dal 2017 ad oggi offrendo una panoramica davvero completa del lavoro.
Con le sue opere Fratino richiama la tradizione pittorica italiana del Novecento, strizzando l’occhio ad artisti come Felice Casorati, Primo Conti, Mario Mafai, Renato Guttuso e Arturo Martini, sia nella composizione sia nei soggetti e nei colori. SI interroga così sui grandi temi della pittura classica, dal ritratto, al nudo, fino alla natura morta, proponendoli sotto una luce nuova, forse più sfrontata e senza filtri, e riportandoli attuali nel XXI secolo. “Nelle sue opere” ha raccontato Stefano Collicelli Cagol, direttore del Centro Pecci “attraverso un immaginario queer e omoerotico, Fratino aggiorna i grandi temi della storia della pittura […] interrogandone la validità nel XXI secolo. La mostra guarda in particolare all’influenza che la tradizione artistica, letteraria e cinematografica italiana del Novecento ha avuto sull’artista.”
La mostra racconta dunque il lavoro di Fratino attraverso le influenze che arte, cultura e paesaggio italiano hanno avuto sulla sua pratica e si apre con una serie di litografie ispirate alle poesie di Sandro Penna, realizzate come illustrazioni per la traduzione inglese della raccolta. Le litografie sono in realtà suggestioni del suo soggiorno romano, nate tanto dalla lettura dei testi di Penna quanto dal tempo trascorso nella capitale. La mostra prosegue poi dividendosi in due: su una parete troviamo infatti una dimensione più domestica con una serie di interni, sull’altra invece le vedute esterne e i paesaggi. 

Installation views: “Louis Fratino. Satura”, a cura di Stefano Collicelli Cagol, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2024. Foto: Alessandro Saletta – DSL Studio
Louis Fratino, The pink and green light, 2024 Olio su tela 160 × 186.1 cm Courtesy l’artista e Sikkema Jenkins & Co., New York e / and Galerie Neu, Berlin

Nei suoi lavori uno dei temi centrali è sicuramente il legame con la Toscana e in particolare con la costa tirrenica che diventa fonte di ispirazione di molti lavori come View of Monte Cristo (2020) e Rain (2022) paesaggio collinare visto da Orbetello. Altro tema portante è quello del nudo, che Fratino affronta in maniera esplicita: in opere come You and your things (2022) a catturare l’attenzione sono infatti da un lato lo studio attento della composizione e dei volumi e dall’altro i continui riferimenti alla cultura italiana, sul tavolo davanti al giovane si notano infatti Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati e un catalogo di Domenico Gnoli. L’omosessualità così come l’omoerotismo piegano nella pittura di Fratino la tradizione pittorica della prima metà del Novecento a temi al tempo inesplorati ma è al contempo un modo per studiare la composizione e la volumetria del corpo, come si vede bene con opere quali The paper lamp (2024) tra le dodici realizzate da Fratino per la mostra al Centro Pecci o Four Poster Bed (2021).
Interessanti per lo studio del corpo sono anche YMCA (2023) e Arci Bellezza (2023) che raffigura il locale milanese nel quale Luchino Visconti ha girato il film “Rocco e i suoi fratelli” e con un velo di malinconia racconta della donna anziana che aspetta di essere invitata a ballare. 

La pittura pur nell’esuberanza dei suoi colori e delle scenografie in cui abitano i soggetti, è in realtà molto intima e personale, capace di affrontare con grande delicatezza temi differenti. Grazie all’interessante selezione di album di schizzi è possibile inoltre capire come, nonostante una pittura molto veloce e materica, il lavoro di Fratino sia frutto di un attento studio del disegno che serve tanto da sostegno quanto da vera a propria ispirazione alla composizione pittorica. 

Louis Fratino. Satura 
A cura di Stefano Collicelli Cagol
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato
26 settembre 2024 – 2 febbraio 2025 

Installation views: “Louis Fratino. Satura”, a cura di Stefano Collicelli Cagol, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2024. Foto: Alessandro Saletta – DSL Studio
Louis Fratino, Garden at dusk, 2024 Olio su tela / Oil on canvas 279.4 × 205.7 cm Courtesy l’artista e Sikkema Jenkins & Co., New York e Galerie Neu, Berlin
Installation views: “Louis Fratino. Satura”, a cura di Stefano Collicelli Cagol, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2024. Foto: Alessandro Saletta – DSL Studio
Installation views: “Louis Fratino. Satura”, a cura di Stefano Collicelli Cagol, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2024. Foto: Alessandro Saletta – DSL Studio