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Rompere tutto a Varese | Anonima Kunsthalle, Varese

Testo di Angelica Lucia Raho — Anonima Kunsthalle ha una storia di mandati e progetti curatoriali molto diversi tra loro in cui i curatori devono fronteggiare un limite che diventa un’occasione per sperimentare. Lo spazio, a Varese, è effettivamente uno...

Testo di Angelica Lucia Raho

Anonima Kunsthalle ha una storia di mandati e progetti curatoriali molto diversi tra loro in cui i curatori devono fronteggiare un limite che diventa un’occasione per sperimentare. Lo spazio, a Varese, è effettivamente uno stanzino, l’angolo del muro di uno studio condiviso.
Quest’anno il progetto passa nelle mani di Cecilia Mentasti (Varese, 1993), artista e curatrice, che dà vita un ciclo di 5 mostre che hanno come focus la città. La prima mostra, Varese ep 0 – INTRO, è un romantico omaggio di Mentasti al luogo in cui è nata: una cassa da concerto che riproduce il brano Nocturnal di Edgar Varèse in chiave techno, riadattato dal duo veneziano Blonk. Francesco Pozzato (Vicenza, 1992) realizza il secondo episodio, Varese ep 1 – AGENZIA TRAPPER, in cui si esamina la scena trap e rap di Varese per restituire un’immagine della provincia e dei limiti – o delle possibilità – che offre.
Per il terzo episodio espone Laura Paja (Scutari, 1995), artista che assume un atteggiamento antropologico e investigativo, che pratica una rilettura sentita e intima di narrazioni culturali che la attraversano profondamente. La mostra Varese ep 2 – ROMPERE TUTTO è un lavoro di ricerca sul Gruppo Femminista Immagine, nato a Varese nel 1974, la cui vita è documentata nell’articolo di Jacopo Galimberti Art against Housework.
L’opera di Paja è il suono di piatti che si rompono, un rumore assordante e improvviso che disturba la quiete della stanza. I piatti sono stati donati da alcune rappresentanti del Gruppo Immagine: Milli Gandini, Mariuccia Secol, Silvia Cibaldi e Mariagrazia Sironi, con cui l’artista e la curatrice hanno intrattenuto un’importante corrispondenza e conversazione intergenerazionale.
La mamma è uscita è un importante libro di riferimento, scritto da due rappresentanti del gruppo – Gandini e Secol – con un titolo che manifesta una necessità sfrenata di distruggere gli schemi asfissianti e le sovrastrutture retrograde. La curatrice scrive: «Prima ancora di la mamma è uscita la mamma deve rompere tutto.»
L’espressione “rompere tutto” è un’azione di costante consapevolezza di uno stare al mondo politico, è erede di una considerazione della propria casa come un luogo di battaglia ed è anche la responsabilità di una importante eredità femminista.
Del lavoro di Paja fa parte il racconto, la relazione con le persone, la memoria trasmessa e tramandata. Le opere degli artisti per Varese non sono mai finalizzate allo spazio o allo sguardo, sono invece operazioni di relazione e contatto con l’ambiente, un modo per far emergere delle narrazioni ai margini e l’identità delle persone.

A Varese qualcosa succede, anche nel piccolo angolo di una stanza.

LAURA PAJA
Varese ep 2 – ROMPERE TUTTO
19 marzo – 30 aprile
Anonima Kunsthalle, Varese