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Roger Ballen. Spirits and Spaces – L’inquietudine dell’immaginario | BUILDING, Milano

Testo di Alice Di Napoli — Nel cuore di Milano, prende forma un viaggio visivo che sembra più un rito iniziatico che una semplice esposizione fotografica. Spirits and Spaces, prima personale italiana del fotografo Roger Ballen, è una mostra che non si attraversa soltanto con lo sguardo: la si subisce, la si respira, la si […]

Testo di Alice Di Napoli

Nel cuore di Milano, prende forma un viaggio visivo che sembra più un rito iniziatico che una semplice esposizione fotografica. Spirits and Spaces, prima personale italiana del fotografo Roger Ballen, è una mostra che non si attraversa soltanto con lo sguardo: la si subisce, la si respira, la si teme, ma soprattutto, la si ricorda. Rappresenta un momento cruciale nel percorso dell’artista, che dopo oltre cinquant’anni di rigorosa fedeltà al bianco e nero, presenta per la prima volta una selezione di opere a colori.
Il colore, in Ballen, non ha nulla di pacificato o naturalistico: è acido, disturbante, saturato, a tratti “tossico”. È un elemento che intensifica il carattere psicologico delle sue scene, esaltandone l’aspetto inquietante.
Nato a New York nel 1950 e residente a Johannesburg dal 1982, Roger Ballen è una delle figure più autorevoli nel panorama della fotografia contemporanea. Il suo linguaggio artistico si è evoluto partendo da un approccio documentario, principalmente volto a raccontare la ruralità sudafricana, con un’estetica visionaria, frutto di una complessa alchimia che combina fotografia, disegno, scultura, installazione e performance.

Definite dall’artista stesso “psicodrammi esistenziali”, le sue opere scavano nel subconscio collettivo per riportare in superficie gli archetipi e le contraddizioni dell’animo umano. Ballen non cerca di documentare il mondo visibile, ma di rivelarne i margini oscuri, gli spazi liminali tra realtà e allucinazione, normalità e follia. In questo senso, Spirits and Spaces è un titolo che ben sintetizza il suo lavoro: “spiriti” intesi come presenze interiori, simboliche, e “spazi” come ambienti fisici e mentali in cui esse si manifestano.

Installation view, Rober Ballen. Spirits and Spaces, BUILDING TERZO PIANO, Milano, ph. Sarah Indriolo
Roger Ballen, Intruder, 2020, stampa con pigmenti d’archivio su carta Hahnemühle fotografica perlata di cotone, 91 x 91 cm (94 x 94 cm con cornice)
Installation view, Rober Ballen. Spirits and Spaces, BUILDING TERZO PIANO, Milano, ph. Sarah Indriolo

Le immagini diventano un enigmatico viaggio nella psicologia umana, dove la forma e l’essenza sono mezzi per condurre l’osservatore in un dramma quasi teatrale, in cui il confine tra oggetto e soggetto, attore e spettatore, si fa labile. Ogni opera sembra raccontare una storia, il cui focus non è la trama o l’avvicendarsi di avvenimenti, ma il lascito emotivo, lo straniamento dato dal caos e dall’inquietudine.
Si ha la sensazione che qualcosa stia sempre per accadere, o che sia già accaduto senza che ne resti traccia se non l’eco.
Non stupisce che Ballen sia stato uno degli artisti scelti per rappresentare il Sudafrica alla Biennale Arte di Venezia nel 2022, né che abbia fondato a Johannesburg un centro d’arte, l’Inside Out Centre for the Arts, pensato come luogo di riflessione e denuncia attraverso la pratica artistica. La tensione etica è infatti un tratto caratterizzante delle sue opere: il disagio che provoca non è fine a sé stesso, ma una lente sul malessere del mondo.
Accanto alle fotografie a colori, la mostra include una serie di Polaroid manipolate con inchiostri d’archivio. La contaminazione tra fotografia, pittura e installazione non è un’esibizione di virtuosismo tecnico, ma una strategia poetica per disorientare lo sguardo e coinvolgere lo spettatore in un rapporto quasi performativo con l’opera. Come ha scritto Colin Rhodes nel saggio che accompagnerà la pubblicazione dell’omonima monografia da parte di Thames & Hudson (autunno 2025): “Ballen costruisce “microdrammi” ambientati in spazi stretti e compressi, nei quali la distinzione tra chi guarda e chi è guardato si dissolve.”
Spirits and Spaces non è soltanto una mostra: è un’esperienza sensoriale e psichica, un’immersione in un mondo altro che però, paradossalmente, parla di noi. Con la sua estetica disturbante e potente, Roger Ballen ci obbliga a sostare nell’ambiguità, a riconoscere la bellezza nel caos, l’umanità nell’ombra, la verità nella finzione. La sua prima mostra a colori non rappresenta una rottura, ma un’espansione coerente e affascinante del suo universo visivo. Un appuntamento imprescindibile per chi nell’arte, non cerca risposte, ma una profonda riflessione sull’animo umano.

Roger Ballen. Spirits and Spaces
BUILDING, Milano
Fino al 12 luglio, 2025

Installation view, Rober Ballen. Spirits and Spaces, BUILDING TERZO PIANO, Milano, ph. Sarah Indriolo
Installation view, Rober Ballen. Spirits and Spaces, BUILDING TERZO PIANO, Milano, ph. Sarah Indriolo
Roger Ballen, Doorway, 2023, stampa con pigmenti d’archivio su carta Hahnemühle fotografica perlata di cotone, 80 x 80 cm (84 x 84 cm con cornice)
Installation view, Rober Ballen. Spirits and Spaces, BUILDING TERZO PIANO, Milano, ph. Sarah Indriolo