Venerdì 14 marzo Roberto Fassone ha inaugurato – negli appartamenti di Via Carlo Farini 35, per la precisione nell’appartamento di Mihovil Markulin – My Lovin’ Joint.
L’artista, presente all’inaugurazione, permetteva solo a due persone per volta di entrare nella sua “macchina perfetta”, una piccola stanza dove sono allestiti tre lavori semplici e immediati.?“La performance dura un minuto” questa l’unica indicazione che si riceve una volta entrati, poi tutto ha inizio. Fassone era seduto su un divano e aveva il ‘compito’ di accendere e di spegnere la luce ad intervalli regolari. Il suo sguardo, e di conseguenza quello dell’osservatore, era puntato su una parete dove sono installati due orologi perfettamente uguali e sincronizzati (visibili con la luce accesa), mentre una sterminata costellazione di lucine colorate appariva avvolgente quando la luce svaniva. ?Un crogiolo di citazioni volute e consapevoli: Felix Gonzalez-Torres con il suo Untitled (Perfect Lovers), Martin Creed con Work No.227:The light going on and off e infine Constellation n 3 di Chun Yun. A fare da colonna sonora: Prince.?La cannabis, nel titolo e nell’immagine che accompagna l’evento, deve essere stata una delle tante ispirazioni.
Creando una dimensione intima e domestica, Fassone ci conduce nel suo “universo in una stanza” dove la luce scandisce il giorno e la notte, il tempo e lo spazio, ed espone (non senza ambiguità) la sua ricerca artistica, giocata sull’ironico e affascinante rapporto tra arte e gioco.
Roberto Fassone, classe 1986, vive e lavora tra Asti e Milano. Laureato in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso lo IUAV di Venezia ha esposto a Torino, Ancona, Venezia, Como, Asti, Cuneo, Milano, Slovenia, New York e in primavera sarà ospitato in residenza presso la Ene di Buenos Aires. Tra i suoi lavori: Forza 4 (2013); Sibi (2012); Syria è veramente una cantante di m***a (2009/2012).
Alberta Romano
MY LOVIN’ JOINT
Untitled (Perfect Lovers), Work No. 227: The lights going on and off, Constellation, a Prince song – performance per due persone (1 min.) 2014
di Roberto Fassone
14/03/2014
Via Carlo Farini 35/appartamento viafarini 3
MY LOVIN’ JOINT è una mostra che mi è venuta in mente dopo aver trascorso una serata con Mihovil Markulin, allestitore di Viafarini. Stavamo parlando di Untitled (Perfect Lovers) di Felix Gonzales Torres (un’opera in cui due orologi affiancati sono fatti partire nello stesso momento e che metaforicamente rappresentano il rapporto tra l’artista e il suo compagno morto di AIDS). La cosa curiosa era che lo stesso Mihovil aveva regalato una coppia di orologi e li aveva installati in casa del suo amico Giulio, come regalo di compleanno. Questo mi aveva fatto subito pensare al fatto che alcune opere potessero essere realizzate facilmente e che potessero conservare un’aura di significato, distante e opposta all’aura dell’unicità del pezzo. Così ho iniziato a riflettere su quali altri lavori potessero essere realizzati facilmente e il primo fu Work No. 227: The lights going on and off di Martin Creed. L’opera, molto semplice, consiste in una luce che si accende e si spegne ogni 5 secondi. Il buio “generato” dal lavoro di Creed mi fece poi pensare a Constellation, un’opera meravigliosa di Chun Yun, che si compone di una serie di dispositivi (computer, carica batterie, lettori DVD, etc..), tutti dotati di piccole spie luminose. Installato in una stanza buia questo lavoro assume significato, poiché tutte le spie accese creano uno scenario affascinante, composto da punti colorati luminosi, una curiosa costellazione artificiale. I tre lavori nella mia testa sembravano essere stati creati per dare vita assieme a una macchina perfetta, un potente dispositivo metaforico, un sistema armonico. Infatti la luce accesa e spenta di Creed avrebbe regolato la visione degli altri due lavori (quando spenta sarebbe stato visibile il lavoro di Chun Yun, quando accesa i due orologi) mentre i due orologi avrebbero cronometrato i 5 secondi necessari per esplicitare Work No. 227: The lights going on and off. La combinazione di queste tre semplici opere e la sua messa in scena (che avete davanti agli occhi) rappresentano molte cose per me. Rappresentano un dono, rappresentano l’inversione dei ruoli (l’ artista che allestisce in casa dell’allestitore), rappresentano la potenza delle opere d’arte, rappresentano la luce, il buio, il giorno, la notte, il tempo e lo spazio.
Rappresentano l’universo in una stanza (e non il cielo, io penso in grande)
L’intera discografia di Prince ne è la colonna sonora perfetta.
xxx
rob
PS: voi vi chiederete: e cosa c’entra la cannabis? C’entra un casino.