Di Giuseppe Amedeo Arnesano —
Oggi, in occasione del nuovo programma di attività, Residency 80121 presenta per la prima volta in Europa il libro “Recipes for Survival” di Maria Thereza Alves e inaugura, all’interno del project space situato in via Martucci 48 a Napoli, Sibilla Cabinet, una libreria specializzata in arte e teorie contemporanee.
Il concept del moderno studiolo, che prevede dei contributi periodici non solo da parte di curatori e artisti, ma anche di studiosi di altri ambiti umanistici, guarda a una trasversalità e pluralità di fare ricerca per comprendere e ragionare sulle pratiche dell’arte contemporanea.
In questa occasione Residency 80121, fondato e diretto dall’artista Raffaela Naldi Rossano, accoglie insieme a Sonia D’Alto (che cura la prima selezione dei contenuti del bookshop dedicati al pensiero femminista e all’ecologia), un talk che vede protagonista l’autrice brasiliana Maria Thereza Alvez con la partecipazione di Iain Chambers, Lidia Curti, Lorenzo Micheli Gigotti e Andrea Viliani.
Il libro “Recipes for Survival”, presentato in collaborazione con il Centro per gli Studi Coloniali e di Genere, è stato pubblicato dalla Texas Press University e distribuito in Europa da Combined Academic Publishers.
Per scoprire tutte le informazioni principali relative al nuovo progetto abbiamo intervistato Raffaela Naldi Rossano e Sonia D’Alto:
Giuseppe Amedeo Arnesano: Nel 2017 hai fondato Residency 80121, uno spazio domestico di sperimentazione vissuto come luogo dell’inconscio collettivo e della ricerca sulle pratiche dell’arte contemporanea attraverso talk, mostre e residenze. Come nasce l’idea di aprire Sibilla Cabinet e quali sono i programmi per questo nuovo anno?
Raffaela Naldi Rossano: L’idea di aprire una libreria all’interno dello spazio da la possibilità al pubblico di poter vivere lo spazio quotidianamente. L’intento è di dare accesso a pubblicazioni che altrimenti sarebbero esperibili solo tramite la vendita online. E’ per me fondamentale che Residency 80121 diventi sempre più luogo di condivisione e che da appartamento abbandonato, lasciato nel passato, possa invece contenere nei suoi muri anche frammenti contemporanei di conversazioni, e in maniera spontanea, diventare culla di cambiamento per la nostra generazione. Trovo fondamentale dare il tempo e lo spazio per poter approfondire teorie e pratiche contemporanee, creando relazioni fra artisti, comunità locale e altre discipline umanistiche.
GAA: Dopo l’esperienza di CAMPO a Torino entri come coordinatrice e ricercatrice nella squadra di Residency. Con il progetto Sibilla Cabinet curi la prima selezione del bookshop con una particolare attenzione dei contenuti sul pensiero femminista, qual è stata la tua metodologia per dare corpo all’inedito archivio? Chi sono gli autori e i titoli che introduci?
Sonia D’Alto: Quando Raffaela Naldi Rossano mi ha invitata a prendere parte al team di Residency 80121, avevo diverse esperienze alle spalle, tra cui quella di Campo e due anni in una residenza d’arte nel Sud della Francia. Sono stata contenta della proposta di ritornare a Napoli, dove avevo già vissuto in passato, entusiasta di poter traghettare le competenze acquisite e di partecipare ad un team femminile e giovane per cambiare lo stato delle cose. Come curatrice, editrice, ricercatrice o autrice mi muovo in maniera indipendente, con una metodologia che fonde il DIY ad un’educazione storica artistica. Questa è stata anche la metodologia che ha caratterizzato la scelta dell’archivio.
Con Raffaela abbiamo selezionato insieme alcune case editrici e magazine, a cui ho aggiunto una selezione specifica di volumi con un focus sull’ecologia e sul femminismo, in relazione all’identità di Residency 80121. La lista dei testi scelti comprende dunque volumi che abbracciano edizioni dall’identità molto diversa: Animal Shelter, una pubblicazione biennale di Semiotext(e) che abbraccia poesia, sessualità e letteratura, Animal, una pubblicazione di MIT Press edita da Filipa Ramos, una splendida raccolta di poesie queer di CAConrad, Performatività della Natura di Karen Barad, edito da àltera, alcune pubblicazioni sull’ecocentrismo e sul genere di Kabul Magazine, Club Universe di Chus Martinez, un testo tradotto in italiano di Donna Haraway, Anthropocene Feminism edito da Richard Grusin, due preziose traduzioni in italiano edite da Not (collana di Nero) Le Visionarie e Xenofemminismo, La Vita delle Piante di Emanuele Coccia e un libro d’artista, Ceremonially Infused di Mathilde Rosier, artista che abbiamo ospitato in residenza.
GAA: Oggi inaugurate la prima attività con il lancio del libro Recipes for Survival di Maria Thereza Alves. Quali sono state le scelte curatoriali che ti hanno orientato sulla ricerca dell’artista brasiliana e in che modo si evolvono in relazione con lo spazio espositivo?
Raffaela Naldi Rossano: Credo molto nella sincronicità. Recipes for Survival è stato pubblicato solo nel 2018 ma è un lavoro che Maria Thereza ha sviluppato a 21 anni. Si potrebbe dire quasi il suo prima lavoro, in cui sceglie di tornare da New York al villaggio rurale della sua famiglia d’origine, in Brasile. Così anche io durante i miei studi alla Goldsmiths ho sentito la necessità di sviluppare una ricerca sulla mia casa d’infanzia e successivamente ho deciso di aprire Residency 80121 per dare spazio ad altri artisti di esplorarla e trasformarla, cercando di creare nuove relazioni. La ridefinizione della propria identità sembra essere tappa fondamentale di ogni pratica artistica e costruisce le fondamenta sul quale vengono scelti i progetti che sviluppiamo in residenza.
GAA: Questo sarà un appuntamento particolarmente ricco e coinvolgerà importanti attori del panorama dell’arte contemporanea, dell’Università e dell’editoria. Chi sono gli ospiti invitati e perché questa scelte?
Sonia D’Alto: Gli ospiti invitati sono Iain Chambers and Lidia Curti, professori presso L’Orientale di Napoli e fondatori del Centro Studi Postcoloniali e di Genere. Entrambi introdurranno la presentazione del libro Recipes for Survival di Maria Thereza Alves. L’artista brasiliana, anche lei ospite dell’evento, vive tra Berlino e Napoli ed è una personalità molto vicina a Residency 80121, sin dall’esordio delle attività della residenza. Come in quest’ultimo caso anche le altre personalità invitate rientrano nell’attenzione che Residency 80121 conduce nel costruire e dare “care” ad una comunità, nello specifico la comunità artistica. Gli ospiti invitati riflettono il rapporto intergenerazionale e trans della residenza, che lavora sul locale invitando artisti e ospiti internazionali. In questo senso Andrea Viliani, direttore del Madre sarà in conversazione con Maria Thereza Alves ma anche con un editore di Roma, Lorenzo Micheli Gigotti, estendendo la comunità napoletana ad altre città italiane e un dialogo tra saperi diversi. La stessa libreria è stata costruita con questo intento: la selezione dei libri è curata periodicamente invitando persone ad hoc, in modo da contribuire alla costruzione di un sapere diversificato,basato anch’esso sull’accoglienza, l’apertura, in contrasto con l’idea di una conoscenza e di un archivio statico.
GAA: Con la nuova libreria come cambia Residency 80121 e in che modo ha lavorato l’architetto/design Iacopo Taddeo nei confronti dello spazio?
Raffaela Naldi Rossano: Volendo continuamente ridefinire ciò che è presente ma ormai passato, ho chiesto a Iacopo di lavorare su dei vecchi appendiabiti nella stanza d’ingresso dello spazio per creare la libreria. Oggetto la quale funzione potremmo dire è di liberarsi dalla “protezione” per il mondo esterno, il cappotto, si trasforma invece in contenitore di sapere. Il libro diventa come un talismano, a protezione del sé. Iacopo ha così accolto l’invito con l’intenzione di creare uno spazio intimo, di consultazione, ricreare l’atmosfera di uno studiolo in cui perdersi e poi ritrovarsi. L’ingresso non è più luogo di transizione fra l’esterno e l’interno ma diretto accesso alla curiosità e alla conoscenza.
GAA: Tecnicamente come funzionerà il bookshop per il pubblico? Orari, prestiti e scambi!
Sonia D’Alto: Il bookshop è aperto al pubblico tre giorni a settimana, giovedì e venerdì nel pomeriggio e il sabato anche la mattina. Il pubblico può acquistare, consultare, sostare a leggere e a esperire lo spazio intimo e caratteristico dello studiolo, omaggio alla tradizione rinascimentale.
GAA: Secondo te qual è lo stato dell’arte a Napoli? Mostre, Musei e spazi indipendenti quali sono i pro e contro di una città che ha voglia di continuare a crescere?
Raffaela Naldi Rossano: Non capisco il termine crescita. Io credo di più nella trasformazione. Napoli è una città difficile da comprendere, sembra muoversi senza una direzione; non vuole essere definita. Ed è proprio questo che a me interessa, portare il discorso verso un’apertura all’altro, alla diversità, alla comprensione dell’assoluta complessità di ogni verità e alla mancanza di certezze. Ciò che importa è prendersi cura e costruire relazioni, penso che Napoli possa essere il luogo perfetto ma allo stesso peggiore per riuscire in questo intento.
Sonia D’Alto: Napoli è una città radicale. Ha una sua identità che sfida le regole come il tempo. Proprio questo suo carattere rende difficile fare previsioni o statistiche, anche sul presente e su quello che sta accadendo. Inoltre la sua stratificazione secolare rende quasi impossibile alcune infiltrazioni che in altre città sembrano immediate, la velocità con cui il capitalismo travolge le cose, per esempio, qui avviene diversamente. Senza entrare nelle polemiche del Global South, e di alcune considerazioni superficiali in rapporto ad esso, quello che posso dire è che lo stato dell’arte in questo contesto vive certamente di forte estremismi.