REPLICA incontra Sartoria Editoriale

"Ci piaceva l'idea che il nome dello spazio fosse lo stesso di una collana di libri che nasceva da quel luogo e dai vari incontri. In base a questa dinamica non era prevedibile che tipo di pubblicazioni avremmo realizzato, è una metodologia di "cultura allargata e partecipata", non solo un’idea."
25 Novembre 2020

Non molto lontano dalla  “Chiesa Rossa”, in un quartiere di grandi palazzi che si ripetono uguali sullo stile Italia – Soviet, si trova Sartoria editoriale:  uno spazio caldo, simile ad un emporio, aperto sulla strada  con le sue tre grandi vetrine ad angolo. Dentro ci puoi trovare stoffe, perline, borse,  bottoni, ago e filo e tanti libri. Qui è  possibile sperimentare la macchina da cucire, sedersi su di una poltrona, aprire un libro, toccare e sfogliare le sue pagine e bere un tè. 
Con questa intervista REPLICA vuole portare all’attenzione del pubblico l’articolata progettualità di un’idea che a ben guardare non riguarda solo l’editoria. 

REPLICA: Sartoria editoriale è il nome che fa da ombrello ad un progetto molto articolato che comprende un laboratorio urbano e una collana editoriale edita da Postmediabook, nata nel autunno del 2019. Come nasce l’idea del progetto e chi sono i fondatori di Sartoria editoriale? 

Varinia Poggiagliolmi, Gianni Romano:  Sartoria editoriale è una costola della onlus ArtCityLab, laddove questa opera sul suolo pubblico con Sartoria, volevamo un laboratorio urbano, uno spazio con una vetrina sul quartiere. I fondatori, se vuoi usare questa parola, sono Gianni Romano (editore) e Varinia Poggiagliolmi (stilista) e dal dicembre 2019 abbiamo cominciato a riempire lo spazio di libri, abiti, giocattoli e mobili riciclati e a programmare vari incontri sul tema delle politiche culturali. Lo scorso febbraio, proprio mentre il Covid cominciava a diventare una faccenda seria, abbiamo dovuto procrastinare il primo incontro. Abbiamo ripreso le attività solo ad ottobre con una bella performance-laboratorio di Manuela Piccolo e Oliviero Fiorenzi, per poi richiudere di nuovo al pubblico “in ottemperanza” …
Ma pur essendo chiuso al pubblico abbiamo pensato di utilizzare la vetrina sempre in vista, così abbiamo deciso di dare la possibilità a diversi artisti di vendere le loro opere: una per artista. Abbiamo cominciato con Efrem Raimondi e BiancoValente, poi sarà il turno di Elena Bellantoni, Oliviero Fiorenzi, Laura Cionci, Ivo Bonacorsi ed Enzo Umbaca.

REPLICA: Sartoria Editoriale sembra un grande contenitore editoriale dove è possibile pubblicare in modo  libero dei contenuti eterogenei, mantenendo la coerenza editoriale di un’unica collana. E’ questo che intendete quando dichiarate che la  collana racconta  “le storie più diverse e tematiche che riguardano un’idea di cultura allargata e partecipata” ?

V.P, G.R: Ci piaceva l’idea che il nome dello spazio fosse lo stesso di una collana di libri che nasceva da quel luogo e dai vari incontri. In base a questa dinamica non era prevedibile che tipo di pubblicazioni avremmo realizzato, è una metodologia di “cultura allargata e partecipata”, non solo un’idea. Purtroppo abbiamo trovato parecchie difficoltà a trasmettere l’esigenza di una pubblicazione che trasmette questo tipo di sapere. 

REPLICA: Necessario è solo il superfluo, il volume che raccoglie l’intervista fatta a Lea Vergine da  Stefania Gaudiosi è il primo libro prodotto dalla Sartoria editoriale. Si tratta di  una rielaborazione di  della video intervista pubblicata online da Artribune. Perché avete deciso di inaugurare la collana con questa intervista? 

V.P, G.R: Per puro caso, stavamo lavorando ad un’altra pubblicazione che riguardava Lea Vergine, e per la simpatia associata al personaggio, apparentemente “contro” ma in realtà sempre “critica”.

REPLICA: Per ogni “titolo” stampato, viene realizzata una versione fatta a mano in una tiratura di dieci esemplari. Potete raccontarci di più su questo aspetto del vostro progetto che vuole valorizzare sia il libro come multiplo che il libro come pezzo unico? 

V.P, G.R: Alcuni titoli vengono completamente reinventati dalla fantasia di Varinia Poggiagliolmi che diventa così co-autrice dell’edizione manuale. Varinia è un artista prestata al mondo della moda, ma ha già creato dei libri in copia unica nel passato, quindi ha trasmesso questo know-how sui titoli di Sartoria creando delle edizioni molto particolari a partire da Lea Vergine per finire, al momento, con la mappatura del Marocco (il diario di Matteo Bergamini). Inoltre lei come autrice ha in preparazione un libro sullo stare insieme e un “Alice nel paese delle meraviglie” ambientato a Milano. Sappiamo che in Italia non c’è grande mercato per il libro d’artista, ma noi ci siamo affezionati in qualche modo; quando ci si ritrova in quei convegni e si parla della questione della sparizione dei libri c’è sempre qualcuno che va controcorrente e dice “noi, io il libro voglio toccarlo”… Ecco il libro d’artista sembra l’esaltazione di quel desiderio ed è davvero particolare la cura e l’attenzione che vedi in chi viene in Sartoria a volte anche solo per guardarli.

REPLICA: Dalla nascita di Sartoria Editoriale avete pubblicato ben dieci  titoli: Necessario è solo il superfluo, Stato di grazia, Le scarpe rosse, Indisciplinata + , Dressing Checco, Gordon Matta-Clark e le politiche dello spazio condiviso, Radicale e radicante, Uno alla volta. Comunità e partecipazione e l’ultimo arrivato è  Forward  5 conversazioni con Hans-Ulrich Obrist. E’ possibile tracciare un filo rosso tra queste pubblicazioni? 

V.P,G.R: In Sartoria di filo rosso se ne consuma parecchio, ma non metaforicamente. Proprio per rispondere a quella esigenza di varietà di cui parlavamo all’inizio riteniamo inutile attenerci ad un’area tematica comune.

REPLICA: Tra queste c’è una pubblicazione a cui siete particolarmente affezionati? Se si,  perchè?

V.P, G.R: A volte è il primo, altre volte è l’ultimo, quello che è importante per uno non necessariamente ha la stessa priorità per l’altro… eppoi ogni lettore aggiunge nuove interpretazioni, insomma è divertente leggere Obrist che si racconta quando da ragazzino entrava nei musei; è commovente pensare a Gordon Matta-Clark che lascia l’allestimento della sua personale da Salvatore Ala per incontrare i manifestanti della FIGC a Sesto San Giovanni o della messicana Elina Chauvet che per ricordare l’omicidio della sorella inventa una pratica performativa che fa il giro del mondo; è significativo capire che Checco Zalone recita anche adottando dei codici sartoriali legati al machismo o quanto siano importanti in termini di reciprocità le pratiche comunitarie attivate da Valerio Rocco Orlando o ancora quanto sia radicata nella cultura italiana l’indisciplina come pratica costruttiva o capire con Marco Petroni che sia il design, sia i processi di produzione, hanno bisogno di un bel ritocco; con Laura Cionci e Matteo Bergamini si va quasi in trance rapiti dallo “stato di grazia” della prima in questo ping-pong tra la sua mente e il deserto australiano e dallo scontro tra capacità d’analisi e voglia di perdersi in un frammento di mondo che troviamo nel diario marocchino di Matteo.

Gianni Romano – Varinia Poggiagliolmi – Sartoria Editoriale, Milano 2020


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