FRANCESCO SNOTE
Quali libri sono stati o sono in questo momento fondamentali per la tua ricerca?
La mia ricerca si focalizza verso una nuova concezione di interpretazione del paesaggio, dello spazio, e dello scenario in generale. Sto cercando un punto di vista prospettico differente consultando gli studi sull’architettura e sul rito inteso come battesimo di un luogo nello spazio.
Uno dei volumi che più mi affascina e che sfoglio frequentemente è “Il ramo d’oro”, un saggio scritto dall’antropologo James Frazer pubblicato inizialmente nel 1890. Il titolo deriva da un intreccio di due narrazioni diversissime tra loro. Una a che vedere con la mitologia e tratta dall’episodio della Sibilla che consigliò ad Enea di procurarsi un ramo d’oro prima di scendere nell’ade per poter tornare dagli inferi. l’altra invece è una vicenda protostorica che riguarda il rito dell’uccisione dei re nel bosco di Nemi. Frazer analizza l’uso di ogni costume, rito, considerando le pratiche religiose e magiche, le superstizioni e i miti di tutto il mondo.
Un altro libro che sto’ leggendo è “Paesaggio costituzione cemento” di Salvatore Settis. Un libro che parla della condizione paesaggistica italiana deturpata da scempi e opere architettoniche indegnose. E’ bello provare a leggere questo libro con un occhio critico e con la consapevolezza che, per esempio, oggi l’incompiuto è parte integrante del paesaggio e che, nel tempo, sta’ perdendo in parte, o forse solo per me, quella connotazione negativa che gli era stata attribuita. Diventa materiale di studio insomma.
Questi sono i libri che ultimamente sono importanti per me.
C’è un libro che consiglieresti ad un altro artista?
A un altro artista consiglierei “Il monte analogo” di René Dumal.
– Come e quando si inserisce il momento della lettura nella tua pratica?
Non ho un momento preciso nella mia quotidianità dedicato alla lettura. Può capitare al mattino presto come a metà giornata. Divido la mia pratica in periodi ben marcati. In studio sto’ esclusivamente per compiere la realizzazione fisica e materiale dell’opera. Non concepisco il mio studio come un luogo di riflessione ma solo ed esclusivamente di azione, per cui, tutto il resto avviene all’esterno. Scrivo e progetto e leggo principalmente a casa. Leggo in maniera molto lenta e attenta e spesso mi piace portare avanti più letture contemporaneamente.
Rubrica seguita da Lisa Andreani