GIOVANNI GIARETTA
Quali libri sono stati o sono in questo momento fondamentali per la tua ricerca?
Ci sono libri o testi che sono come bombe inesplose. Li leggi e poi in maniera del tutto inaspettata, alcune frasi, immagini o concetti ti riappaiono nella mente ed esplodono e così dici “Ah cazzo, devo riprendere in mano quel libro, mi ero segnato una frase ad una certa pagina…”.
Ho usato ed amato molto Fernando Pessoa, in particolare il dramma teatrale “Il marinaio” e il “libro dell’inquietudine” c’è anche una collezione di corrispondenze private che adoro, si chiamano “Perché sognare di sogni non miei? Lettere dal mio altrove”.
Mi ritorna spesso alla mente un testo di Robert Smithson che si chiama “A cinematic Atopia” del 1971.
Recentemente ho letto alcuni saggi sul rapporto tra architettura, cinema horror e in generale il perturbante.
Ho dimenticato tutto piuttosto in fretta, però è sempre un piacere (per me che amo l’horror) riaprire “Dark Places. The haunted house in film” di Barry Curtis.
E’ un classico abusato ma veramente intramontabile, Palomar di Italo Calvino, sopratutto il capitolo finale “Come imparare ad essere morto” e le osservazioni di Palomar allo zoo che, nella mia mente si legano alle osservazioni su pietre ed insetti di Roger Caillois, “La scrittura delle pietre” o “Il mito e l’uomo”
Le poetiche riflessioni in “Cascare dal sonno” di Jean-Luc Nancy e amo gli ipnotici flussi di coscienza di Henry Michaux, “Passaggi” e “Modi di un addormentato”.
Alcuni racconti di Giulio Mozzi, Aldo Nove e le poesie di Valerio Magrelli. Leggo e rileggo spesso alcuni passaggi da “Misteri d’Italia” di Dino Buzzati e da “Gli indomabili” di Filippo Tommaso Marinetti.
Ora sto leggendo invece le poesie di Maria Barnas e di Valzhyna Mort e “Las adventures des inspector Cabillot” un libro scritto da Diego Marani in una lingua artificiale inventata chiamata Europanto.
C’è un libro che consiglieresti a un altro artista?
C’era due volte il Barone Lamberto ovvero I misteri dell’isola di San Giulio di Gianni Rodari. In sintesi, il decrepito Barone Lamberto assume sei persone che, giorno e notte, ripetono il suo nome, non sapendo che, in ogni angolo della soffitta in cui lavorano sono presenti dei microfoni a cui corrispondono degli altoparlanti invisibili all’interno della villa. La loro voce si propaga così in ogni anfratto dell’abitazione. Questo singolare rituale è in realtà una sorta di cura (funzionerà?) basata su un proverbio egiziano “l’uomo il cui nome è pronunciato resta in vita”.
Come e quando si inserisce il momento della lettura nella tua pratica?
Si inserisce per necessità ed è un processo naturale; non ci sono regole o modi precisi né tantomeno disciplina nel farlo, anzi, a volte non leggo per mesi (se non giornali e articoli online). In altri periodi leggo ossessivamente saggi e testi su un dato argomento e magari l’unica cosa che poi mi rimane è una frase o un concetto particolarmente stimolante.
Ho un processo di lettura molto selettivo e sono anche molto diligente nel dimenticare immediatamente ciò che non mi interessa. Non leggo molto “per piacere”, devo sempre avere un motivo per approcciare un libro. Leggo per piacere solo poesie. Fatico a concentrarmi sulla narrazione mentre sento più vicina l’intensità e la complessità della poesia (contemporanea). Forse questa scelta è dettata anche dal fatto che leggo spesso quando lavoro alla reception o in un bookshop, quindi sono spesso distratto dalle incalzanti domande dei clienti… 🙂
Siti —
http://www.dothraki.com/
https://io9.gizmodo.com/5582021/how-to-write-the-next-great-alien-language
http://library.conlang.org/about/
http://gen.lib.rus.ec/
https://www.carmillaonline.com/
https://guidovitiello.com/
https://www.ilfoglio.it/autore/massimo-bordin-645/
https://www.poetryfoundation.org/
https://www.carmillaonline.com/categorie/cinema_tv/
http://geog.uoregon.edu/amarcus/geog620/Readings/Tuan_1979_space-place.pdf
http://henryjenkins.org/