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Pierpaolo Campanini in meno di un metro espositivo | Museo MAGra

Quest’anno è stato Pierpaolo Campanini l’artista ospite – dal 1 al 5 agosto – della nona edizione di <1( al Museo MAGra di Granara (Valmozzola, Parma). Tale format espositivo allude alle superficie espositiva interna al museo, inferiore a un metro...

torcia in metallo

Quest’anno è stato Pierpaolo Campanini l’artista ospite – dal 1 al 5 agosto – della nona edizione di <1( al Museo MAGra di Granara (Valmozzola, Parma).
Tale format espositivo allude alle superficie espositiva interna al museo, inferiore a un metro quadrato, e a questa scala si rapporta perfettamente l’opera presentata. Si tratta di uno strano oggetto, piccolo, verticale, appoggiato su una mensola. A tutta prima non è evidente la sua funzione, che è quella, potremmo dire, di visore.
Certo, davanti a noi c’è una diapositiva, quasi sospesa nel vuoto e retroilluminata, ma riesce difficile considerare il dispositivo solo in termini funzionali. Teniamo pure il termine dispositivo: si tratta però, come nel caso di una scultura, di un dispositivo estetico non meno che tecnico.
A Campanini piace il termine autocostruzione (come peraltro agli abitanti del villaggio ecologico di Granara): “Non c’era in giro una torcia che mi andasse a genio e ho dovuto costruirne una io!”. Quel che ne risulta ricorda appunto certi oggetti d’uso autocostruiti – un utensile, una meccanismo per aprire automaticamente la porta di un pollaio, un portapacchi speciale per la moto – cioè oggetti non costruiti da artigiani specializzati, né tantomeno fabbricati su larga scala.
L’oggetto-visore di Campanini è un po’ strano, non di ogni soluzione strutturale capiamo la logica, è dolcemente goffo ma preciso.
Seppur discretamente, è un oggetto che ambisce ad essere guardato non meno della diapositiva che si occupa di illuminare. Ancor più di una stampa fotografica, una diapositiva ci ricorda quanto essa (e con lei il mondo intero) dipenda dalla luce per esistere, cioè per essere vista. Va bene, ma cosa vediamo in questo piccolo schermo? Fiori, in un giardino. Tutto in quest’opera risuona un po’ vintage, come i ricordi della nostra adolescenza. “Alla fin fine si torna sempre alla memoria e al desiderio”, cito ancora dalle rade parole che l’artista si lascia sfuggire.
Memoria, fiori, desiderio, solitudine… si ha la sensazione che se scartabellassimo tra le poesie di Emily Dickinson, ne troveremmo senz’altro qualcuna che sembra fatta apposta. Ma aggiungiamo ancora una cosa: Campanini è noto al pubblico per i suoi quadri raffinati, meticolosamente eseguiti. E se i soggetti dei suoi dipinti recenti sono piante del suo giardino, precedentemente, e per vari anni, sono stati invece dei bizzarrissimi oggetti autocostruiti con materiali di recupero e infine copiati con cura maniacale ad olio su tela. Non vorremmo prendere lucciole per lanterne, ma abbiamo la sensazione che questo intervento al museo MAGra sia anche una sorta di piccolo backstage, un flash che l’artista ci regala sul suo solitario, discretissimo e un po’ metafisico rapporto col mondo.
(Comunicato stampa)

Granara Festival 2018
MAGra Museo d’Arte contemporanea di Granara

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scultura tra le piante