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Pensare come una montagna | Il “programma diffuso” 2024-25 della GAMeC di Bergamo

Per introdurre il programma biennale della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, il direttore Lorenzo Giusti usa, come metafora, lo ‘scatto di crescita’ che avviene nell’adolescenza. “Nel momento di quel passaggio, è importante allenare il corpo, aggiustare la postura.. ed è così che abbiamo immaginato – assieme a Valentina Gervasoni, Sara Fumagalli […]

Sonia Boyce. Benevolence (Dettaglio dell’affresco allegorico di Pietro Baschenis raffigurante la “Benignità”, conservato alla Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo)

Per introdurre il programma biennale della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, il direttore Lorenzo Giusti usa, come metafora, lo ‘scatto di crescita’ che avviene nell’adolescenza. “Nel momento di quel passaggio, è importante allenare il corpo, aggiustare la postura.. ed è così che abbiamo immaginato – assieme a Valentina Gervasoni, Sara Fumagalli e Marta Papini – questi due anni che ci separano dall’apertura della nuova sede della GAMeC. Un mese fa sono iniziati a lavoro all’ex Palazzetto dello sport a Bergamo, sede del futuro museo la cui apertura è prevista nel 2026.” 
Per connotare il piano 2024-25, che ha per titolo Pensare come una montagna – che prederà avvio il prossimo maggio – Giunti parla di “programma diffuso” che abbraccia un territorio molto vasto, che coinvolge la provincia di Bergamo e, spiega “stiamo provando ad allargarci alle aree verdi, dalle zone di montagna ai paesi delle valli bergamasche, fino ai parchi del capoluogo e dei comuni. Lo scopo di questo programma è creare un percorso di condivisione, di esperienze artistiche che interrogheranno i principi della partecipazione, della collettività e della sostenibilità. Questi sono i ‘cuori’ del nostro progetto.”
Oltre a favorire l’incontro delle varie attività territoriali con le pratiche artistiche, il programma ha l’ambizione di sollecitare un dibattito partecipato attorno al ruolo e alla funzione del museo come istituzione artistica nel contesto locale, questo nell’ottica dell’apertura del nuovo museo.
Pensare come una montagnaè un’espressione coniata dall’ecologo e pioniere dell’ambientalismo, Aldo Leopold (1887 – 1848) nel suo libro A Sand County Almanac (1949) Piano B Edizioni. Questo libro è al contempo la celebrazione della natura selvaggia e un invito all’uomo moderno a sviluppare un’etica della terra – a ‘pensare come una montagna’ appunto – a contemplare la natura e le sue creature come un unico organismo dotato di equilibrio, armonia e bellezza. Per buona parte della presentazione del programma, Giusti apre e chiude questo prezioso libro, leggendo delle parti e riflettendo sull’importanza del messaggio che Leopold racconta. 
“Leopold, in questo libro, assume la prospettiva della montagna, si interroga sul ruolo e l’esistenza del lupo, animali controverso e distanze dall’uomo.. e ci racconta: soltanto in una prospettiva diversa, con una certa distanza possiamo capire certe dinamiche; solo assumendo una temporalità diversa da quella a cui siamo soliti – più estesa, più dilatata – riusciamo a leggere le ragioni e la presenza del lupo, la sua importanza nell’ecosistema, la sua unicità. Questa è la prospettiva, l’idea a cui ci siamo aggrappati per costruire il nostro programma. Nel contesto di un piano biennale della GAMeC, queste espressioni si fanno interpreti di una volontà di condividere con una comunità più vasta, una nuova sensibilità per i territori che sia scaturita dalla frequentazione e dall’esperienza di questi spazi naturali e dall’esercizio condiviso di una creatività che, alla fascinazione per la terra e tutte le sue forme, unisca una coscienza per la sostenibilità applicata ai diversi contesti produttivi.”
Per la GAMeC e più in generale per Bergamo, assumere la prospettiva suggerita dal Leopold nel libro  Pensare come una montagna, significa agire come un ‘corpo collettivo solido’, come un sistema organico capace di coniugare un pensiero globale ad un’azione locale che sia responsabile, immaginifica e, sottolinea Giusti, anche “avventurosa”.   

Lin May Saeed Pangolin, 2020 Polistirolo, acciaio, gesso, pittura acrilica, legno Dimensioni totali: 136 x 106 x 37 cm Figura: 54 x 100 x 32 cm Piedistallo: 84 x 106 x 37 cm Foto: Istituto d’arte Clark, Williamstown, USA Courtesy Lin May Saeed Estate, Jacky Strenz, Francoforte sul Meno
Lin May Saeed Landscape with ant hills, 2021 Polistirolo, vernice acrilica, acciaio, legno 139 x 210 x 30 cm Foto: Wolfgang Günzel Courtesy Lin May Saeed Estate, Jacky Strenz, Francoforte sul Meno

Il territorio che abbraccio il programma non riguarda solo Bergamo e le zone limitrofe, ma anche le valli bergamasche, dove si tramandano saperi ed esperienze,  e che Giusti racconta come un sistema molto denso non solo per l’aspetto naturalistico ma anche antropologico. La montagna è al centro del progetto, non tanto come luogo fisico, ma come prospettiva cognitiva: da qui va sottolineato che il ‘punto di vista della montagna’ è soprattutto un punto di osservazione per guardare in modo diverso e per molti verso più profondo. 

Il primo ciclo del progetto, che durerà da maggio a settembre 2024, coinvolge un eterogeneo spettro di progetti di Sonia Boyce, Lin May Saeed, Studio Ossidiana in collaborazione con Frantoio Sociale, Chiara Gambirasio e Mercedes Azpilicueta, impegnati a Bergamo, Dalmine, Brembate e Castione della Presolana.
Il programma prevede il coinvolgimento, in due anni, di venti tra artisti o gruppi di artisti, operanti in diversi contesti geografici e culturali, nella progettazione e realizzazione di un programma diffuso di eventi condivisi con le comunità locali, tra interventi nello spazio pubblico, performance collettive e laboratori creativi.
Il territorio in cui il progetto intende svilupparsi è un contesto variegato dove paesaggi naturali e aree urbane altamente industrializzate convivono all’interno di un complesso ecosistema: dai massicci del ventaglio prealpino, ai rilievi inferiori delle valli bergamasche, fino ai boschi cittadini del Parco dei Colli di Bergamo e alle zone fluviali e agricole della Bassa Bergamasca.
Le realtà imprenditoriali del territorio saranno fortemente coinvolte al fine di creare una rete di realtà produttive sostenitrici dell’industria culturale e di valorizzare le persone, i saperi e i processi da cui nascono le eccellenze dei prodotti manifatturieri e industriali.

Seguono i comunicati stampa dei vari progetti, le date, i curatori e i luoghi —


SONIA BOYCE
BENEVOLENCE
Sala delle Capriate, Palazzo della Ragione, Bergamo Alta
17 maggio – 22 settembre 2024

Sonia Boyce (Londra, 1962), vincitrice del Leone d’Oro all’ultima Biennale di Venezia (2022) con il Padiglione della Gran Bretagna, svilupperà in occasione di Pensare come una montagna un progetto site-specific per la Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione, dal titolo Benevolence.
La sua pratica artistica, che da sempre affronta temi quali l’identità, le dinamiche sociali, la differenza culturale e marginalizzazione, si è sviluppata nel tempo in una modalità sempre più partecipativa, coinvolgendo il pubblico in situazioni talvolta giocose, talvolta provocatorie.
Per Benevolence, Boyce si è avvicinata al territorio bergamasco e alla sua storia concentrando la propria attenzione sui canti popolari, in particolare sui canti degli Alpini, nati durante la Prima Guerra Mondiale all’interno del corpo di fanteria di montagna, e sui canti della resistenza come Bella Ciao, divenuto, dopo la Seconda guerra mondiale, simbolo di tutte le forme di resistenza nel mondo.
Per la realizzazione dell’opera Boyce ha avviato una collaborazione con alcuni studenti dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Gaetano Donizetti” di Bergamo, invitati, lo scorso autunno, a esibirsi in canzoni popolari della montagna dai balconi di tre edifici che si affacciano su Piazza Vecchia. I filmati realizzati in quell’occasione, che colgono anche le reazioni imprevedibili dei passanti ignari della performance, saranno presentati nella Sala delle Capriate nella forma di un’unica opera ambientale.

Studio Ossidiana – Massi Erratici
Studio Ossidiana – Massi Erratici

LIN MAY SAEED
GAMeC, Bergamo
17 maggio – 22 settembre 2024

Nell’ambito del progetto Pensare come una montagna e in tandem con la nona edizione della Biennale Gherdëina, curata da Lorenzo Giusti, sarà presentata, in contemporanea a Bergamo e a Ortisei, una mostra antologica dedicata al lavoro di Lin May Saeed (Würzburg, 1973), artista tedesca scomparsa lo scorso agosto.
May Saeed ha dedicato la propria ricerca all’empatia con il mondo animale, al superamento del conflitto tra l’essere umano e le altre specie, immaginando un futuro utopico di coesistenza, liberato dai principi di sfruttamento e sopraffazione.
La sua pratica, che spazia dalla scultura al bassorilievo, dal disegno alla carta intagliata, prediligendo spesso il polistirolo, si concentra sulla produzione di opere popolate da animali di diverse provenienze geografiche e da figure umane tratte da storie, favole e miti, creando narrazioni interculturali e interspecie che si proiettano in un futuro comune alternativo.
L’allestimento nello Spazio Zero della GAMeC si concentrerà su figure animali– tra cui cani, pangolini, pantere, iene, vitelli, formichieri e sciacalli– e conferirà enfasi alla centralità che l’artista intende restituire loro in contrapposizione alla condizione di subalternità a cui l’umanità li ha relegati. Rappresentati attraverso sculture e bassorilievi in scala reale, gli animali divengono protagonisti assoluti nello spazio espositivo in qualità di individui dotati di una propria psicologia, e non di oggetti.

STUDIO OSSIDIANA
in collaborazione con Frantoio Sociale
MASSI ERRATICI
GAMeC, Bergamo
Dal 17 maggio 2024

Nella primavera del 2024 la GAMeC presenterà al pubblico il progetto Massi Erratici, sviluppato da Studio Ossidiana in collaborazione con Frantoio Sociale, che riconfigurerà gli spazi di accesso al museo attraverso superfici e volumi modulari pensati per accogliere molteplici attività.
Questi “sassi” contemporanei si muoveranno come un tangram che si ricombina, a seconda delle necessità, in disposizioni ordinate o casuali, formali o informali, introducendo nell’utilizzo dello spazio museale un elemento di gioco derivato dalla modularità dei pezzi. Massi Erratici si sviluppa su diverse scale, impostate a partire da un modulo base. Ai moduli massicci si accompagnano tendaggi semitrasparenti, in un gioco di pesi e tattilità alterne, a memoria di un’altra grande tradizione industriale bergamasca, quella del tessile.
Il lavoro di Studio Ossidiana combina pigmenti, pietre, sabbia e cemento circolare in rapporti diversi. In questa occasione, l’approvvigionamento avverrà su base locale e gli artigiani del territorio saranno coinvolti nella lavorazione, al fine di attingere alla lunga storia produttiva dell’area orobica riducendo al contempo costi ed emissioni legate al trasporto. Grazie alla collaborazione con Frantoio Sociale – un progetto di ricerca itinerante di Studio GISTO + Hund Studio – i materiali di scarto verranno convertiti in nuove materie prime per la produzione degli elementi, rendendo così la demolizione una pratica collaborativa che genera un processo circolare di valorizzazione.
Massi Erratici è tra i progetti vincitori della prima edizione dell’avviso pubblico Architetture Sostenibili per i luoghi della cultura, programma di ricerca promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per promuovere l’architettura contemporanea italiana, con l’obiettivo di contribuire alla realizzazione di uno sviluppo globale più sostenibile. La Fondazione Architetti Bergamo e l’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo sono partner di progetto.

Chiara Gambirasio Ammiraggio, 2023 Pietre, pigmenti Stones, pigments 1100 x 700 cm Monte Stivo (TN) Ph. Filippo Tommasoli
Chiara Gambirasio Terre D’Istanti, 2023 Malta, pigmenti, gasbeton, aceri Mortar, pigments, gasbeton, maples 500 x 1000 x 160 cm Mapello (BG) Ph. Barbara Giupponi

CHIARA GAMBIRASIO
Dal 17 maggio 2024

In occasione di Pensare come una montagna, l’artista Chiara Gambirasio (Bergamo, 1996) presenterà un intervento partecipativo in collaborazione con la Fondazione Dalmine, nata per iniziativa di TenarisDalmine con l’obiettivo di promuovere la cultura industriale a partire dalla conservazione e valorizzazione dell’archivio storico dell’impresa attraverso mostre e eventi, seminari e momenti formativi che interessano famiglie, studenti e istituzioni educative, appassionati ed esperti del territorio.
Il tempo vacuo, di fronte cui la montagna inevitabilmente ci pone, sarà uno dei punti di riflessione condivisa con i partecipanti per creare un ponte tra il mondo del fare e il mondo dell’essere. L’esito di questo percorso condiviso sarà presentato a Castione della Presolana, in alta Val Seriana, nei pressi dell’ex colonia di TenarisDalmine. L’opera potrà qui dialogare con il contesto naturale in cui sarà inserita, e in particolare con la luce e le condizioni atmosferiche, elementi imprescindibili con cui i lavori di Chiara Gambirasio entrano costantemente in relazione, sottolineandone la mutevolezza.
Vuoto e colore costituiscono il focus della ricerca di Gambirasio, tanto che l’artista ha coniato il termine Kenoscromìa (dal greco Kenos, vuoto, e Kromìa, colore) per descrivere la vibrazione cromatica del e nel vuoto, laddove il vuoto è lo spazio delle potenzialità e il colore è il mezzo attraverso cui percepire intuitivamente e soggettivamente il mondo. Vuoto e colore diventano quindi per l’artista due condizioni in cui “risiedere” per imparare a sentire oltre l’immediatamente percepibile: il cosmo e l’interiorità, ma anche il tempo geologico inafferrabile dalla memoria.

MERCEDES AZPILICUETA
Dal 17 maggio 2024

Mercedes Azpilicueta (La Plata, 1981) sarà ospite della terza edizione di ON AIR – Argentina-Italia Art Residency. La residenza, che si terrà nel 2024 presso la GAMeC, avrà come esito la realizzazione di una nuova performance che si concentrerà sui temi della sostenibilità e della partecipazione, fulcro del programma biennale. In particolare, l’azione performativa avrà luogo presso l’Oasi della biodiversità di Nuova Demi a Brembate, nella periferia bergamasca: un’oasi naturalistica che si distingue per la diversità della fauna e della flora che la abitano, ed è al centro di un progetto di ricomposizione e recupero ambientale operato dall’azienda Nuova Demi in seguito alla storica attività estrattiva di ghiaia e sabbia. L’Oasi, normalmente chiusa al pubblico, resterà aperta in occasione della performance.
Artista visiva e performer, argentina di nascita e residente ad Amsterdam, Mercedes Azpilicueta è solita collaborare con archivi, biblioteche, storici, danzatori, designer tessili, urbanisti, per dare vita alle sue installazioni stratificate in cui arazzi, sculture autoportanti, video, oggetti e materiali di recupero si mescolano a elementi architettonici senza soluzione di continuità.
Le opere di Azpilicueta attraversano la storia e la geografia per dare voce a figure inascoltate e dissidenti del passato, storie, miti e leggende attraverso cui esplorare le qualità affettive e la dimensione politica del linguaggio e della voce, i processi alla base della formazione della memoria culturale e della costruzione del genere e della soggettività.

Mercedes Azpilicueta The Lieutenant-Nun Is Passing: An Autobiography of Katalina, Antonio, Alonso and More, 2021 Arazzo jacquard (lana merino, cotone, lurex) 160 × 400 cm Produzione dell’arazzo: Textiel Lab, Tilburg. Produzione del basamento in legno: Jo Jaehong, Jung Jinwook, Yeom Chulho Commissionato da Gasworks, Londra, con il sostegno della 12a Seoul Mediacity Biennale Courtesy l’artista
Brembate – Oasi della biodiversità