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Le analogie amorose di Paolo Bufalini | Gelateria sogni di ghiaccio, Bologna

Decide di associare a un nero totale lo scavo emotivo che, man forte l’esperienza vissuta, dovrebbe rivelarci i vibranti sentimenti dell’amore verso persone o programmi digitali. Paolo Bufalini, con la mostra beloved – ospitata da Gelateria sogni di ghiaccio e a cura di Condylura (dal 12 al 15/02) – vuole assaporare con noi un’indagine che […]

Paolo Bufalini – beloved, veduta della mostra – Courtesy l’artista e Gelateria Sogni di Ghiaccio

Decide di associare a un nero totale lo scavo emotivo che, man forte l’esperienza vissuta, dovrebbe rivelarci i vibranti sentimenti dell’amore verso persone o programmi digitali. Paolo Bufalini, con la mostra beloved – ospitata da Gelateria sogni di ghiaccio e a cura di Condylura (dal 12 al 15/02) – vuole assaporare con noi un’indagine che scova la magica e arcana analogia tra sentimenti, algoritmi, registrazioni digitali, ossessioni contemporanee (meme), pareidolia e, non ultima, la nostra capacità intellettuale. Partirei proprio da questa nostra fragile abilità, per riesumare quanto e come riusciamo a unire i punti tra tre opere diversissime, pensatissime e, sicuramente, intriganti. 
The Sleeper (life-size) è il ritratto fotografico in scala 1:1 della compagna dell’artista, Federica Scaringello, immortalata mentre dorme nel loro letto. Avvolta in un nero che non lascia scampo, il corpo di questa ragazza rivela la morbidezza del sonno e l’intimo tepore della carne a riposo. Tra la pancia e il seno, un grande ‘tappo’ di plastica. Mi spiegano che la fotografia cela un secondo ritratto in forma di data report, The Sleep, realizzato tramite un dispositivo biomedicale – il ‘bottone’ dotato di sensori che viene parzialmente svelato in foto – attraverso cui l’artista ha registrato i parametri di respiro, battito cardiaco e movimenti del corpo della partner in una notte di sonno. 
Alla bellezza vellutata del ritratto fotografico, Bufalini sovrappone un altro ritratto, fatto di dati e codice che, diversamente, ci raccontano i ritmi del corpo, fatto di regolarità, numeri costanti, lievi variazioni.
Sempre l’amata è protagonista della seconda opera in mostra, Tricksters: un grande frigorifero contenente 239 lattine di energy drink avvolte da una stampa termosaldata, con il ritratto della fidanzata. Nell’immagine Federica appare bambina, mascherata durante un passato carnevale. 

Paolo Bufalini, Senza titolo, 2023 – stagno, 100x110x7cm – Courtesy l’artista e Gelateria Sogni di Ghiaccio

Rappresentazione monolitica dell’odierna e aberrante prolificazione delle immagini, questo amorevole ritratto moltiplicato centinaia di volte, ‘conservato’ letteralmente a bassa temperatura, crea una strana sensazione: non bevibile, riproducibile, osservabile da dietro il vetro, quell’immagine (a noi anonima) che ambisce farsi iconica metafora di un’età irriflessiva, diventa – almeno per me – un in-autentico gesto di caratura pop. Apprezzo il taglio sentimentale – l’immagine della beloved – e la luce carnale che emana l’elettrodomestico, ma mi sfugge invece la volontà sottolineata dai curatori: “Trickster sembra chiamare in causa le finalità che ha la stessa raccolta di dati sensibili: alla profilazione e frammentazione in categorie del soggetto, ne consegue la sua trasformazione in riserva di valore spendibile. Il frigo diviene così un display pubblicitario iper-personalizzato, per una bevanda che aumenti le prestazioni fino ad una caricatura taurina del sé.”
Ci avviciniamo a una sensibilità più tradizionalmente scultorea nel dittico a parete Untitled, una composizione di quarantacinque stagni multiformi.  L’opera ha origine da un ricordo d’infanzia dell’artista, un rito di molibdomanzia – la divinazione delle forme assunte dal metallo fuso gettato in acqua fredda – divenuto una tradizione di capodanno in alcuni paesi del nord Europa, un gioco famigliare da fare con i bambini, come nella memoria dell’artista. Osservate da vicino, queste forme frutto di un gesto casuale e propiziatorio, sono associate dalla nostra immaginazione ad un ampio spettro di fattezze. Un po’ come vedere un volto sulla superficie della luna o il profilo di un corpo nelle montagne, grazie al fenomeno della pareidolia: l’illusione  che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili dalla forma casuale. 

Partiti dalla volontà di controllo tra le braccia di Morfeo, passando per “la cella frigorifera che contiene la potenza riproduttiva di un meme”, chiudiamo il cerchio con l’ambiguo potere (divinatorio) del caso che ci mostra le più imprevedibili fisionomie. 
Il “discorso amoroso” imbastito da Paolo Bufalini, accarezzando la labile e ambigua fascinazione per le verifiche digitali, ci convince per la frammentazione della rappresentazione: scavare nell’animo umano ci rende sempre perfettibili.  

Paolo Bufalini, The Sleeper, 2022 – c-print a contatto da negativo 4×5” su carta Fuji Chrystal Archive, 27x36x3cm (incorniciata) – Courtesy l’artista e OmniArtVerse
Paolo Bufalini, The Sleeper, 2022 – c-print a contatto da negativo 4×5” su carta Fuji Chrystal Archive, 27x36x3cm (incorniciata) – Courtesy l’artista e OmniArtVerse