Si è svolta sabato dieci maggio l’inaugurazione di Expo Gate, il sito informativo e di raccordo strategico per l’Expo che, tra un anno, aprirà i battenti a Milano. Il tutto è partito alle 17.30, dove, in piazza San Babila, una banda a suon di trombe e tamburi ha guidato una timida parata -tra cui ballerini e performances- sino a piazza Cairoli. Qui, tra le decine di palloncini ideate dal giovane designer Matteo Cibic per l’occasione, sono state aperte dunque le porte delle due costruzioni progettate da Alessandro Scandurra specificatamente per l’Expo, tra largo Cairoli e castello sforzesco.
Guardando il castello frontalmente, distinguiamo il padiglione che sta alla nostra destra e il secondo a sinistra. Il primo ospita un punto vendita di articoli di design, molti dei quali nati esclusivamente per l’Expo (di cui ne riportano il logo), un’info-point/reception e una sala conferenze in cui, nell’arco di tempo in cui Milano sarà coinvolta in questo percorso, si confronteranno mondo della politica, del giornalismo, dell’arte, della cultura, della gastronomia, etc. Il padiglione a sinistra, invece, lasciato interamente vuoto e, quindi, non suddiviso in più spazi come il gemello, è gestito e curato da Caroline Corbetta, che nell’anno di Expo porterà avanti il discorso “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita” attraverso un ciclo di incontri, rassegne multimediali e percorsi artistici per dare voce ad un dialogo multidisciplinare che ci faccia riflettere sul ruolo che Milano ha nel panorama europeo e mondiale e per dare spazio all’arte, in primis italiana. Così, proprio in occasione dell’inaugurazione di sabato, sono state proiettate sulle pareti di quest’ultimo, in collaborazione con la galleria Lia Rumma, i video di due performance create dall’artista genovese Vanessa Beecroft nel 2003 e nel 2009: rispettivamente, VB52 e VB65. Il primo è la celebre performance -messa in scena per la prima volta nel Castello di Rivoli- che ha come protagoniste 32 commensali, solo donne, che, nude, sono sedute ad una lunga tavolata, dove vengono servite, in un arco temporale di sette ore, di frutta e ortaggi secondo una specifica scansione cromatica: prima cibi bianchi, poi rossi, verdi, arancioni e viola. Un discorso sul cibo e sul corpo, che si snoda in ogni angolo della società (tra le performers ci sono modelle, parenti della Beecroft, vecchie nobili torinesi) e sfuma nella tematica antropologica. Il secondo video riprende, e continua, il discorso culinario-sociale-antropologico, attraverso la riproposizione dell’esibizione che l’artista realizzò per il PAC di Milano, in cui i performers sono, in questo caso, venti immigrati africani che mangiano su un tavolo di cristallo pollo arrosto con le mani. Se di primo acchito siamo colpiti da questa scena quasi irreale di cibo mangiato con le mani da uomini in abiti eleganti (ma a piedi scalzi), un’analisi più attenta ci porta a notare che i bei vestiti indossati sono vecchi, consunti, sporchi e che, quindi, la riflessione si immerge appieno, ancora, in un discorso che indaga la società in ogni sua piaga e contraddizione, passando dall’eleganza forzata e costruita alle condizione disagevoli dei mendicanti.
La serata è continuata con la distribuzione del piatto “Risata Colorata” ideato dalla nuova generazione di chef italiani che tirano le fila del mondo culinario a Milano ( Andrea Berton, Carlo Cracco e Davide Oldani), con il dj set di Radio Deejay e il live show musicale di Nanni Swampa e Selton.
Marco Arrigoni