Le tematiche che l’artista affronta in Offendicula, si inseriscono appieno nella sua ricerca, volta ad approfondire l’interdipendenza tra individui, le dinamiche collettive e i livelli di intimità che tali relazioni animano. Fondendo elementi visivi e concettuali provenienti da diverse culture, tradizioni e contesti, l’artista da vita ad una serie di immagini portatrici di analogie e allusioni che ampliano e potenziano i racconti reali.
Nel caso di Castrignano dei Greci, fulcro della ricerca artistica, le fonti raccolte meticolosamente in dialogo con gli abitanti hanno aperto a una pluralità di livelli che intrecciano, allo stesso tempo, le tradizioni e le dicerie diffuse o tramandate con i ricordi personali e intimi.
Offendicula è uno dei progetti vincitori del bando SIAE “Per chi crea” prodotto da RAMDOM con il sostegno di MiC e SIAE che finanzia progetti di produzione artistica volti alla realizzazione e promozione di opere inedite di giovani artisti, Under 35 e residenti in Italia.
In occasione di questo progetto, abbiamo posto a Gaia Di Lorenzo alcune domande relative alla nascita e allo sviluppo del progetto, alle imprevedibili traiettorie che ha comportato la relazione con la cittadinanza e ai suoi possibili sviluppi.
Elena Bordignon: Collettività, relazioni, scavo nelle tradizioni e nella storia: molti di questi elementi animano la tua ricerca artistica. Anche per il progetto presentato a KORA, Offendicula, emergono questi aspetti. Vorrei che mi raccontassi i primi passi compiuti nella costruzione del progetto? Come ti sei relazionata concretamente con la cittadinanza?
Ho chiesto al team di Ramdom di mettermi in contatto con comunità locali: persone attive della cittadinanza di Kora. Ho voluto incontrarle cercando di saperne di più già durante la prima residenza lo scorso gennaio. Penso che sia cruciale, soprattutto lavorando in piccoli centri, che le opere non siano slegate dal contesto. Per me il contesto è dato soprattutto dalle persone e dalla comunità locale. Ho conosciuto un gruppo di lettura che si riunisce presso Kora, ho conosciuto un gruppo di ragazzi che si occupano, tramite un dopo scuola, di ragazzi giovani e cosi via. Parlare con ciascuno, e conoscerli meglio ha introdotto nuovi elementi all’immaginario che dà vita all’opera. Soprattutto i ragazzi del doposcuola che avevano scritto un libro a quattro mani con i bambini….
In “Offendicula” si intrecciano diverse forme di relazione: quella più palese, legata alla collettiva, è quella meno tangibile, prerogativa di un aspetto più intimo e personale. Come legare questi due livelli di interazione?
Gaia Di Lorenzo: Si intersecano, come noti giustamente, forme di relazioni ma anche registri linguistici, riferimenti storici e geografici e conversazioni diverse. Credo che la domanda per me sia più: come guardare alla pluralità di significati senza categorizzarli, senza cadere in semplificazioni. La domanda è come permettere alla complessità di significati (e quindi significanti) di esistere senza categorizzarli; come comprenderli senza rinunciare alla loro complessità.
EB: Il titolo si riferisce a degli strumenti utilizzati per impedire l’accesso non autorizzato a estranei all’interno di proprietà private. In pratica sono dei dissuasori rudimentali che solitamente venivano messi lungo le estremità dei muri, sotto forma di frammenti di vetro aguzzi. Perché hai focalizzato il tuo interesse su questi elementi? Quale particolare significato gli hai dato?
GDL: C’è una poesia di Montale che parla della vita come un muretto con in cima cocci aguzzi di bottiglia. La trovo un’immagine spettacolare e, lavorando con il vetro, mi è rimasta impressa. Inoltre è una pratica, seppur rudimentale, utilizzata spesso, soprattutto in sud Italia. La ragione per cui io li ho utilizzati è imputabile a una sensazione che a sua volta credo si possa ricondurre a quello che si diceva sopra sull’importanza, nella mia pratica di situarmi nel luogo in cui si trova il lavoro, di costruirla prendendo in prestito il linguaggio locale.
EB: Per questo progetto hai intrecciato molte storie e leggende legate al luogo. Ce ne racconti una in particolare che hai inserito nel progetto?
GDL: Qualche anno fa è stato riscoperto un antico affresco di Maria dentro una cripta sotterranea a Castrignano De Greci. Purtroppo, dopo poco, l’immagine (che era stata preservata al buio per così tanto tempo), ha iniziato a sbiadire e, nel tempo, è scomparsa. Qualcuno degli abitanti ricorda questo episodio, questa Maria, e mi dice fosse nera come alle volte succede (vedi la Madonna di Oropa). Mi dicono che fosse di questo colore perché spesso, nei primissimi tempi della disseminazione della religione cristiana, fosse più semplice annettere il culto di Maria al culto di una dea preesistente (peraltro aveva già a suo nome diversi templi), piuttosto che cominciare da capo. Questa dea era Iside e, in quanto egizia, il colore della pelle è stato traslato. Ad oggi non si sa quali tratti fossero tratti simili a priori e quali invece sono stati ereditati da Iside. Fatto sta che le somiglianze sono infinite, tra queste le immagini che le ritraggono in pose materne. Mi interessa moltissimo il sincretismo: è un processo complicato che alle volte porta alla perdita e semplificazione di alcuni tratti. Altre volte però fa il contrario: ne accentua le differenze e moltiplica le possibilità.
EB: Offendicula fa parte di una tua ricerca più ampia iniziata nel 2023 sempre in Puglia. Mi racconti la ‘traiettoria’ di questa tua ricerca, come è iniziata e come, idealmente, la continuerai?
GDL: In realtà ho occasione di lavorare in Puglia già dal 2021 quando sono stata coinvolta in Boccata d’arte, un progetto di Fondazione Elpis. Allora avevo collaborato con un‘altra comunità locale, quella di Pietramontecorvino nel Foggiano. Avevo prodotto un corpo di opere che si rifaceva alle moschiere e si faceva portavoce di una tradizione locale che credo risuoni ovunque: i canti Sciambuli. Gli Sciambuli sono canti medievali, spesso composti da donne, di un’onestà terrificante che vedevano la luce solo durante il periodo del carnevale: quando ogni ordine è temporaneamente sovvertito. Dopodiché ho avuto il piacere di presentare gli stessi a Monopoli, durante la mostra Italics l’anno seguente. Vincenzo De Bellis, allora curatore, li aveva immaginati in una piazzetta della cittadina. Infine, prima di Kora, ho prodotto un lavoro simile (se vogliamo potremmo dire la mamma del lavoro di Kora), presso la casa di una collezionista. Le opere partono da un’indagine formale simile sia per quanto riguarda il set up sia per le immagini di partenza: un’esplorazione della maternità e della dipendenza tra individui. Tuttavia i vetri hanno una provenienza e forma diversa anche per ragioni di sicurezza essendo uno in una proprietà privata e l’altro in un luogo con accesso al pubblico. Il primo è, fedele alla pratica degli offendicula, composto da vetri trovati. Il modo in cui sono installati è molto diverso: la pietra leccese (Kora) è infatti una sperimentazione recente che tra l’altro mi ha permesso di collaborare con fornitori locali (altro aspetto al quale tengo particolarmente). Le immagini evidentemente sono diverse e, seppur il modus operandi sia simile, nell’opera per Kora entrano in campo in maniera più personale e più presente gli abitanti del paese, le loro relazioni…..è volutamente un’opera in conversazione con la comunità che la ospita.
EB: Nella tua ricerca scultorea, utilizzi diversi materiali, dal bronzo al vetro, come in quest’ultimo lavoro. Quale materiale senti più affine alla tua sensibilità? Come lo scegli a seconda delle opere che realizzi?
GDL: Dipende dal momento, dall’opera stessa e dal contesto. Lavoro con il vetro oramai otto anni e mi piace particolarmente perché mi permette di includere nell’opera anche il visitatore che si riflette e il contesto che la ospita. Penso non ci sia nulla di peggio di non saper “read the room”. Detto questo mi piace sperimentare e cambiare spesso materiali, infatti nel prossimo corpo di lavori ho incorporato anche pietre dure, intonaco e bronzo….
“Offendicula” – Gaia Di Lorenzo
19 ottobre – 12 gennaio
KORA, Centro del Contemporaneo
KORA / Palazzo Baronale De Gualtieriis /Via Vittorio Emanuele 19
Borgo del Contemporaneo – Castrignano de’Greci (Le)