ATP DIARY

Nutibus indicabo… Gonçalo Sena

Ho preso a pretesto la mostra di Gonçalo Sena alla galleria Enrico Fornello, per andare a scoprire chi è Giocchino da Fiori, abate, teologo e scrittore italiano che a quanto pare (rapida lettura da wikipedia) ha rivoluzionato non poco una lettura originale del vecchio e nuovo Testamento. Mi sono chiesta: perchè ‘scomodare’ un così remoto […]



Ho preso a pretesto la mostra di Gonçalo Sena alla galleria Enrico Fornello, per andare a scoprire chi è Giocchino da Fiori, abate, teologo e scrittore italiano che a quanto pare (rapida lettura da wikipedia) ha rivoluzionato non poco una lettura originale del vecchio e nuovo Testamento. Mi sono chiesta: perchè ‘scomodare’ un così remoto teologo per motivare il lavoro di un artista contemporaneo nato in Portogallo ma di casa a Berlino? Le motivazioni si riducono a sostanziare una pratica artistica che si rivela solo per ‘cenni’, per indizi “la cui nervatura del processo lambisce la soglia di una catastrofe visiva ripetutamente imminente. Assistiamo allora ad una liturgia della ‘manifestazione del limite’ in cui sculture e fotografie, rilevate da una recente permanenza dell’artista nel sud della Siberia, si fanno contemporaneamente vanitas, ammonimento e monumento, inscenando così la visitazione del nunc in cui il bordo della visione non può darsi che in enigma e in ‘apologo’.”
Indecisa se approfondire le letture del noto teologo, mi perdo a ragionare sul perchè tirare in ballo delle elucubrazioni su santi e madonna, anzichè semplicemente lasciar ‘parlare’ il titolo della mostra: Due linee in un lago + Colonna in silenzio. Bastava già un’immagine poetica, un ipotesi di sintesi formale, un processo immaginario misterioso elaborato dall’artista ecc…
La mostra – dall’evidente allure berlinese (stradigerita!) – ci rivela come l’artista ivsualizza (per cenni, dunque!) il suo concetto di “limite, di demarcazione, di frontiera tra ciò che sta presuntamente dentro e ciò che è destinato a non esserlo mai”.

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“Loquar ergo prout potero. Sin minus nutibus indicabo. Defecisse mundi gaudia, imminere pressuras, cælorum regnum regnum adesse in januis, et sermone rustico et impolito, certi tamen et necessariis probare me posse arbitror documentis…” (Parlerò dunque come potrò. Se no, indicherò con i segni. Anche se il mio dire è rozzo e senz’arte, credo di poter tuttavia provare con testimonianze certe e necessarie che le gioie del mondo sono venute meno, che sono imminenti le tribolazioni, che il regno dei cieli è alle porte…) Gioacchino da Fiore

Emanuele-Cerutti-Collezione-Maramotti-2024