

Indecisa se approfondire le letture del noto teologo, mi perdo a ragionare sul perchè tirare in ballo delle elucubrazioni su santi e madonna, anzichè semplicemente lasciar ‘parlare’ il titolo della mostra: Due linee in un lago + Colonna in silenzio. Bastava già un’immagine poetica, un ipotesi di sintesi formale, un processo immaginario misterioso elaborato dall’artista ecc…
La mostra – dall’evidente allure berlinese (stradigerita!) – ci rivela come l’artista ivsualizza (per cenni, dunque!) il suo concetto di “limite, di demarcazione, di frontiera tra ciò che sta presuntamente dentro e ciò che è destinato a non esserlo mai”.
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“Loquar ergo prout potero. Sin minus nutibus indicabo. Defecisse mundi gaudia, imminere pressuras, cælorum regnum regnum adesse in januis, et sermone rustico et impolito, certi tamen et necessariis probare me posse arbitror documentis…” (Parlerò dunque come potrò. Se no, indicherò con i segni. Anche se il mio dire è rozzo e senz’arte, credo di poter tuttavia provare con testimonianze certe e necessarie che le gioie del mondo sono venute meno, che sono imminenti le tribolazioni, che il regno dei cieli è alle porte…) Gioacchino da Fiore