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Nuovo Forno del Pane – Outdoor Edition

– Testo di Giulia Giacomelli – La seconda edizione del Nuovo Forno del Pane, un progetto che si pone ai margini delle definizioni di museologia e sociologia, si è da poco conclusa presso il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Il programma di residenze era nato durante la pandemia per venire incontro ad una necessità pratica […]

L* artist* del Nuovo Forno del Pane – Outdoor Edition

– Testo di Giulia Giacomelli –

La seconda edizione del Nuovo Forno del Pane, un progetto che si pone ai margini delle definizioni di museologia e sociologia, si è da poco conclusa presso il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Il programma di residenze era nato durante la pandemia per venire incontro ad una necessità pratica e solidale: il museo aveva infatti messo a disposizione la Sala delle Ciminiere ad un gruppo di tredici artisti, affinché potesse diventare un “incubatore di nuove progettualità attraverso cui sperimentare una museologia più radicale e diretta”, come scrive il direttore Lorenzo Balbi nel catalogo che descrive il progetto. La sua seconda edizione (svoltasi dal 13 febbraio al 30 giugno) ha visto un ampliamento del raggio d’azione attraverso il coinvolgimento di tutti e sei i Distretti culturali della Città metropolitana, nel rispetto del piano di Officina Creativa per Bologna promosso dallo stesso comune. La necessità di mettere in relazione da un punto di vista culturale le molteplici aree della città ha permesso di sviluppare l’idea di un’”Outdoor Edition” che prevedesse l’attivazione e la cooperazione di diverse realtà sul territorio bolognese, utilizzando come connettore la residenza artistica. Una pratica che viene definita “situata” da Caterina Molteni e Sabrina Samorì, curatrici del progetto con la collaborazione di Giulia Pezzoli, andando così oltre la tradizionale visione del museo come spazio espositivo statico, concentrandosi piuttosto sull’interazione con il contesto in cui la residenza viene attuata e riconoscendone la specificità territoriale. I sei artisti selezionati per questa edizione hanno così avuto la possibilità di lavorare con il team curatoriale del MAMbo, che li ha seguiti per tutto l’arco temporale della residenza nell’ottica di valorizzare e riconoscere professionalmente questi giovani talenti.

NFPOE – Davide Sgambaro | Foto Migliorare con l’età (Valentina Cafarotti e Federico Landi)

Per il Distretto culturale Pianura Ovest, Lorena Bucur (Cremona, 1996) ha lavorato a San Giovanni in Persiceto, in un’aula scolastica nel complesso medievale conventuale di San Francesco. La sua pratica è ibrida, si muove tra la fotografia, attuata prevalentemente con macchine analogiche sovietiche e solitamente stampata su materiali industriali come il cemento, il video, le installazioni multimediali e la performance. La ricerca antropologica rappresenta un altro campo d’indagine per Bucur, su cui ha lavorato prevalentemente durante la sua residenza, grazie all’incontro con una persona di origini rumene come lei, con cui ha registrato delle interviste come materiale per suoi lavori futuri. Beatrice Favaretto (Venezia, 1992) è stata assegnata al Distretto culturale Reno Lavino Samoggia, per la precisione alla Montagnola di Mezzo, uno spazio nel parco della Chiusa di Casalecchio di Reno. Il medium principale del suo lavoro è il video, attraverso il quale restituisce le sue ricerche sulla sessualità come atto creativo di comunione e conoscenza, andando a decostruire l’immaginario pornografico e post-pornografico nella sua artificiosità visiva, sonora e linguistica. Per il suo progetto di residenza ha portato avanti il lavoro Hold me while I’m naked, un manuale visivo entro il quale far convergere le sue ricerche antropologico-sociali sulla sessualità dagli anni ‘70 ad oggi. Il Distretto culturale Pianura Est ha ospitato Giorgia Lolli (Reggio Emilia, 1996) in una sala del complesso delle Torri dell’Acqua di Budrio. Danzatrice e coreografa, Lolli studia le esperienze che hanno i corpi nello spazio che abitano e condividono attraverso processi di ricerca coreografica o drammaturgica, secondo l’approccio del femminismo intersezionale. Durante la sua residenza ha approfondito il ruolo dello sguardo nella danza, raccogliendo materiali visivi e testuali nell’ambito del suo progetto Eat Me. Mentre il suo interesse per il pensiero femminista è stato nutrito grazie agli incontri con la consulta delle donne di Budrio, con le quali continuerà a lavorare per un futuro laboratorio in uno spazio pubblico.

NFPOE – Beatrice Favaretto | Foto Migliorare con l’età (Valentina Cafarotti e Federico Landi)

Valentina Furian (Venezia, 1989) ha scelto di esplorare le cavità naturali del Parco dei gessi bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, lavorando così nel Distretto culturale Savena Idice e presso 10Lines, spazio fondato dall’artista Alessandro Brighetti. Attraverso l’utilizzo di immagini in movimento, Furian scava alla ricerca di una bestialità naturale e primordiale, incorrotta dall’agire umano che ne ha inevitabilmente modificato le caratteristiche indesiderate. Tra le cavità del territorio che la ospitava, l’artista ha affiancato l’unione speleologica bolognese nelle loro incursioni, approfondendo lo studio delle sue tematiche di ricerca e aprendo nuove prospettive sul rapporto tra l’essere umano e l’ambiente che lo circonda. Lorenzo Modica (Roma, 1988) per la sua residenza ha realizzato vari laboratori a Castiglione dei Pepoli, tra una sala del palazzo comunale e i locali di Officina 15 nel Distretto Culturale Appennino Bolognese. Durante queste esperienze con le scuole e non solo, Modica ha lavorato su un immaginario legato alle storie locali, stimolando una profonda connessione con la comunità e il territorio. La sua pratica pittorica consiste nel lasciare che alcune parti del dipinto sfuggano alla sua volontà, consentendo così una più diretta emersione dell’immagine, a sua volta relegata a processi di negoziazione con i materiali utilizzati.  L’attività di Davide Sgambaro (Cittadella, Padova, 1989) ha trovato posto preso il Centro d’Arte Novella Guerra di Imola, nel Distretto Culturale Imolese. Il suo interesse si focalizza sulla condizione psico-sociale dell’individuo contemporaneo, in particolare delle generazioni più giovani, tenendo conto di problematiche quali la precarietà lavorativa e l’anedonia del desiderio. L’ironia pervade il lavoro di Sgambaro e perdura anche nel suo progetto di residenza, che ha avuto origine dalla favola dei Musicanti di Brema, base per la creazione di un discorso di collettività attraverso un gesto fallimentare e ridicolo. Il suo lavoro gli ha permesso di creare connessioni significative per progetti futuri che lo porteranno a tornare a lavorare a Imola.

NFPOE – Giorgia Lolli | Foto Migliorare con l’età (Valentina Cafarotti e Federico Landi)

Sebbene fossero dislocati sul territorio bolognese, i sei artisti hanno avuto la possibilità di confrontarsi sul proprio lavoro grazie alla scelta curatoriale di proporre diverse tipologie d’occasione di interazione. In particolare, la novità del programma del Nuovo Forno del Pane di quest’anno comprendeva la scelta di un’attività di autoformazione: ogni artista ha proposto al gruppo un’attività per esplorare e conoscere insieme il territorio di riferimento. Queste attività hanno incluso visite, esplorazioni, presentazioni e semplici esperienze basate sulla condivisione, contribuendo a creare un legame più profondo tra gli artisti e con il luogo. Sgambaro ha organizzato una visita al teatro sotterraneo della Casa del Fascio, all’Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana, alla casa e al negozio di Elio Gollini, promotore di stampa clandestina durante la resistenza antifascista, al rifugio situato nelle cantine della Chiesa del Carmine e al Museo della Resistenza, guidati da esperti e storici. Bucur ha proposto un pranzo a base di piatti della tradizione rumena, condividendo la cultura culinaria del suo paese di origine. Favaretto ha organizzato un aperitivo seguito dalla visione del documentario Because of my body di Francesco Cannavà, dedicato all’associazione bolognese LOVEGIVER, che si occupa di formare operatori per assistenza emotiva, affettiva e sessuale a persone con disabilità fisiche/motorie e psichiche/cognitive. Furian ha invitato gli artisti a condividere il tempo libero mangiando cibi esotici, immaginando un futuro tropicale in attesa di perturbazioni monsoniche nei loro territori. Lolli ha organizzato una prova aperta della sua coreografia Eat Me presso il Teatro Consorziale di Budrio, coinvolgendo l’artista Giorgia Ohanesian Nardin in un duetto che rielaborava pose della storia dell’arte e gesti quotidiani legati al femminile. Modica ha proposto una visita al Centro Ricerche Brasimone – ENEA, situato lungo le sponde del Lago Brasimone, per conoscere la storia del reattore a fissione nucleare dismesso negli anni ‘80 e il lavoro attuale del centro di ricerca su progetti di tecnologie per la fissione e fusione nucleare.  Nel mese di giugno, si è svolto un programma di eventi pubblici con ospiti invitati dagli stessi artisti in base ai loro interessi. Questo ha consentito di arricchire la discussione e la condivisione delle idee con il pubblico esterno, già coinvolto grazie alla creazione di un format con NEU RADIO, radio ufficiale del MAMbo, dove ogni artista ha presentato liberamente la propria pratica in sei interventi radiofonici. Le presentazioni hanno spaziato da interventi sonori e riflessioni sul linguaggio della sessualità a letture di racconti e collage sonori, offrendo al pubblico un’esperienza variegata e stimolante. Le attività che hanno visto il coinvolgimento degli artisti sono state dunque molteplici e hanno permesso di creare quel laboratorio collettivo di identità di cui le dinamiche curatoriali del museo si sono fatte promotrici, nutrendo così nuove visioni e connessioni all’interno di un progetto di residenza che è in sé un racconto comune di arte e umanità.

NFPOE – Lorena Bucur | Foto Migliorare con l’età (Valentina Cafarotti e Federico Landi)
NFPOE – Valentina Furian | Foto Migliorare con l’età (Valentina Cafarotti e Federico Landi)