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Noise e la ‘pop bulimia’ di Igor Muroni

Dovrò dedicargli un rubrica a parte viste le sue costanti e puntuali collaborazioni.Andrea Balestrero ha commentato la presentazione di ‘Noise’, un libro pubblicato da Kaleidoscope Press in occasione della mostra presso la RoomGalleria, Milano. Per chi mi conosce sa cosa penso di questo spazio e del suo gallerista, dunque non mi dilungo. Ecco il breve […]





Dovrò dedicargli un rubrica a parte viste le sue costanti e puntuali collaborazioni.
Andrea Balestrero ha commentato la presentazione di ‘Noise’, un libro pubblicato da Kaleidoscope Press in occasione della mostra presso la RoomGalleria, Milano. Per chi mi conosce sa cosa penso di questo spazio e del suo gallerista, dunque non mi dilungo.

Ecco il breve report:

“Dicevamo di “Noiser”…
la presentazione del libro/catalogo legato alla mostra di Igor Muroni è stata interessante.
Igor ci ha tenuti incollati per quasi un’ ora e mezza per spiegare questo neologismo, legato all’etimologia della parola inglese che traduciamo con “rumore” e che è associata ad un fastidio, a qualcosa che può diventare insopportabile. (nel comunicato stampa: “ il “noise”, emancipandosi dall’accezione di genere musicale, assume quella più culturalmente diffusa di stato fisico nauseabondo generato da una “pop-bulimia”)

Noiser è quindi chi subisce una condizione di disagio, momentaneo o esistenziale.
La spiegazione è stata costruita come un racconto, arricchito da una serie di riferimenti audiovisivi, delle relazioni esistenti tra alcuni personaggi della scena musicale e cinematografica americana che ruotavano intorno alla figura di Kurt Cobain: Daniel Johnston, Gus Van Sant, Antony Hegarty (Anthony and the Johnsons), ecc.
Nello spazio di Kaleidoscope era esposto anche un modellino in scala (di fattura eccelsa, compresa riproduzione audio) della galleria Room, in cui Noiser assume la forma di una potente installazione sonora che permette una percezione quasi tattile del suono che occupa fisicamente lo spazio, totalmente oscurato, della galleria.”

Ho chiesto a Muroni: perchè un plastico della Room?

“Come documentare un’installazione sonora? come trasferire il progetto installativo in un’opera? Invertendo la dimensione: in mostra ti immergi nella dimensione dello spazio, al contrario nel modello (scala 1:50) la dimensioni la domini. Sai che sono un architetto, uso il suono come materiale per costruire spazi sonori.”

Emanuele-Cerutti-Collezione-Maramotti-2024