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NOBODY HOME… Intervista con Gigiotto Del Vecchio

[nemus_slider id=”48225″] Fino al 14 novembre la galleria APALAZZO ospita  NOBODY HOME…, progetto espositivo a cura di Gigiotto Del Vecchio con lavori di Charlie Billingham, Giulio Delvè, Douglas Gordon, Natalie Häusler, Christina Mackie, Pentti Monkkonen e  Niels Trannois. La mostra prende spunto da...

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Fino al 14 novembre la galleria APALAZZO ospita  NOBODY HOME…, progetto espositivo a cura di Gigiotto Del Vecchio con lavori di Charlie Billingham, Giulio Delvè, Douglas Gordon, Natalie Häusler, Christina Mackie, Pentti Monkkonen e  Niels Trannois.

La mostra prende spunto da un testo, dall’inizio di una possibile storia in un appartamento forse abbandonato. Un’incursione poetica.

Il tentatativo di forzare la porta non e´mai stato neanche contemplato, la porta era aperta, la storia evidente attraverso i suoi segni, odori, evocazioni. Siamo entrati nel sontuoso appartamento al primo piano del palazzo ed abbiamo deciso di occupare un posto in cui sembrava non esserci nessuno…, poi neanche avvertivamo un clima ostile. Un po´ come se dalla casa arrivasse leggero un richiamo ad un ulteriore processo di intervento e decorazione, una necessita´che il luogo sembrerebbe conoscere sin dalla propria concezione. Il bello non invade ma accompagna all´interno di un viaggio fatto di posizionamenti culturali, di scelte ideologiche, di orientamenti estetici. Nessuno e´a casa, o forse sono solo nell´altra stanza, dietro un vetro che per noi e´uno specchio. Curiosi di vedere di la´ cosa davvero sta per succedere

Abbiamo fatto qualche domanda a Gigiotto Del Vecchio.

ATP: Prima di essere il direttore di Supportico Lopez, hai fatto per molto tempo il curatore. Cosa pensi o come consideri la tua posizione di gallerista che cura una mostra in un’altra galleria? Come interpretare questa tua “incursione”?

Gigiotto Del Vecchio: Credo di non aver mai considerata superata la mia attitudine e posizione curatoriale, Supportico Lopez, che dirigo con Stefania Palumbo, e´ l´estensione di un progetto iniziato moltissimo tempo fa, quando ho capito che l´arte era la mia unica destinazione possibile. Sono nato e cresciuto nello studio di mio padre, tra pennelli, colori, litigate, intense riflessioni sul valore della cultura figurativa e del messaggio che questa puo´e deve diffondere; alimentare e sviluppare le possibilita´ percettive di una realta´che puo´e deve essere letta anche da un´altra angolazione, quella della fantasia. Questo vortice attivo mi porta ad essere sempre curioso ed in movimento, quindi non credo ci siano problemi nell´uscire dallo spazio della mia galleria ed entrare nello spazio di qualcun altro.

Non riesco a stare fermo per troppo tempo sulla stessa poltrona…

ATP: Da quali premesse nasce l’idea di intendere una mostra come un’ “incursione poetica” in un appartamento?

GDV: La galleria di Brescia fa riferimento già dal nome – Apalazzo – al suo caratteristico contesto architettonico, quello di un suggestivo, bellissimo, Palazzo. La natura abitativa degli spazi dove oggi ha sede la galleria, è ancora pregna della presenza di chi un tempo ha vissuto in quelle stanze e questo fascino ha in qualche modo suggerito una direzione piuttosto evocativa della mostra.

ATP: Dal breve testo introduttivo alla mostra si percepisce la volontà di interagire con un luogo a partire da ciò che questo evoca. Potresti approfondire questo aspetto e il modo in cui si è riflesso sulle tue scelte di allestimento?

GDV: Le opere degli artisti che ho invitato alla mostra si devono confrontare con gli spazi, estremamente forti e connotati. Ho quindi deciso di giocare con questo elemento e in qualche modo ho provato ad evidenziare la relazione delle opere con la struttura decorativa degli ambienti: “Case mod” – il floor piece di Natalie Häusler – ad esempio, prova a fare da contraltare all’articolazione del soffitto; ma ho anche provato a lasciare molti spazi appena sfiorati dalla presenza delle opere. Non mi interessava “riempire” la galleria, ma instaurare un possibile dialogo e cercare dei punti in comune tra il nuovo e l´esistente.

ATP: Con quale criterio hai scelto gli artisti coinvolti?

GDV: Il coinvolgimento di artisti che avessero una struttura narrativa più evidente mi sembrava la strada giusta da percorrere. Un altro elemento importante nella scelta degli artisti è stata la componente raffinatamente classica e mai nostalgica che le relative opere potessero esprimere. Sono tutti nomi che approcciano all´arte secondo posizioni chiaramente diverse ma tutte accomunate da un approccio profondamento colto.

ATP: Che relazione si è instaurata tra i lavori scelti e questo particolare spazio espositivo?

GDV: Mi sono divertito ad immaginare la casa come fosse ancora abitata e ho inserito le opere pensando si trattasse di una scelta filantropica e collezionistica.

ATP: Sempre in riferimento al testo introduttivo alla mostra, c’è una parte che sembra una dichiarazione di intenti: “Il bello non invade ma accompagna all´interno di un viaggio fatto di posizionamenti culturali, di scelte ideologiche, di orientamenti estetici”. Mi spieghi cosa si intende in questa particolare dichiarazione?

GDV: Il concetto di bello deve essere sempre associato a complessità, profondità, articolazione. Altrimenti rimane un´idea superficiale priva di valore in ogni suo aspetto. Il bello non invade, si fa guardare…

NATALIE HÄUSLER We are getting a little bit too close here (still life) 2012 Digital print on habotai silk,   metal frames for desks,   tabletops,   wood,   fruit,   Variable Unique,   Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY
NATALIE HÄUSLER We are getting a little bit too close here (still life) 2012 Digital print on habotai silk, metal frames for desks, tabletops, wood, fruit, Variable Unique, Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY
NATALIE HÄUSLER Monika:subway (floor piece) 2012 Acrylic on card boards,   speakers,   mp3-players,   Variable Unique - Installation view at APALAZZOGALLERY,   Brescia,   Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY
NATALIE HÄUSLER Monika:subway (floor piece) 2012 Acrylic on card boards, speakers, mp3-players, Variable Unique – Installation view at APALAZZOGALLERY, Brescia, Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY