Parte dall’antitesi tra i due colori nero-rosa, la mostra a cura di Lorenza Boisi: Nero Fortissimo / Antichissimo Rosa, ospitata al MIDeC – Museo Internazionale del Design Ceramico di Laveno Mombello (VA), dal 7 ottobre al 6 gennaio 2019.
Alessia Armeni, Kristian Sturi, Barbara Taboni, Enrico Tealdi e Devis Venturelli sono stati invitati dall’artista – anch’essa in mostra – Boisi a ragionare sull’antinomia tra due colori opposti, contrastanti e lontanissimi nella scala cromatica.
Partendo da un’opera teatrale di Carmelo Bene, “Il Rosa e il Nero” del 1966 – a sua volta mutuata dal romanzo omonimo dello stesso Bene che è una rivisitazione di “Il monaco” di Matthew Gregory Lewis – la mostra ne riecheggia tematiche e contrasti. Percorrendo storie, teorie, leggende e aneddoti legati a questi due colori – austero e profondo l’uno, soave e tenero l’altro – la mostra riunisce forme espressive differenti.
“Se, come dice Michel Pastoureau, “in principio era il Nero” poiché, nel racconto Biblico-proto Big Bang della Genesi, il Tutto primordiale era imbibito del Nero nerissimo, che resta inflitto nel subconscio animale, quale imprinting del Timor Panico, secondo una ricerca scientifica australiana, il “più antico colore biologico” è costituito da pigmenti di colore Rosa brillante, fossili molecolari della clorofilla, prodotti da antichi organismi fotosintetici, che abitavano un oceano scomparso più di 1 miliardo di anni fa.
Il Nero ed il Rosa si contendono il preludio dei sensi e della sinestesia, l’Inizio dei simboli e delle esperienze della visione, generando, ognuno per sé, alternatamente la Melanofobia, vicina alla naturalmente umana Nictofobia, il crisma dell’insofferenza al buio o l’avversione per il Rosa, il colore instabile, passivo, infantile, assente da ogni bandiera, che richiama un dolore triangolare ma anche, per contrappasso, la Permanenza e la Temperanza del Nero, così come, nel Rosa, l’elevazione e la purezza dell’Inizio Incorrotto.” (Estratto da CS)